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Visualizzazione post con etichetta Polo scolastico. Mostra tutti i post
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lunedì 15 settembre 2014

Il polo scolastico e il nuovo sindaco.


(continua  il sogno del polo scolastico  del 29.3.14)
Dicono che ogni favola abbia una sua “morale”,
 esplicita od implicita.
 Quella esplicita? Non la conosco.
Quella implicita? Se c’è, chi legge la ricavi.

Albenga, piazza San Michele.
A Gian Maria parve di risvegliarsi bruscamente. Del sogno solo vagamente ricordava oniriche immagini di un polo scolastico ingauno (chiamiamolo campus) nientemeno che nella ex caserma Piave. Cosa del tutto inverosimile, visti i mille cavilli ed ostacoli burocratici nonché la famelica bramosia degli speculatori di turno. Eppure non gli era sembrato  un brutto sogno. 

Gian Maria si era risvegliato dal sogno ... 
quello del polo scolastico alla caserma Piave ...
Ancora frastornato  se ne andò nell’orto a sudare e faticare. E mentre vangava, zappava e  liberava la terra dall'invasione di insolenti erbacce rimuginava rimuginava. 

Ad Albenga 
c'era un nuovo sindaco ...
Il nuovo sindaco era stato eletto al primo turno nel maggio 2014, luglio ed agosto  avevano elargito senza misericordia un'estate novembrina e tuttavia ancora si respirava aria vacanziera. I soliti problemi, le usuali scadenze, le ricorrenti urgenze caratterizzavano il vivere ingauno. Non erano ancora chiari i progetti a largo e lungo raggio della nuova amministrazione. Per la verità non spirava ancora un vento diverso e i cittadini più avveduti rinviavano ogni giudizio all’autunno incombente, dopo i fatidici rituali 100 giorni. Era però a tutti nota la fatica del Sindaco, cauto ma deciso, prudente ma fermo, nel destreggiarsi tra avversari esterni ed interni, gratuite polemiche da una parte e fuoco amico dall’altra. 

... sostenuto anche da chi non lo aveva votato... 
(incontro pre - elettorale a Leca d'Albenga)
C’era la rassicurante convinzione che non fosse per nulla intenzionato a farsi menare per il naso, proprio da nessuno, ed in ciò pareva confortato e stranamente, ma neppure troppo, sostenuto anche da chi non l’aveva votato, da chi aveva desiderato con piacere l’affermarsi della incompresa alternativa di persone ardenti di disinteressata dedizione per la città e di passione civile, ma che ora sapeva riconoscere l'urgenza di un libero sostegno al nuovo Sindaco per il bene di tutti. E così il cielo ingauno pareva gradualmente tingersi  dei colori dell’arcobaleno, quelli propri di una città solidale a misura di tutti e di ciascuno.

... un nuovo Consiglio comunale ....
Una novità comunque aveva (relativamente) animato Albenga: la delibera votata all'unanimità dal consiglio comunale circa il destino della ex caserma Turinetto, considerata sede idonea del futuro polo scolastico (non più campus). Una unanime resa a priori di tutti i consiglieri sulla ex caserma Piave. Eppure proprio ai primi di agosto il ministro della difesa Roberta Pinottti cedeva rispettivamente ai sindaci Pisapia Fassino e Marino un milione di metri quadrati di immobili per un totale di tredici complessi militari, quasi tutti in discrete condizioni, anche se da tempo  non più utilizzati dalle Forze Armate: la più grande dismissione fatta in Italia! Perché non si poteva cedere ai cittadini di Albenga la ex caserma Piave? Boh! Quali oscuri interessi, quali nascosti giochi sotterranei erano in ballo e chi manovrava i fili? Quale maledetto o benedetto destino era stato decretato nel silenzio generale? Da chi? 
Rimuginava rimuginava e gli venne un’idea. Lasciò il badile, si precipitò in casa, di getto si mise al computer che per lui non era altro che il sostituto della vecchia amatissima Olivetti…
... decise di scrivere... 
Egregio signor sindaco ...
 Egr. Sig. Sindaco,
sono uno dei 25.000 abitanti di Albenga. Ognuno ha le sue sensibilità; io, tra le altre, l’amore per la scuola pubblica statale. So benissimo che la realtà cittadina sulla quale Ella quotidianamente interviene è complicata, che le urgenze quotidiane sono sempre impellenti e spesso totalizzanti. Ma so anche che i fuochi di artificio (bellissimi!) durano solo la festa del patrono, che il pallio dei rioni (fantastico carnevale dall'indubbio folklore che allieta turisti, cittadini e commercianti!) il giorno dopo  rimane un prezioso ricordo e che non è possibile per Albenga un futuro radioso se non è programmato nel e dal presente.
Il campus scolastico non è affatto un discorso nuovo, quasi quasi si perde nella ingauna notte dei tempi. 

... il polo scolastico era 
nei progetti del sindaco Guarnieri ....
... ancor prima del sindaco Tabbò....
... e via via di sindaco in sindaco 
sempre più indietro...
Il vero problema che esso pone non  riguarda solo  la capienza e la sicurezza degli edifici o il numero delle aule e neppure il reperimento di congruo danaro (comunque di questi tempi un bel grattacapo). Il problema  è: come vogliono i cittadini  il futuro della città ed il futuro della scuola ingauna? Due rette parallele, ognuna per sé? Una scuola chiusa in se stessa, autoreferenziale, monade unicamente affamata di aule? Oppure “senza muri”, centro formativo e culturale, spazio aperto alla continua interazione sociale nel costante ritrovarsi con  tutti gli ingauni del territorio, senza esclusione di nessuno, per dare e ricevere? Sicuramente i cittadini direbbero sì all'ultimo interrogativo, ma siamo sicuri che tutto ciò sarebbe sufficiente  oggi e soprattutto domani? E' possibile pensare di andare oltre?

... la scuola è un grande patrimonio della città ...
(La storia del Liceo di Albenga,
scritta dal professor Mario Moscardini)
In una città sistemica e complessa come Albenga non c’è attività che si possa  avviare e realizzare se non all’interno di un’idea, di un progetto lungimirante e condiviso. Albenga ha sicuramente bisogno impellente di   edifici pertinenti per i licei, l’itis e l'agrario, con annessi e connessi laboratori, aree e terreni da sperimentare. Ma soprattutto ha bisogno dell’alimento del territorio, finalmente in linea e dialogo con la contemporaneità; ha bisogno di  un progetto culturale ed interculturale di grande respiro,  preoccupato di offrire possibilità di lavoro ai giovani di oggi e di domani sia in ambito locale sia nell’orizzonte della globalità; ha bisogno del campus a servizio della città e del comprensorio, forte richiamo a città vicine e lontane, centro di fruizione, produzione ed irraggiamento culturale artistico e musicale che, con la scuola ingauna non seconda a nessuno, si apra alle esigenze di tutti e colmi croniche mancanze e lacune. 
 
... la scuola si intreccia con la città 
e con il suo territorio ...
(Libro scritto dagli alunni del Liceo G. Bruno con il coordinamento del professor Lanteri 
e la guida del prof. Barbaria e di altri insegnanti).
Ripeto: campus aperto non solo all’istruzione e formazione ma ad ogni espressione culturale, artistica, tecnologica: dunque aperto a tutti i cittadini (associazioni solidali, culturali, professionali, giovanili, femminili, società sportive, convegni, rappresentazioni teatrali cinematografiche musicali letterarie artistiche …); campus con il suo Auditorium polivalente, palestre, campi sportivi regolamentari di ogni tipo, piscine, piste per atletica e per pattinaggio, locali di ristoro aperti a tutti, locali per ospitare master delle Università e corsi residenziali con annesso convitto, locali per gli ITS e spazi aperti (tanto verde, parco giochi, panchine, pista ciclabile, ampi parcheggi interni ed esterni, area da adibire ad ippoterapia…)...

... la scuola è il futuro della città... 
(Foto di Dario Lo Bello e Lorenzo Barusso, 
vincitori del concorso fotografico "Attimi 2010", 
ideato e curato dalla professoressa Rossetto).
Sig. Sindaco, le utopie si possono trasformare in realtà se c’è una diffusa condivisa volontà operativa e se Ella saprà al momento opportuno tirar fuori la grinta che molti Le riconoscono. Sono tante le persone che attendono non dico una immediata e radicale decisione che ha bisogno dei suoi tempi, ma un gesto coraggioso come  segno inequivocabile, totalmente diverso dai mille gesti che altri ci hanno propinato, e …

...il campus è un sogno da coltivare... 
perché sia centro 
di irraggiamento culturale della città...
Un rumore assordante, un tuono rombante, un grido lacerante destarono Gian Maria: trillava la sveglia, strillava la moglie, suonava insistente il campanello al cancello di casa, squillavano a distesa le campane ed i rintocchi assordavano tutti quanti, ripercuotendosi da frazione a frazione sino a Vadino. Era il primo settembre 2017 e Gian Maria in fretta e furia si preparò ad uscire, vergognosamente in ritardo, per assistere all’inaugurazione del campus ingauno là dove un tempo sorgeva la caserma Piave...

... è notizia di poco tempo fa: approvata la delibera che destina l'ex caserma Turinetto a Polo scolastico...
... potrà avverarsi il sogno? 
(ex caserma Turinetto).
C’è una morale?
Forse sì, forse no. Chi lo sa!
 Ad ognuno di noi trovarla…

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sabato 29 marzo 2014

Il sogno del polo scolastico.


Dicono che ogni favola abbia una sua “morale”, 
esplicita od implicita. 
Quella esplicita? Non la conosco. Quella implicita? Se c’è, chi legge la ricavi.

Una notte Gian Maria 
fu trasportato in un sogno ...
... sognò il polo scolastico ingauno ... 
per filo e per segno ...
Una notte Gian Maria, chissà perché, sognò il polo scolastico ingauno (chiamiamolo campus). Lo sognò nientemeno che nella ex caserma Piave, tra lo scorno di mille avvoltoi. Incredibile! Sognò che veniva inaugurato il primo settembre 2017, dopo che il/la nuovo/a sindaco/a eletto/a nel maggio 2014 senza perder tempo aveva riunito i capigruppo di minoranza e maggioranza ed aveva proposto di costruire tutti insieme un progetto condiviso. 
  
....il sogno si apriva... 
incredibile a dirsi ...
... con il polo scolastico collocato 
nella ex caserma Piave (!!!)...
Era nato un protocollo di massima ed in  consiglio comunale, tra polemiche ed accuse reciproche, vi era stato un susseguirsi di proposte, ripicche, aggiustamenti, miglioramenti, sino alla definitiva approvazione di cui ognuno rivendicava legittimamente ed orgogliosamente la paternità. Nessun  irenismo, nessun inciucio, nessun do ut des:  anzi spesso durissimi scontri, minacce di far naufragare tutto, seguite da faticose ricerche di accettabili mediazioni. Ma anche nessuna pregiudiziale contrapposizione, nessun insanabile conflitto: piuttosto l’inattesa sorprendente sperimentazione di un convivio delle differenze. 
 
... nel sogno succedeva... 
cosa inaudita ...

... che il consiglio comunale  ingauno, 
superando i conflitti ...
in men che non si dica  ...

E poi in tempi rapidissimi - altro fatto incredibile - i tecnici comunali avevano trasformato le scelte politiche in progetti realizzabili. I finanziamenti erano stati fortunosamente attinti dai fondi europei ed il campus, in meno di tre anni, era  fiorito ogni giorno: edifici pertinenti per i licei, l’iti, l’agrario, sotto un’unica presidenza (141 docenti, 22 bidelli, 13 amministrativi, 6 tecnici, 1341 alunni e 2682 genitori) con annessi e connessi laboratori, aree  e terreni da sperimentare ...
 
... il sogno era proprio esagerato ...
come se fosse semplice 
trovare finanziamenti ... 
... per costruire edifici adatti ai vari indirizzi 
di scuola superiore ingauna ...
(come nel progeto del campus 
di Novellara a Reggio Emilia)
... con tanto verde ...
(come nel progetto del campus 
al Ticinello di Pavia)
... e poi un auditorium  polivalente di 600 posti; palestre, campi sportivi di ogni tipo e dimensione (tutti regolamentari), piscine, piste per atletica, piste per pattinaggio; locali  di ristoro aperti a tutti; locali per ospitare sia master dell’Università  di Pollenzo e di varie facoltà di Agraria sia corsi residenziali, con annesso convitto, per gli ITS (istituti tecnici superiori) sponsorizzati dalla Piaggio e Spa dell’aeroporto di Villanova; e verde, tanto verde, un parco giochi, panchine in posti strategici, qualche timida pista ciclabile, ampi parcheggi interni ed esterni; dulcis in fundo, un’area da  adibire ad ippoterapia…. E c’era la passione da parte di tutti, in particolare dei genitori i cui figli erano ormai prossimi alle  superiori o a corsi post-diploma, ad andare a vedere, ad informarsi, sollecitare.



... con auditorium ... 
(come nel campus Lincoln di Palermo)

... con campi sportivi ... 
(come nel progetto del campus di Pastena, 
in provincia di Avellino)

Magistrati, polizia e carabinieri avevano per tempo bloccato ogni tentativo mafioso di intrufolarsi nel business. I raid dei finanzieri, in uffici studi laboratori opifici residenze, avevano indotto gli speculatori a girare alla larga…


... il sogno era chiaramente molto ingenuo ...
da paese delle favole ...
.... come se fosse possibile 
fare tutto in modo pulito ...
Era nato il  campus, aperto non solo all’istruzione e formazione  ma a tutti  i cittadini (associazioni  solidali, culturali, professionali, giovanili, femminili, società sportive, convegni, rappresentazioni teatrali cinematografiche musicali letterarie  artistiche …) in tempi ed orari flessibili regolamentati da rigide norme di accesso. Albenga finalmente si era posta in  dialogo con la contemporaneità e proponeva un’offerta  complessa, di grande respiro, interculturale, caratterizzata da una tecnologia in continuo auto-superamento, preoccupata di offrire possibilità di lavoro ai giovani sia in ambito locale sia nell’orizzonte della globalizzazione.

... era proprio un viaggio nella fantasia, 
senza alcuna aderenza alla realtà ...

... un campus aperto a tutti i cittadini ... 
centro di irraggiamento culturale ...  
(come il campus scolastico di Lallio, 
in Lombardia).

Era nato il campus: al servizio della città e del comprensorio, centro di irraggiamento culturale, forte richiamo a città vicine e lontane, area di fruizione e produzione culturale che, con la scuola non seconda a nessuno, si apriva alle esigenze di tutti e  colmava croniche mancanze e lacune.

... poi, alla vigilia di Natale del 2017...

Poi, alla vigilia del Natale 2017, successe quel che successe. Ma questa è un’altra storia, pardon, un altro sogno...

C’è una morale? Forse sì, forse no. Chi lo sa! 
Ad ognuno di noi trovarla…

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