Post di Rossana Rolando.
Piccola premessa.
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In copertina La furia alata, Pompei, I sec. a.C |
Nei tempi dell’isolamento imposto dalla corsa del virus, nelle settimane difficilissime della didattica a distanza e nell’affermarsi sempre più diffuso delle varie forme di smart working… questo libro aiuta a ristabilire le giuste misure rispetto a ciò che conta.
Vi è soprattutto un capitolo che può scuotere un naturale modo di pensare provocato dai bollettini quotidiani dei contagi, che ci ricordano la nostra prossimità con la malattia e ci fanno sentire la necessità angosciosa di salvarci. Siamo abituati a ritenere comunemente, istintivamente, comprensibilmente che la prima cosa sia vivere: questo è il valore supremo che sta alla base di qualsiasi altra possibilità. Ad esso quindi debbono piegarsi tutte le altre esigenze, da quella culturale - che per prima è stata sacrificata - a quella economica - che rivendica la propria sopravvivenza nelle ultime scomposte e spesso cavalcate manifestazioni di piazza.
Eppure ci potrebbe essere qualcosa che vale più del semplice rimanere in vita, si potrebbe avvertire una paura più forte della paura della morte, come insegna Socrate nella sua testimonianza biografica.