✱ PREFAZIONE.
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Giorgio Agamben, Il sacramento del linguaggio |
In definitiva prezioso wunderkammer in
miniatura.
✱ LINGUAGGIO E GIURAMENTO.
Con una complessa argomentazione “sulla
punta di fioretto” Agamben mette a punto il senso che va riconosciuto alla “componente
religiosa” del giuramento.
La ricchezza dei rimandi (alle radici
indoeuropee, alla civiltà greca da Omero al periodo ellenistico, al diritto
romano innestato nella celebrazione dell’imperatore, pontifex maximus, a studi
etnografici) non oscura la centralità della tesi principale: la natura religiosa
del giuramento è di tipo formale, è inscritta non nella rivelazione divina ma
nell’inerenza tra il divino e la parola, sigillo del giuramento. A tal punto da
autorizzare l’affermazione: il giuramento è Dio.
Si comprende del tutto se si traduce con
l’idea del pieno. Al contrario, la
bestemmia è il vuoto. Ecco perché di essa si parla come di nominazione di Dio:
frustra, vana, inconsistente, vuota.