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Visualizzazione post con etichetta Maisara Baroud. Mostra tutti i post
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sabato 7 dicembre 2024

Angoscia, paura e speranza

Post di Rosario Grillo
Immagini di Maisara Baroud (qui il sito facebook)
 
Maisara Baroud, Gaza, 22 novembre 2024
La guerra è la cosa più schifosa della vita, bisogna capirlo, capire questa terribile necessità. La guerra è guerra, non un gioco. Lo scopo della guerra è l’omicidio, gli strumenti della guerra sono il tradimento, la spoliazione degli abitanti, il saccheggio, il furto, l’inganno e la menzogna chiamati stratagemmi militari. Tutti i re danno la ricompensa maggiore a quello che ha ammazzato più gente... Si incontreranno per ammazzarsi, massacreranno, storpieranno decine di migliaia di uomini e poi celebreranno funzioni di ringraziamento per aver ucciso e proclameranno la vittoria. Come può ascoltarli Dio da lassù? (Tolstoj)
 
La rovina, nei giorni nostri, è il ritorno prepotente dell’azione bellica. La guerra - cosa incredibile - ha conquistato un posto di rilievo nei programmi politici dello scenario internazionale. Tre guerre, in un contesto di crisi generale, travagliano vistosamente le società e i popoli: nell’Ucraina, nella terra di Israele, nel Sudan. Immagini di distruzione, di morti ed eccidi, momenti che sembrano evocare perfino il “genocidio”.
Scorrono queste immagini: alcune dal 2022, altre dal terribile 7 ottobre 2023, altre ancora da più tempo (Sudan), mentre vedo un grave rischio di assuefazione.
La Comunità europea, simbolo di volontà di Pace, in quanto creata con il fine di abbandonare la strada del confronto armato tra le Grandi Potenze, mette addirittura a capitolo primo di un Piano di ripresa (leggi Piano Draghi) la spesa per le armi.

giovedì 10 ottobre 2024

“Sono ancora vivo”. L'arte viene da Gaza.

Post di Rossana Rolando
Disegni di Maisara Baroud (qui il sito Instagram)

Maisara Baroud, 10 ottobre 2024
I’m still alive” (sono ancora vivo) è il titolo eloquente del progetto culturale e umano di Maisara Baroud (nato nel 1976 a Gaza), professore universitario ed artista palestinese che ha perduto tutto (casa, studio, cose) e continua a rappresentare quotidianamente il dolore consumato sotto le bombe, nella striscia di Gaza, per far sapere ad amici, a parenti e a tutti coloro che ne seguono le vicende sui social, di essere ancora vivo. Ogni giorno un disegno, ogni giorno l’affermazione – nonostante tutto – della vita: I’m still alive.
Quell’ancora (still) indica la resistenza di chi sopravvive, rimane lì, non fugge, condivide il destino brutale del suo popolo e non smette di coltivare il lumicino della vita. E’ l’arte che resiste nell’onnipresenza angosciosa della morte.