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Visualizzazione post con etichetta Jan Mankes. Mostra tutti i post
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sabato 19 settembre 2015

Un pensiero mattutino con le tre domande kantiane e J. Mankes.

Che cosa possiamo 
conoscere?
(Jan Mankes, Autoritratto)
 Legno storto. Incedere eretti.
(H. Gollwitzer)*
Tre grandi domande.
Da giovane sognatore pensavo  ad un possibile patto di fedeltà tra noi tutti – ognuno con i suoi  impegni, non importa a quali livelli, interpersonali, familiari, professionali, sociali, amministrativi, politici… - e le tre domande kantiane, purché queste ultime si ponessero in versione plurale e non individualistica. “Che cosa insieme possiamo conoscere, che cosa insieme dobbiamo fare, che cosa insieme ci è concesso sperare?”. In sintesi: chi siamo noi? 
Che cosa 
dobbiamo 
fare?
(Jan Mankes, 
Autoritratto)
Che cosa ci è concesso 
sperare? 
(Jan Mankes, 
Vaso di gelsomini)
Oggi non so sinceramente quanti decisori delle piccole e grandi scelte politiche economiche e sociali possano essere d’accordo e soprattutto quanti di loro ogni giorno siano fattivamente impegnati nell’operare perché tutti possano conoscere, orientarsi criticamente su ciò che debbono fare, continuare o ritornare a sperare. Eppure una laica, laicissima, riflessione su questo patto di fedeltà potrebbe essere un cerino acceso nell’oscurità del vuoto di pensiero, di orientamenti, di speranza del nostro tempo sempre più liquido.