🎨 Per un'immagine artistica di Hannah Arendt, particolarmente significativa, rimandiamo a questa pagina (non avendo potuto contattare Gloria Argelés, che ne è l'autrice, ed essere così autorizzati alla pubblicazione su questo blog).
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Tetradramma ateniese del V° secolo a. C, con la civetta di Minerva, simbolo della filosofia |
Una
qualità che ho ritrovato nell'opera Verità e Umanità, da
me già recensita nella parte relativa al contributo di Jaspers (qui il link).
Una
ricca messe di motivi mi sollecita a scriverne ancora, in particolare riferendo
i temi contenuti nella Laudatio di Hannah Arendt.
Lo
spessore è confermato dalla virtù intrinseca della “reductio ad unum”: il
motivo conduttore, qualificante ed eternamente valido: Humanitas.
La
Arendt insiste su un concetto: portare
a chiarezza.
In
questa “intentio” riconosce la pregnanza della filosofia di Jaspers. Direi di
più: della sua filosofia dell'esistenza.
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Libro contenente i due discorsi (di Arendt e Jaspers) |
In
questo registro viene evidenziata la comunanza
di filosofo e politico: entrambi votati a mettere in pubblico la propria
persona (persona: cifra dell'esistenza).
Con
la differenza che il politico ha un raggio circoscritto, mentre il filosofo
agisce su un orizzonte autenticamente universale.
Tale
proprietà, attribuita a Jaspers, è comprovata da episodi concreti, storici, del
suo filosofare.
“Ciò che sempre resiste alla chiarezza, che nella sua luce non si dissolve in
nebbia, appartiene alla humanitas, e assumere la responsabilità per ogni
pensiero nei confronti dell'umanità significa vivere in questa chiarezza e in
essa mettere alla prova se stessi e tutto ciò che si pensa” (p. 64).
Sfiora
il panegirico l’intervento dell’allieva/amica di Jaspers.