Post di Rossana Rolando
Immagini delle opere fotografiche di Jamie Heiden (qui il sito), per gentile autorizzazione.
I brevi testi poetici, con cui
Marguerite Yourcenar evoca i trentatré nomi di Dio, colpiscono per la loro
folgorante semplicità e bellezza.
Trentatré coincide con la quantità di volte in cui è menzionato il nome di Dio nella Genesi ed è inoltre il numero cristologico per eccellenza (33 sono gli anni di vita di Gesù), rimandando quindi - simbolicamente - al Mistero teologico e alla profondità inesauribile dell’Amore che traluce nella complessità multiforme della realtà. La poesia ne scorge gli indizi in ogni piega dell'essere: nello splendore della natura (Vento di mare/ a notte,/ su un’isola); nelle vite tenere, selvagge, pazienti, libere degli animali (Il muso/ paziente/ del bue… Cavallo che/ corre/ libero); nella sofferenza cosmica (Il cammello/ zoppo/ che attraversò la/ grande città affollata/ andando verso la morte); nell’odore familiare della terra (L’erba/ L’odore dell’erba); nel vasto sentire dell’uomo (la mano, la pelle, lo sguardo); nell’essenzialità del sorso, del pane, del sonno; nella vita che non si arrende (un cieco che canta); nel dolore incomprensibile dell'innocente (un bambino invalido); nel silenzio (/ fra due amici); nella voce che insegna a cantare.
Immagini delle opere fotografiche di Jamie Heiden (qui il sito), per gentile autorizzazione.
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Jamie Heiden, Un milione di cose |
Trentatré coincide con la quantità di volte in cui è menzionato il nome di Dio nella Genesi ed è inoltre il numero cristologico per eccellenza (33 sono gli anni di vita di Gesù), rimandando quindi - simbolicamente - al Mistero teologico e alla profondità inesauribile dell’Amore che traluce nella complessità multiforme della realtà. La poesia ne scorge gli indizi in ogni piega dell'essere: nello splendore della natura (Vento di mare/ a notte,/ su un’isola); nelle vite tenere, selvagge, pazienti, libere degli animali (Il muso/ paziente/ del bue… Cavallo che/ corre/ libero); nella sofferenza cosmica (Il cammello/ zoppo/ che attraversò la/ grande città affollata/ andando verso la morte); nell’odore familiare della terra (L’erba/ L’odore dell’erba); nel vasto sentire dell’uomo (la mano, la pelle, lo sguardo); nell’essenzialità del sorso, del pane, del sonno; nella vita che non si arrende (un cieco che canta); nel dolore incomprensibile dell'innocente (un bambino invalido); nel silenzio (/ fra due amici); nella voce che insegna a cantare.