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Visualizzazione post con etichetta Radio 3. Mostra tutti i post
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domenica 1 novembre 2020

La vera salute sta nella relazione.

Post di Rossana Rolando.

Piccola premessa.

In copertina La furia alata, Pompei, I sec. a.C
Traggo questa espressione “la vera salute sta nella relazione” dal bel libro dedicato al tema dell’amicizia, di Pietro del Soldà, bravissimo conduttore di “Tutta la città ne parla” di Radio tre¹.

Nei tempi dell’isolamento imposto dalla corsa del virus, nelle settimane difficilissime della didattica a distanza e nell’affermarsi sempre più diffuso delle varie forme di smart working… questo libro aiuta a ristabilire le giuste misure rispetto a ciò che conta.

Vi è soprattutto un capitolo che può scuotere un naturale modo di pensare provocato dai bollettini quotidiani dei contagi, che ci ricordano la nostra prossimità con la malattia e ci fanno sentire la necessità angosciosa di salvarci. Siamo abituati a ritenere comunemente, istintivamente, comprensibilmente che la prima cosa sia vivere: questo è il valore supremo che sta alla base di qualsiasi altra possibilità. Ad esso quindi debbono piegarsi tutte le altre esigenze, da quella culturale - che per prima è stata sacrificata - a quella economica - che rivendica la propria sopravvivenza nelle ultime scomposte e spesso cavalcate manifestazioni di piazza.

Eppure ci potrebbe essere qualcosa che vale più del semplice rimanere in vita, si potrebbe avvertire una paura più forte della paura della morte, come insegna Socrate nella sua testimonianza biografica.

giovedì 25 giugno 2020

Sull'infanzia. Benjamin e la radio.

Post di Rosario Grillo.
 
Walter Benjamin, 
Racconti radiofonici per ragazzi
Molti vedono analogie tra l’infanzia e la vecchiaia e forse le potremmo compendiare in questo criterio: ciò che i bambini vedono con (nella) meraviglia, gli anziani evocano con (come) saggezza.
Ricreo l’effetto per scrivere del modo in cui W. Benjamin, che pure non arrivò a gustare la vecchiaia (1), rivisse il tempo dell’infanzia e ne trasse argomento per descrivere insieme: 1- le proprietà della prorompente tecnica; 2- la comunicazione rivolta agli adolescenti; 3- le proprietà della pedagogia.
Aspetto insospettabile, conosciuta la difficoltà abituale della scrittura benjaminiana. Eppure, fu poliedrica la sua curiosità e voluta la sua attenzione all’universo infanzia. (2)
La mia idea è che rimane un “cantuccio d’infanzia permanente” nel Nostro; comunque lo si può leggere nel velo di una certa leggerezza, somigliante con l’eracliteo bambino che gioca.

✴️ La Radio.
Esplorando il primo aspetto, che fa da cornice alla tematica, è necessario soffermarsi sull’ambivalente significato che Benjamin attribuì alla tecnica.
Per una parte, essa tronca la libera fluidità del conoscere, che rimanda all’incantesimo (aura) e ad una sorta di magia, equivalente della creatività.
Sono, in questo senso, da considerare le sue riflessioni sulla riproducibilità nell’era della tecnica e le osservazioni sulla narrazione (3).
Per l’altra, c’è un’urgenza - potremmo chiamarla impeto di realtà - che consiglia di maneggiare a fin di bene la tecnica e gli strumenti affini (4).

venerdì 20 luglio 2018

Il nostro debito verso Gabriella Caramore.

Post di Rossana Rolando.

Gabriella Caramore
🌟Si è conclusa il 30 giugno e il 1 luglio 2018 la trasmissione radiofonica condotta da Gabriella Caramore e dai suoi collaboratori (almeno nella forma che conosciamo). “Uomini e profeti” ha rappresentato, per molti anni (25!), un unicum nell’ambito dei programmi radiofonici e all’interno di quell’altrettanto unica emittente che è Radio 3, superando la separatezza tra mondo laico e mondo religioso che caratterizzava l’esperienza precedente, da cui proveniva la stessa Caramore.
Per mio marito e per me, ormai da molto tempo,  quella “voce”, nel breve intenso spazio - meno di un’ora - del sabato e della domenica, rappresentava un appuntamento imperdibile di riflessione sul mondo religioso, condotta con una libertà e una profondità – filosofica, teologica, estetica, musicale, letteraria, storica – senza pari. Ma non solo per noi. Gabriella Caramore ha saputo costruire intorno a questo momento radiofonico una comunità ideale di persone che – pur non conoscendosi – si sentivano dentro un certo approccio largo -“non asfittico”-  al “sacro” (anche non credenti, abitati però da un'inquietudine). Ne sono stati e ne sono tuttora prova i gruppi social (in particolare “Gli amici di Gabriella Caramore” su facebook) nei quali si è realizzato e si realizza un confronto rispettoso ed un arricchimento reciproco.