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Visualizzazione post con etichetta Mantegna. Mostra tutti i post
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sabato 2 dicembre 2017

Padre Turoldo,"Canti ultimi".

🖊Post di Gian Maria Zavattaro.
Link al precedente post su Padre Turoldo.

Padre Turoldo, 
Canti ultimi
No, non c’è notte da Innominato che non possa essere squarciata da una preghiera. Perché anche il disperato spera; anche il suicida spera. Pure la morte spera; e può essa stessa comporsi in un estremo 'De profundis'. Anche il fiotto del sangue è un inaudito gemito. Anche chi grida a te da luoghi troppo profondi e ti dice di non ascoltar la tua voce, ti prega. E pure chi ti maledice, Dio, a suo modo ti innalza il suo 'De profundis' assurdo. E, presente o assente che tu sia,  sempre incombi dall’alto polo dell’abisso: ora muto come una lapide; ora tenero come una madre, gioioso di sentire pietà. Tu pure commosso ed avvilito per questo infinito dolore del mondo;  commosso per le tante vite infelici, colpevoli o innocenti che siano”(D. M. Turoldo, prologo al salmo 130 (129) Dall'abisso, in I Salmi versione poetica, ed. S. Paolo, 2016 p.4°8).

In continuità ed a conclusione  del precedente post si propongono tre passi de “LO SCANDALO DELLA SPERANZA colloquio intimo tra N. Fabbretti e D. M. Turoldo”: nei  primi due p.Turoldo ci invita a confrontarci insieme sulla morte, nel terzo a sperare tutti insieme…

🌟1. D.  È stato facile al poeta Turoldo, cantare la santità della morte per i nuovi martiri come Romero, e per tutti quelli ignoti e senza sepoltura o aureola? Un tema come il dolore e la morte non ha finito per costituire un rischio di retorica, un rischio di “edificante” e di “già detto”, anche per te?

martedì 7 gennaio 2014

Gioco, gioia, umorismo ... sono possibili oggi?


Ogni uomo è affamato di gioia e di felicità.
J. Moltmann




E' possibile la felicità? ...
Maestro dell'Alto Reno, 
Il Giardino del Paradiso.


Moltmann nelle pagine iniziali del suo aureo libretto “Sul gioco”  si chiede come si possa giocare quando nel mondo i bambini muoiono di fame, quando uomini vengono torturati, quando innocenti vengono uccisi; come si possa ridere vivendo in una terra straniera, in una società alienata e alienante, dove ogni giorno i volti di migliaia di persone sono inondati di lacrime; come si possa gioire  in mezzo a gente  terribilmente arrabbiata ed impegnata a protestare contro la miseria, la povertà, il dolore.
... o c'è solo l'inferno della sofferenza? ... 
Beato Angelico, 
Giudizio universale.
Per prima cosa liberiamoci dagli equivoci. Non ci interessa la presunta gioia commercializzata che da ogni parte ci viene propinata: inganno delle diverse forme alienate di divertimenti, diversivi, passatempi.
Ci interessa il sentimento autentico e liberante della gioia, che scaturisce dall’incontro con una persona o con un avvenimento e che  immediatamente viviamo come un dono che si presenta con un volto particolare o con una luce tutta speciale.
... che cos'è la gioia?...
Andrea Mantegna, 
Parnaso, Apollo, Venere, Mercurio e le Muse.
Se non siamo capaci di godere questa  gioia con semplicità nella felicità dell’istante forse è perchè siamo diventati persone piatte, individui rattrappiti,  soffocati nella tristezza e nella depressione. Certamente le circostante esterne, felici o infelici, condizionano in misura essenziale la nostra capacità di consegnarci all’esperienza della gioia. Ma molti adulti sono incapaci di gioire semplicemente perché  hanno ucciso  il bambino che portavano in sé.
... cosa, chi può generarla, alimentarla?...  
Maestro dell'Alto Reno, 
Il Giardino del Paradiso, particolare.
Si può piangere di gioia, ma normalmente la si collega con il vasto regno del sorriso e del riso,  i cui confini si  estendono dallo scherzo innocuo allo humour e si concludono nel cinismo di chi non ha più gioia di vivere.
Amo lo humour - “ilarità della serietà”, come lo  definisce H. Rahner – perché esso avverte della vita  non solo il carattere di dono, ma anche la  difficoltà ed  il  peso:  mai completamente libero da tristezza non rinuncia  tuttavia alla gioia di vivere sconosciuta al cinico.  Nello humour, sospeso ed ondeggiante in una leggera melanconia per il travaglio del mondo,  si dispiega un’allegrezza del cuore che  riconosce  che si può vivere e gioire anche in una società imperfetta.
.. la leggera malinconia dello humour ...
Maestro dell'Alto Reno, 
Il Giardino del Paradiso, particolare.
Forse solo chi ha provato il sapore della libertà soffre quando essa viene meno, solo chi ha conosciuto l’amore si ribella all’odio, solo chi è capace di piangere può vivere momenti autentici di gioia, catarsi liberatrice nel  nostro contradditorio quotidiano.
 ... l'aspirazione a una gioia senza fine ... 
Beato Angelico, Giudizio universale.

Certo non è gioia piena né imperitura alla quale può forse aspirare solo  la speranza che scaturisce dalla fede nella “lieta novella”: ”Io vi vedrò di nuovo,  e il vostro cuore si rallegrerà, e nessuno vi strapperà la vostra gioia”  (Gv.16,22).
Chi desidera intervenire può consultare il post del 22/10/13 oppure semplicemente andare qui sotto su "commenta come", nel menù a tendina selezionare "nome/URL", inserire solo nome e cognome e cliccare su continua. Quindi può scrivere il proprio contributo sul quale rimarrà il suo nome ed eventualmente, se lo ritiene opportuno, può lasciare la sua mail.