🎨 Immagini delle opere di Jan Toorop, pittore olandese vissuto tra il 1858 e il 1928. Fortemente influenzato dal simbolismo (in particolare si avverte la parentela stilistica con Odilon Redon), sviluppa un linguaggio pittorico denso di rimandi e di segrete cifre, adatto a suggerire riflessioni sugli estremi inconoscibili - nascita e morte - del vivere.
🖊 Post di Rosario Grillo, Montebelluna, 08/02/2017.
Lascio la data della prima stesura, onde
evidenziare la persistenza di un fenomeno di crisi, legato certamente ad un
mutamento “d’epoca”.
Voglio aggiungere al numero e allo “stile” (sic) dei suicidi quello recente del ragazzo friulano (trentenne) che, a causa della esposizione-denuncia dei suoi genitori, sta generando un grosso dibattito.
🖊 Post di Rosario Grillo, Montebelluna, 08/02/2017.
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Jan Toorop, O morte, dov'è la vittoria? (1892) |
Voglio aggiungere al numero e allo “stile” (sic) dei suicidi quello recente del ragazzo friulano (trentenne) che, a causa della esposizione-denuncia dei suoi genitori, sta generando un grosso dibattito.
Dai giornali e dai blog emerge già che è
impossibile ridurre al disagio socioeconomico la spinta predisponente al suo suicidio.
La lettera, di per sé, segnala molteplici fronti di disagio del giovane, che si
possono ascrivere alla “condizione giovanile”, ad un temperamento fragile e
melanconico.
Tra tutte le focalizzazioni, mi piace
riportare il succo di quella fatta da Gilioli su Espresso. Egli riconduce il
movente alla denuncia del “vincismo”: un comportamento, una mentalità, che
esaltano il fare “gladiatorio”, il trionfo sociale di chi corre per vincere,
costi quel che costi, a prescindere.
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Jan Toorop, Desiderio e soddisfazione |
Momenti “magici” del riconoscimento di se stesso.
Si conferma, comunque, la “radice amara” di tanti, troppi, suicidi della nostra epoca, a cui Durkheim aveva dato il
nome di suicidi “anomici”.