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Visualizzazione post con etichetta Banksy. Mostra tutti i post
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martedì 23 gennaio 2024

Il messaggio della Shoah, come fragile colomba.

 Post di Rossana Rolando.

Disegno di Emma Baglio, liberamente tratto da Banksy    
Da più parti ci si è chiesti in che modo si potrà celebrare la Giornata della Memoria, visto quello che sta succedendo in Medio Oriente, in particolare nella striscia di Gaza. A tutti è nota le reazione violentissima del governo israeliano - che ad oggi ha provocato più di 25.000 morti palestinesi - al feroce massacro del 7 ottobre, con la strage agghiacciante di circa un migliaio di israeliti, tra civili e militari, e il rapimento di 250 ostaggi, da parte dell’organizzazione terroristica di Hamas.
La cronaca recente porta notizia di un riacceso antisemitismo che attacca anche i simboli della Shoah e ne scredita la memoria.² Dietro questo sentimento che appartiene a frange estremiste si celano pensieri sottilmente più diffusi e domande che, confusamente, inquietano molti: come ricordare il genocidio degli ebrei quando gli stessi ebrei, non rammentando di essere stati vittime, si trasformano in carnefici? Non sono forse gli ebrei di oggi autori di un genocidio nei confronti del popolo palestinese?

domenica 17 dicembre 2023

Natale e il problema del credere.

Post di Rossana Rolando.

Banksy, street art

La fede scomparsa è il titolo del libro di Adriano Fabris - filosofo della religione e docente universitario - pubblicato nel febbraio di quest’anno. Esso prende avvio da ricerche sociologiche che attestano la riduzione della presenza cristiana nella società contemporanea, confermata dalla comune percezione delle chiese vuote e dall’innalzarsi dell’età media di chi si dichiara praticante. (1)
L’avvicinarsi del Natale, non fa che corroborare la tesi di un inesorabile processo di svuotamento del nucleo religioso, sostituito dai bagliori di una festa sempre più legata ai circuiti consumistici, rivestiti di retorica vagamente sentimentale.
Se fosse uno scritto nostalgico, di stampo apologetico, o una trattazione teologica, volta a recuperare i contenuti della fede, in particolare legati alla tradizione cristiano cattolica, avrebbe un interesse limitato a determinati ambiti.
Invece il libro si allarga sul significato dell’esperienza religiosa nella contemporaneità e acquista quindi la statura di una riflessione universale sull’esistenza e sulla situazione dell’uomo nel mondo di oggi (occidentale e non solo, data la globalizzazione).

lunedì 28 febbraio 2022

Pace.

 Post di Rosario Grillo.

Banksy, Contro la guerra
Un effetto grave e gravoso dell’invasione mass mediatica si può ritrovare nella superficialità con la quale ci pieghiamo al ricorso della VIOLENZA fino all’estremo dell’uso della GUERRA. Al di là della retorica sul prolungato periodo di pace, sui suoi benefici effetti, nella DIPLOMAZIA è diventato normale parlare di guerra, farvi ricorso con la PRESUNZIONE di saperla controllare, di portare alla conquista “pura e semplice” dei propri interessi. 

Visto che nel presente siamo nel pericolo di una GUERRA INCONTROLLABILE: quella che è scoppiata in Ucraina, con la conclamazione dell’invasione russa, voglio brevemente (anche senza lunga argomentazione, visto che oggi nel percorso della argomentazione si dà esca ai sobillatori di qualsiasi risma) portare l’esempio di un recente libro di storia con titolo RUSSOFOBIA. La tesi, allungata nel farsi della storia, svolge il tema del perché si sia depositato l’umore di una diffusa ostilità verso la Russia. Certo perché la Russia è mescolanza, è incrocio, e, come tale, mette a rischio il nostro voler vedere e giudicare in base: “al bianco o nero”, per schematismi. Troppo complessa la storia dei Rus, decisamente semplificante l’odio che si rivolge al cosiddetto IMPERIALISMO RUSSO, ma non sarebbe male riparlare di Gorbaciov e delle luci che si erano accese con la Glanost, con la Ostpolitik, con il crollo del muro di Berlino. Delle speranze di PACE DURATURA, in considerazione della debolezza russa di allora. Ma poi… si è costruito man mano il terreno della dittatura di PUTIN. Ci poniamo la domanda su coloro, ad est e ad ovest, che hanno lavorato per questo scopo.

"Mi piace pensare che ho il coraggio di far sentire la mia voce, anche se anonima nella democrazia occidentale, e domandare cose a cui nessun altro oggi crede, come la pace, la giustizia e la democrazia" (Banksy, Wall and Piece).

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martedì 13 ottobre 2015

La strage dei bambini in Brasile e non solo. Uscire dall'indifferenza.



Insegnate ai vostri figli
che non c'è gloria
o eroicità nella guerra.
Insegnate che la gloria deriva
dalle azioni
che prevengono la guerra
e che gli eroi sono coloro che
tali azioni realizzano
(tratto dalla pagina facebook di Banksy, traduzione nostra).


Ancora in  sordina -  anche se pare si stia dissolvendo un po’ la cortina di silenzio ed indifferenza dei media -  si dà notizia del massacro sistematico dei bambini di strada, soprattutto in Brasile (per “ripulire” Rio in vista delle Olimpiadi) da parte di chi invece dovrebbe proteggerli: dal sito del tg3, 10 ottobre 2015 e dal sito di repubblica, 9 ottobre 2015
E intanto  vediamo scorrere in questa nostra bella Italia la vita serena e gioiosa dei nostri figli e nipotini, al più segnata dalle piccole angustie del quotidiano.
Che cosa possiamo fare, oltre il com-pianto, le pubbliche prese di posizione, perché sia resa giustizia a tanti innocenti - bambini non diversi dagli altri - la cui unica “colpa” è stata quella di nascere nei luoghi della guerra, della violenza e della disperazione?

martedì 12 maggio 2015

Lettera di un'amica a Massimo Gramellini.

Una nostra  amica (Patrizia, di Biella) mi ha inoltrato, per conoscenza, una mail diretta a Gramellini. 
“Chissà se la leggerà … - scrive - in ogni caso gli argomenti mi intrigano molto e vorrei condividerli anche con altre persone. Se vuoi puoi pubblicarli o comunque potrebbe essere uno spunto per fare qualcosa. Non so, ma qualcosa bisogna fare”.


Che significa “fare” qualcosa? Fare come “facere-practein” o come “agere- poiein? “Facere” è  agire all’esterno, produrre un‘azione o un oggetto (fare una donazione, devolvere una certa somma, ospitare a casa propria...), insomma agire concretamente e visibilmente. “Agere"  è agire all’interno, dentro di me, rendermi conto delle mie responsabilità, avviare un processo interno di cambiamento, di sollecitudine verso l’altro anche se il suo volto mi è sconosciuto.


Lasciamo il “facere” alla responsabilità, alla sensibilità, alla disponibilità e discernimento di ciascuno.
“Agere” forse è anche  più impegnativo e la lettera di Patrizia, che condividiamo, forse ci può sollecitare  a “guardare”, a non girarci dall’altra parte, a farci carico delle nostre responsabilità in quanto uomini e donne che si dicono civili, solidali e magari anche cristiani.


Lettera di Patrizia Pezzuolo.

Gent.mo Sig. Gramellini, Buongiorno.
A dire la verità non so dire l'oggetto di questa mia mail, ma credo di trovare in Lei una persona che sa ascoltare la mia preoccupazione e la mia inquietudine, dato che quando leggo i suoi articoli o ascolto i suoi editoriali in televisione, mi sento sempre molto in sintonia con le sue parole.

Vorrei esprimerle 
la mia preoccupazione ...

Abito in un paese vicino a Biella e anche da noi ci sono alcuni centri che accolgono ragazzi richiedenti asilo, nella nostra provincia per il momento ce ne sono poco più di cento. Insegno in un liceo cittadino e abbiamo avuto modo, tramite le associazioni che si occupano di queste persone, di incontrare i ragazzi, stare con loro, farli venire a scuola e ascoltare i loro racconti, non solo del viaggio per arrivare in Italia, spesso troppo doloroso e straziante,  ma la storia della loro terra. I nostri incontri si sono trasformati in lezioni di storia, geografia, inglese, francese, antropologia: insomma una vera e propria Scuola.

... sui richiedenti asilo ...
Abbiamo saputo, in questi giorni, che il viceprefetto ha comunicato a molti di loro, provenienti dal Mali, che la loro domanda di asilo non è stata accettata e presto riceveranno un foglio di via e ...diventeranno clandestini, come le persone che cercano di prendere il treno per andare in Germania, di cui parlava l'altra sera.

... che diventano 
clandestini ...
Dopo questa notizia, sono rimasta molto colpita, ferita oserei dire, senza parole. Ma non si può fare silenzio, non vedere cosa ci sta davanti. Le persone che continuano ad arrivare sono il nostro futuro, non possiamo far finta di non vederli o lavarci le mani con un foglio di via - perché noi non sappiamo cosa fare - o rivendicare che altri se ne occupino. Questi Uomini, Donne, Bambini sono un fatto concreto che ci riguarda e dobbiamo continuare a fare tutto quello che è nelle nostre forze per aiutarli, chiedendo certamente anche l'aiuto, necessario, di tutta l'Europa. SIAMO TUTTI RESPONSABILI DI LORO. 

... di cui dovremmo sentirci 
tutti responsabili ...
Per difendere i diritti di queste persone varrebbe la pena scendere in piazza, fermare il mondo, perché tutti insieme si trovi una soluzione ad una situazione umanitaria sempre più grave.
Sono stanca di vedere gente che sa fare tanto clamore per difendere i propri privilegi di casta, ma non riesce a guardare il proprio vicino che non ha riconosciuti i diritti fondamentali. 

... perché siano riconosciuti 
i diritti fondamentali ...
Lo sfarzo dell'expo sicuramente esprime anche valori sani e buoni e potrebbe essere un'occasione, una prima pagina da usare per denunciare e sollecitare il ministero degli interni e tutto il nostro governo affinché si sprema fino in fondo per creare un cordone umanitario, per trovare una via di salvezza per queste persone che stanno scappando da situazioni terribili, causate molto spesso danostri interessi.

... i diritti violati...
Stamattina ho ascoltato la trasmissione Uomini e Profeti di Gabriella Caramore, su Radio Tre: don PierLuigi Piazza, parroco di Zuliano in Friuli, responsabile del centro Balducci, ha portato una bella testimonianza che ha dato uno sprazzo di speranza.

... perché tutti possano 
avere un po' di speranza.
Spero di ascoltare ancora testimonianze, segni che possono cambiare le situazioni anche più difficili se vogliamo e, soprattutto, queste esperienze sono segni che possono insegnarci a leggere la realtà in un altro modo, con meno paura.
Insomma, ci sarebbero tante parole da dire... 
La ringrazio dell'attenzione e per questa volta, auguro io a lei Buongiorno. Patrizia Pezzuolo”.

... perché tutti hanno il diritto di godere 
di un po' di felicità.
Le immagini che accompagnano la lettera sono quelle di Banksy, noto e impegnato artista della street art.

Chiunque, tra gli amici o le persone interessate, voglia seguire le nostre pubblicazioni sul blog e ricevere l’avviso tramite facebook, può cliccare sul mi piace della pagina Persona e Comunità di facebook e, nella tendina che si apre, sul “ricevi le notifiche”. Grazie a tutti.

domenica 28 dicembre 2014

Figure del Natale. Sesta figura, la strage degli innocenti. Presentazione video di Banksy.

Bambini di Siria 
(da www.savethechildren.it)
“Fermatevi, smettete di uccidere i bambini” 
(seconda domenica di agosto 2014,  
Papa Francesco all’Angelus in piazza San Pietro).

Proponiamo oggi un video bellissimo di Banksy, artista inglese e celebre esponente della street art. Diffuso nel marzo del 2014, questo cortometraggio è dedicato ai bambini di Siria, nel terzo anniversario della terribile guerra che insanguina il paese. Il video può evocare la condizione di qualsiasi fanciullo venga oggi maltrattato, perseguitato, sfruttato, ucciso.
Banksy, 
Bambina 
con palloncino.
Breve presentazione: 
Una bambina riesce ad afferrare il filo di un palloncino rosso e ad innalzarsi al di sopra di un muro. Ed ecco che, oltre il muro, si trasforma, non è più una bambina qualsiasi, è una piccola siriana che guarda dall’alto le macerie della propria città. Il palloncino l’ha salvata. Le sue lacrime di compassione sembrano dire: non voglio, non posso salvarmi da sola, il mio non può essere l'unico palloncino esistente. Ma ecco che accade il miracolo.