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Visualizzazione post con etichetta guerra. Mostra tutti i post
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venerdì 8 agosto 2025

Se non è una trama, vi assomiglia

 Post di Rosario Grillo
 
«Sino a che questo oblio di una possibile alternativa avrà il sopravvento, contro la cecità allapocalisse (di cui scrisse Günther Anders, ) non ci sarà niente da fare». (Christof Türcke)
“è restata, infatti, la guerra senza il principio del conflitto […] una guerra ormai allo stato puro, come non s’era mai vista prima nella storia, una guerra con distruzione e morte ma, senza sangue né conflitto” (A. Asor Rosa, Fuori dell’Occidente )
 
Rosa dei venti, 1650
Ritorna in pompa magna il protezionismo.
Cala il sipario sul lungo periodo cominciato con la fine delle due guerre mondiali, intonato al libero commercio. Ne sono state tessute le lodi più sperticate, spesso sfiorando la retorica, in modo da combattere il fronte dei paesi comunisti, raccolti sotto l’insegna della URSS.
La polvere ideologica con la quale si è rivestito il fronte occidentale, nel quale gli Stati Uniti prendevano il testimone del comando, si serviva addirittura di un’impegnativa voce: democrazia. Contrapposta ad autocrazia.
In conseguenza, addirittura, fu coniato l’apposito marchio di Occidente: ne scaturì una dualità inconciliabile con l’oriente (ed i paesi orientali). Certo, sfuggiva ai più che la geografia non è scienza apodittica, anzi chiede il relativismo e se ne serve.
In esempio pratico, certi paesi che al nostro sguardo risultano ad oriente, ad uno sguardo diverso (prospettiva) sono terre d’Oriente. La terra non è piatta e la carta geografica è una rappresentazione strettamente convenzionale.
La democrazia, resa topos dell’Occidente, fu dichiarata figlia della Grecia antica (età di Pericle) e fu stretta in unione con il liberalismo dando origine alla liberaldemocrazia.
Essa si faceva forte dello spirito liberale con gli annessi diritti civili e partoriva, in integrazione, la sovranità popolare con il bagaglio dei diritti sociali. La relazione sembrò armonica: tra liberismo liberalismo democrazia sembrava correre una fluidità ineccepibile. La maglia si poteva stendere fino a comprendere la socialdemocrazia tanto che, in un certo angolo, fu anche imbastito il welfare (non universale, per carità!).
Fu decantato il piano Marshall, senza sospettare l’incipiente egemonia degli Stati Uniti. Si permise (accordi, contrattazione, concessioni) una certa decolonizzazione, sotto attenta vigilanza, con dentro la fumosità di un incombente neo colonialismo (mutatis mutandis: sempre colonialismo).

sabato 7 dicembre 2024

Angoscia, paura e speranza

Post di Rosario Grillo
Immagini di Maisara Baroud (qui il sito facebook)
 
Maisara Baroud, Gaza, 22 novembre 2024
La guerra è la cosa più schifosa della vita, bisogna capirlo, capire questa terribile necessità. La guerra è guerra, non un gioco. Lo scopo della guerra è l’omicidio, gli strumenti della guerra sono il tradimento, la spoliazione degli abitanti, il saccheggio, il furto, l’inganno e la menzogna chiamati stratagemmi militari. Tutti i re danno la ricompensa maggiore a quello che ha ammazzato più gente... Si incontreranno per ammazzarsi, massacreranno, storpieranno decine di migliaia di uomini e poi celebreranno funzioni di ringraziamento per aver ucciso e proclameranno la vittoria. Come può ascoltarli Dio da lassù? (Tolstoj)
 
La rovina, nei giorni nostri, è il ritorno prepotente dell’azione bellica. La guerra - cosa incredibile - ha conquistato un posto di rilievo nei programmi politici dello scenario internazionale. Tre guerre, in un contesto di crisi generale, travagliano vistosamente le società e i popoli: nell’Ucraina, nella terra di Israele, nel Sudan. Immagini di distruzione, di morti ed eccidi, momenti che sembrano evocare perfino il “genocidio”.
Scorrono queste immagini: alcune dal 2022, altre dal terribile 7 ottobre 2023, altre ancora da più tempo (Sudan), mentre vedo un grave rischio di assuefazione.
La Comunità europea, simbolo di volontà di Pace, in quanto creata con il fine di abbandonare la strada del confronto armato tra le Grandi Potenze, mette addirittura a capitolo primo di un Piano di ripresa (leggi Piano Draghi) la spesa per le armi.

lunedì 30 maggio 2022

Guerra: arte, professione o dovere civico?

Post di Rosario Grillo.
Immagini delle opere sull'Ucraina di Vladimir Egorovič Makovskij, pittore russo vissuto tra il 1846 e il 1920.
 
Makovskij, Piccola Russia (Ucraina), 1885
“o pensare che non sia pace, o tanto prevalersi ne' tempi della guerra, che possano nella pace nutrirsi.”
(N. Machiavelli)
 
Davanti all’orrore della guerra si ergono impellenti obblighi morali, che consistono nella comprensione e nella reazione.
Obblighi che riguardano la comunità internazionale i singoli Stati; da lì discendono (e riguardano) i cittadini membri. Si devono aggiungere alla lista organismi non politici come le chiese; quindi per quanto ci tocca, la chiesa cattolica. Di questa, conosciamo bene la conduzione dell’attuale pontefice, in sintonia con i suoi precursori, almeno a partire da Benedetto XV. Bergoglio ha rimosso qualsiasi “ombra” (e compromesso) relativa al concetto di “guerra giusta (1) e messo in chiaro una pregiudiziale opzione per la pace.
Principio altamente fondato sulla dottrina evangelica riassunta nella dichiarazione di Cristo: “vi do la pace, la vera pace”. Se questo principio evangelico ha un senso, infatti, da esso si ricava che la guerra è errore: esercizio del nostro spirito egoistico, “insinuazione diabolica”.
Entrando poi nella pratica, risulta che con esso e da esso si impronta un sistema economico che privilegia il profitto individuale, a discapito della giustizia sociale (nella sfera di ciascuno Stato e nella sfera dei rapporti tra gli Stati).

lunedì 28 febbraio 2022

Pace.

 Post di Rosario Grillo.

Banksy, Contro la guerra
Un effetto grave e gravoso dell’invasione mass mediatica si può ritrovare nella superficialità con la quale ci pieghiamo al ricorso della VIOLENZA fino all’estremo dell’uso della GUERRA. Al di là della retorica sul prolungato periodo di pace, sui suoi benefici effetti, nella DIPLOMAZIA è diventato normale parlare di guerra, farvi ricorso con la PRESUNZIONE di saperla controllare, di portare alla conquista “pura e semplice” dei propri interessi. 

Visto che nel presente siamo nel pericolo di una GUERRA INCONTROLLABILE: quella che è scoppiata in Ucraina, con la conclamazione dell’invasione russa, voglio brevemente (anche senza lunga argomentazione, visto che oggi nel percorso della argomentazione si dà esca ai sobillatori di qualsiasi risma) portare l’esempio di un recente libro di storia con titolo RUSSOFOBIA. La tesi, allungata nel farsi della storia, svolge il tema del perché si sia depositato l’umore di una diffusa ostilità verso la Russia. Certo perché la Russia è mescolanza, è incrocio, e, come tale, mette a rischio il nostro voler vedere e giudicare in base: “al bianco o nero”, per schematismi. Troppo complessa la storia dei Rus, decisamente semplificante l’odio che si rivolge al cosiddetto IMPERIALISMO RUSSO, ma non sarebbe male riparlare di Gorbaciov e delle luci che si erano accese con la Glanost, con la Ostpolitik, con il crollo del muro di Berlino. Delle speranze di PACE DURATURA, in considerazione della debolezza russa di allora. Ma poi… si è costruito man mano il terreno della dittatura di PUTIN. Ci poniamo la domanda su coloro, ad est e ad ovest, che hanno lavorato per questo scopo.

"Mi piace pensare che ho il coraggio di far sentire la mia voce, anche se anonima nella democrazia occidentale, e domandare cose a cui nessun altro oggi crede, come la pace, la giustizia e la democrazia" (Banksy, Wall and Piece).

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sabato 26 febbraio 2022

Florenskij e l'appello alla nobile anima russa.

Post di Gian Maria Zavattaro.

Mikhail Nesterov, Con velo, 1897-98

Nel terribile contesto della guerra scatenata dalla Russia contro l'Ucraina, rivolgiamo un pensiero grato ai pacifisti e resistenti russi che hanno avuto il coraggio di scendere in piazza, mettendo a rischio la loro vita e la loro libertà (i dati riportati dalle agenzie di informazione: 1800 arresti da parte della polizia russa).

 

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💥 Pensieri di Pavel A. Florenskij.

Normalmente si pensa che l'umanità morirà per la carenza di qualcosa. Per me invece è chiaro che morirà per l'abbondanza - diceva mio padre. Anche a me il molto ha sempre fatto paura, fin dall'infanzia, perché ti sembra che irrompa il caos senza forma, che non sei in grado di governare e che non puoi far tuo.¹
 
Che cos'è la cosa più importante in un'opera d'arte? La cornice, la ribalta, il confine nel tempo, l'inizio e la fine. Se non ci sono limiti non è possibile neanche la serenità. La capacità di limitare se stessi è il segno della maestria (Goethe).²
 
Occupatevi dell'opera vostra, cercate di compierla nel migliore dei modi, e tutto ciò che fate, fatelo non per gli altri, ma per voi stessi, per la vostra anima, cercando di trarre da tutto vantaggio, insegnamento, alimento per l'anima, perché neanche un solo istante della vostra vita vi scorra accanto senza senso o contenuto.³