Iscriviti ai Feed Aggiungimi su Facebook Seguimi su Twitter Aggiungimi su Google+ Seguici tramite mail

Iscriviti alla nostra newsletter!

Visualizzazione post con etichetta Calabria. Mostra tutti i post
Visualizzazione post con etichetta Calabria. Mostra tutti i post

giovedì 31 luglio 2014

Il nostro viaggio in Calabria.

 

"Straniero, se navigando ti recherai a Mitilene dai bei cori,
per cogliervi il fior fiore delle grazie di Saffo,
dì che fui cara alle Muse, e la terra Locrese mi generò.
Il mio nome, ricordalo, è Nosside. Ora va’!
(Nosside, poetessa nata a Locri nel III sec. a.C.)

Il fascino di una terra antica...
(Museo archeologico di Locri, 
strumento musicale: carapace di tartaruga, 
V sec. a.C.)
Addio (o arrivederci) Calabria!
Anzi mille Calabrie: 
 - quella delle bellezze naturali (Sila, Serre, Aspromonte, Pollino, gli ulivi, il mare);

... ricca di bellezze naturali ... 
(grandioso bosco della Sila)
... di panorami mozzafiato ... 
(tra Serra San Bruno 
e Gerace)
...di mare, di luce, di colori....
(mare di Locri)
- quella - nei musei, nei monumenti, nelle rovine e scavi - della travagliata storia di millenni (Sibari, Crotone, Capo Colonna, Locri epizephiri, Kaulon, Stilo, i paesi "morti"…);

... una terra che porta con sé tesori... 
(Museo archeologico 
di Crotone)
... oggetti di inestimabile valore.... 
(Museo archeologico di Locri)
- quella della religione spettacolare (feste tradizionali, sagre popolari, processioni con vare o varette…) e della fede profonda documentata da meravigliose chiese (Gerace, Altomonte, S. Giovanni in Fiore, Rossano,  Stilo…) santuari (S. Maria del Patire, S. Maria della Roccella, S. Maria della Stella, S. Ruba…), eremi (Le Goff: “la Calabria è la patria dell’eremitismo occidentale”), monasteri e abbazie (Certosa di Serra  San Bruno dove certosini di stretta osservanza salvano il mondo...);

Una terra ricca di spiritualità 
(cattedrale di Gerace)
... di religiosità... 
(Abbazia di Santa Maria del Patire, XI secolo)
... di fede ...
(Eremo di Santa Maria della Stella)
... di fraternità ... 
(La Cattolica di Stilo, piccola chiesa bizantina 
risalente al IX - X secolo).
- quella gastronomica (ah i dolci! e i salumi, le  mille verdure sott’olio, il peperoncino, le cipolle rosse, la ‘nduja, la sardella, i bergamotti, le granite, i vini dal Cirò al Savuto al Gaglioppo e Greco di Bianco….);

Una terra di grandi sapori... 
(trattoria tipica di Gerace: 
Lo Sparviero...)
... di piatti appetitosi ...
... e allegri ...
- quella moderna e contraddittoria, come Cosenza e quella disastrata ieri dai terremoti, dalle incursioni e dalle invasioni,  ed oggi dalla speculazione selvaggia e dall’incuria (dappertutto case e palazzi incompiuti, tanta sporcizia, centri storici fatiscenti anche nella bella Cosenza…);

Una terra dove la modernità... 
(Cosenza, lungo l'elegante corso Mazzini, 
vero e proprio Museo all'aperto,
Giorgio De Chirico, I due archeologi)
... convive con la trascuratezza.... 
(l'abbandono degli scavi di Sibari)
... la speculazione... 
(gli scheletri delle case... 
paesaggio ricorrente....)
... la povertà... 
(Cosenza, centro storico)
- quella dei rifugiati di ieri e di oggi (albanofoni, grecanici, valdesi, ebrei, zingari ed oggi nuovi immigrati dal Marocco e dal Kurdistan …);

Una terra che è stata meta 
di diversi popoli.... 
(Stilo)
... intreccio di diversi orizzonti 
culturali e religiosi... 
(panorama dal Santuario di Monte Stella)
- quella della paura, quella del silenzio e dell’imbarazzo di fronte alle nostre domande, per quanto discrete e pudiche, circa aspetti dolorosi su cui si tace non solo per paura o per diffidenza, ma per il desiderio di vivere tranquilli e di rimuovere il male. Sulla via del ritorno siamo passati anche per  Oppido Mamertina, città come tutte le altre, gente come tutti noi: in chiesa un ragazzino si esercitava all’organo, il caffè  non era  male e neppure la frutta acquistata nel negozietto adiacente alla chiesa … Eppure implacabilmente prendiamo coscienza della nostra indifferenza, del nostro silenzio qui ad Albenga, non so quanto diverso dal loro, delle nostre resistenze mancate;

Una terra sofferente ... 
(la piazza di Oppido Mamertina...)
 - quella dell’ospitalità radiosa di tante persone che abbiamo incontrato:     
* a Cassano Jonio il giovane Domenico dagli occhi ridenti ed ammiccanti, sacrestano tutto-fare della Cattedrale (è la diocesi del segretario della Cei mons. Galantino),  nella sua commovente semplicità ci mostra la bellissima cripta e la sacrestia con tutti i ritratti dei vescovi, precisando che un paio, nel conclave, hanno mancato il papato per un solo voto; e poi il regalo del vangelo a firma di papa Francesco, un mese prima in visita nella piana di Sibari, dove senza mezzi termini dichiara scomunicati i mafiosi.

.... la terra in cui papa Francesco ha 
apertamente condannato la mafia ... 
(a Cassano Jonio incontriamo Domenico 
che ci racconta di papa Francesco...)
* il vignaiolo e piccolo produttore di vini di nicchia, di cui volutamente non facciamo il nome, nella “riviera dei Gelsomini”, orgoglioso della sua vinificazione biologica, amareggiato per il suo tentativo non riuscito di creare  un consorzio con i vicini, tutti presunti viticoltori (ma c’è chi vinifica senza possedere e coltivare vigne, usa additivi illegali producendo vino artefatto, nel silenzio complice di coloro che per dovere d’ufficio dovrebbero controllare, indagare ed intervenire). E con discrezione ci racconta sommessamente della mafia, della solitudine e sofferenza di chi vorrebbe resistere sul territorio ma deve stare attento, perché non sai chi sono i peggiori mafiosi e lo apprendi dalla televisione, persone “gentilissime”; e finché sei nel piccolo business ti lasciano lavorare, perché a loro interessano le grosse aziende. E’ la pazienza del vignaiolo non rassegnato, ospitale a dismisura, che combatte la sua resistenza da solo e non c’è  nessun  megafono dei media a riprenderlo. 

Una terra da promuovere e valorizzare... 
 (come vorrebbe il coraggioso vignaiolo 
che abbiamo incontrato)
Quel giorno abbiamo capito non solo che il silenzio  ha tanti volti e tante voci ma anche il senso profondo delle parole di L. Rèpaci: “L’amore della Calabria è un amore passionale dovuto al fatto che noi amiamo una terra che ha molto sofferto. Ha sofferto lei e abbiamo sofferto noi per farci una posizione, per aver un piccolo posto al sole. Abbiamo dovuto superare difficoltà che gli altri non immaginano neppure. C’è però un legame fra la sofferenza della terra e la sofferenza nostra. Non soltanto di noi scrittori…” (trasmissione  tv del 23.4.1973).
* a Crotone partecipiamo alla messa domenicale nella parrocchia San Paolo: comunità viva, parroco giovane ed ardente, scoutismo diffuso insieme con il volontariato di giovani e meno giovani (non a caso qualche giorno dopo la parrocchia sarà meta e tappa del pellegrinaggio della speranza in Calabria organizzato dalla Comunità di S. Egidio).

Una terra di giovani... 
(Parrocchia di San Paolo, 
realtà viva con gruppi giovanili, tra cui gli scouts).
* il buon samaritano: anonimo camionista, incrociato per caso in una stradina deserta della piana di Squillace dove eravamo capitati sbagliando direzione e a vista d’occhio non c’era anima viva. Proprio lì si era forata una gomma anteriore e non sapevamo che fare, non riuscivamo a svitare i bulloni serrati con la pistola ad aria compressa né sapevamo che la nostra vecchia golf avesse in ogni ruota un antifurto. Insomma nella calura disperata non sapevamo che pesci pigliare. Ed infine ecco sopraggiungere un camion: non si ferma, procede oltre, poi fa retromarcia; scende un giovane camionista, capisce al volo e con poche parole e gesti concreti ci toglie dal deserto, svita i bulloni, sblocca l’antifurto e riparte di fretta perché deve rispettare i suoi tempi e noi rimaniamo a bocca aperta felici di questo intervento provvidenziale. 

Una terra capace di solidarietà
(come dimostra il camionista 
che ci ha soccorso...)
* il sig, Raffaele che ci vede incerti ai piedi del crinale sul quale si erge Altomonte, si presenta, ci accompagna su per le ripide scalinate magnificando il paese sino alla stupenda chiesa ed al museo civico contiguo, ci fa ammirare lo splendido panorama e sparisce.

Una terra da riscoprire... 
(chiostro annesso alla chiesa 
di Altomonte).
* La signora della pizzeria “Il Vesuvio” di Rende che a tutti i costi, sempre sorridendo e ringraziando, ci offre le sue  prelibatezze ed i suoi distillati, ma soprattutto la sua genuina umanità. L’ospitalità rude e genuina del vecchio gestore de Lo Sparviero di Gerace (provare per credere la cucina “povera” e il liquore al peperoncino che persino mia moglie  - incredibile dictu et visu! – ha apprezzato). Il gesto gratuito del cameriere che a Crotone ci offre in degustazione la sua “vera sardella” (eccezionale!). Ed infine l’allegria di una festa popolare in mezzo a tante persone sconosciute - vecchi, giovani, donne, frotte di bambini gioiosi e sorridenti - in una notte incantata di Gerace, allietata da bravissimi  attori di strada …. 

Una terra ospitale... 
(scena di simposio su un vaso attico)
Addio Calabria. Abbiamo goduto, a volte con sofferenza, della bellezza che la terra e gli uomini e donne della Calabria ieri e oggi ci offrivano, abbiamo parlato, ascoltato, condiviso ciò che unisce e ciò che  divide, donato e ricevuto gesti semplici e sinceri sorrisi, vissuto incontri di fratellanza, contemplato volti irripetibili, sperimentato  il trionfo quotidiano dell’ospitalità. Questa è la vera Calabria che  portiamo  nel cuore, quella che intende vivere, che conserva la memoria, che arde di spiritualità, che sprizza generosità e gentilezza, che vola alto e respira la speranza. 

Una terra che è ancora in grado di sperare?
(Antonio Saladino, Portatore di nuvole. 
Museo civico di Taverna.)
E mia moglie, pensate un po’, lei che è una provetta nuotatrice, è persino riuscita a fare una memorabile nuotata, l’unica del nostro soggiorno calabrese, all’alba di un mattino, sulla spiaggia  di Capo Colonna, a quell’ora deserta … 

... di guardare lontano?... 
(Mare di Crotone all'alba)
Alcune letture, che proseguiremo, ci hanno accompagnato nel viaggio. Ne cito due:
* un giallo ambientato in Calabria: Carmine Abate, La collina del vento, premio Campiello 2012, Mondadori;  
* un  dossier  sulla ‘ndrangheta: Arcangelo Badolati, Mamma ‘ndrangheta, la storia delle cosche cosentine dalla fantomatica Garduna alle stragi moderne, prefazione di Nicola Gratteri e Antonio Nicaso, giugno 2014, ed. Pellegrini, Cosenza (proprio in questi ultimissimi giorni presentato e commentato su Rai3).
... di combattere? di resistere?....

“Venite al tempio sacro delle vergini dove è più grato il bosco e sulle are
fuma l’incenso.
Qui  fresca l’acqua mormora tra i rami
dei meli: il luogo è all’ombra di roseti.
 Dallo stormire delle foglie scende
profonda quiete.
Qui il prato dove meriggiano i cavalli
è tutto fiori di primavera,
e gli aneti vi odorano soavi.
E  qui con impeto, dominatrice,
versa Afrodite nelle tazze d’oro
chiaro vino celeste
e insieme gioia.”
  (Saffo)

Addio Calabria... 
(Festa a Gerace ...)

Chi desidera intervenire può andare qui sotto su "commenta come", nel menù a tendina selezionare "nome/URL", inserire solo nome e cognome e cliccare su continua. Quindi può scrivere il proprio contributo sul quale rimarrà il suo nome ed eventualmente, se lo ritiene opportuno, può lasciare la sua mail.


mercoledì 23 luglio 2014

Il nostro viaggio in Calabria, prime fugaci impressioni.

Soverato (Cz), 23 luglio 2014.


«Un paese ci vuole, non fosse che per il gusto di andarsene via. 
Un paese vuol dire non essere soli, 
sapere che nella gente, nelle piante, nella terra 
c’è qualcosa di tuo, 
che anche quando non ci sei resta ad aspettarti».
Cesare Pavese, La luna e i falò.

La Calabria – regione che abbiamo scelto quest’anno come meta delle nostre vacanze – suscita in mia moglie e in me sentimenti molto intensi e ambivalenti, di segno positivo e negativo. 

Crotone, 
peschereccio all'alba.
In questo primo post, per i nostri amici del blog, vogliamo privilegiare alcuni aspetti gioiosi, di indubbia bellezza e bontà, che questa terra offre a chi la visita. Lo vogliamo fare in una forma leggera, fatta di immagini - scattate da noi - e di brevi didascalie. Forse, al termine del viaggio, proveremo a formulare alcune riflessioni più articolate su questo lembo d’Italia e sulle forti contraddizioni che ne abbiamo colto.

Crotone, Capo Colonna, 
resti del tempio dedicato a Hera Lacinia, 
uno dei santuari più rilevanti della Magna Grecia, 
risalente al VI secolo a.C.


Crotone, la città di Pitagora 
(il filosofo e matematico 
vissuto tra il VI e il V secolo a.C.). 
Museo archeologico.
Spiaggia di Sibari 
dove sbocciano numerosi 
- piccoli, umili, ostinati - 
fiori bianchi.
Museo archeologico di Sibari, 
centro importante della Magna Grecia, 
fondato nell'VIII secolo a.C.
Sibari, grandiosa pasticceria...
... a dir poco memorabile.
Santuario Santa Maria "delle Armi" 
(che significa "delle grotte"),  risalente al X secolo. 
Vista stupenda sulla pianura di Sibari,
che si estende all'orizzonte fino al mare
(altezza 1015, comune di Cerchiara, 
provincia di Cosenza).
Santa Maria delle Armi, scavata nella roccia. 
La fierezza dei fiori occhieggianti
tra le pietre.
Splendida Abbazia di 
Santa Maria del Patire (XI secolo), 
Corigliano (provincia di Cosenza).
Rocca imperiale, uno dei tanti borghi 
posti su un'altura, a dominare.
Chiesa bizantina di San Marco (XI secolo), 
Rossano, antico centro 
in provincia di Cosenza.
Tipico paesaggio collinare, 
con ulivi e aranceti...
... un paesaggio che si estende 
a perdita d'occhio.
Santa Severina, in provincia di Crotone, 
Battistero bizantino risalente al IX- X secolo d.C.
Catanzaro, un particolare.
Ruderi della Basilica di Santa Maria della Roccella, 
edificata dai normanni tra XI e XII secolo 
e semidistrutta dal terremoto del 1783 
(provincia di Catanzaro).
Parco archeologico di Scolacium (Catanzaro). 
Vi troneggiano gli ulivi, 
antichi di anni, contorti e nodosi.
Mattia Preti, pittore seicentesco 
influenzato dal Caravaggio, 
come si nota in quest'opera dal titolo Concerto. 
E' artista calabrese, nato a Taverna  
- dove sono esposte sue opere -
in provincia di Catanzaro.


Chi desidera intervenire può andare qui sotto su "commenta come", nel menù a tendina selezionare "nome/URL", inserire solo nome e cognome e cliccare su continua. Quindi può scrivere il proprio contributo sul quale rimarrà il suo nome ed eventualmente, se lo ritiene opportuno, può lasciare la sua mail.