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Visualizzazione post con etichetta Carlo Levi. Mostra tutti i post
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sabato 15 aprile 2023

Celebrazioni per Rocco Scotellaro.

Post di Rosario Grillo.
 
Tricarico, Murale per Rocco Scotellaro e luminarie con versi della poesia "Lucania", Massimo Rella
Questo governo che alla cultura ha procurato forti scossoni in nome di cadenze nazionaliste e a causa del recupero di una decisa dose di governo elitario, ha avuto il merito di disseppellire la memoria di un personaggio emblematico della cultura meridionale (oltre che della civiltà contadina). Il personaggio è Rocco Scotellaro, vissuto tra il 1923 e il 1953, lucano, protagonista di vicende pregnanti nella storia del socialismo italiano.
Le celebrazioni cadono nell’anniversario della morte; quella che lo rapì ancora giovane, dopo una vita breve che si deve considerare intensa. Una commemorazione, oltretutto, che ripaga la trascuratezza della regione di appartenenza e dello stesso paese natio, che poco si sono occupati di rendere onore alla grandezza dell’uomo.
Eppure Scotellaro poteva essere subito classificato come degno discepolo di Gaetano Salvemini (che a lui sopravvisse, essendo morto nel 1957).
 

domenica 21 luglio 2019

Discorrendo del background culturale di Carlo Levi.

Post di Rosario Grillo.

Mont Subdury, Illustrazione raffigurante 
un lupo mannaro nel bosco, 1941
Nel retaggio delle mie paure infantili c’era posto per il lupo mannaro, figura classica di uomo mutato in lupo, al plenilunio.
La leggenda è molto diffusa nelle contrade dell’Italia meridionale, a partire dal Molise, ed ha il suo ascendente nella mitologia greca, dove si parla del castigo comminato da Zeus a causa del pasto, con carni di bambino, che gli era stato preparato da Licaone, re d’Arcadia. (1)
Dal Meridione arrivò all’orecchio e ad una “raccolta di tradizioni” di Carlo Levi, che, come noto, fu mandato dal fascismo al confino nella Lucania.
Non fu solo curiosità pseudosociologica la sua e, difatti, come acutamente analizzato da Giorgio Agamben (2), l’interesse del noto torinese fu mosso dalla sua propensione per la filosofia, la sociologia e la psicologia, discipline che egli aveva studiato a fondo. (3)
Da esse pensava, infatti, di ricavare maggior fama anziché dal romanzo Cristo si è fermato a Eboli, per il quale è più conosciuto.