Post di Gian Maria Zavattaro
Immagini di Sergio Michilini.
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Sergio Michilini,
Che fare, Trittico
(particolare) |
Poco dopo
la morte di Stalin, Nikita Krusciov (1896-1972) denunciava il “culto
della personalità” (1) nei riguardi del dittatore, dichiarandolo unico esclusivo
responsabile delle stragi, degli eccidi, delle torture, dei gulag pieni di
innocenti. Eppure Krusciov negli anni feroci della dittatura aveva consentito
e taciuto, mentre scalava i vertici del potere. Non so se sia semplice
calcolo dei pavidi e dei codardi od istinto tattico di sopravvivenza dei servi
gregari oppure cinica previdente strategia dei voltagabbana. So però che la
storia si ripete a scadenze fisse: quanti antifascisti dopo la caduta del
fascismo, quanti anticomunisti dopo il crollo del muro di Berlino, quanti - nel
tempo del recentissimo tramonto di un tristo ventennio - dediti alla
transumanza verso altri lidi; e quanti al presente in questi giorni...
Oggi
“il culto della personalità” (dal lat. colere = coltivare,
ossequiare, venerare, avvalorare… e dal tardo lat. personalitas
derivato da persona, maschera) ha subito un’inarrestabile caduta vertiginosa per quanto
riguarda i partiti e la “politica” e la constatiamo ogni giorno in queste
forsennate settimane di vigilia del referendum.
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Sergio Michilini,
Che fare, Trittico,
(particolare) |
E’ però
su ben altri fronti ancora sicuro fenomeno vivo in questa nostra società
liquida e totalizzante, che valuta ogni cosa ed ognuno in base al
successo qui e subito ed alla capacità di consumare sia l’effimero
sia l’essenziale. Non c’è fascia di età che sia indenne, in particolare i
bambini, gli adolescenti, i giovani. Non c’è settore che non ne sia coinvolto:
in primis tv e media che esplicitamente lo conclamano, dichiarano e praticano;
ed in ogni settore economico sociale culturale della vita pubblica e privata.
Non di
questo culto della personalità vorrei parlare, ma di quello correlato, che sta
a monte, nascosto dietro le quinte dell’anonimato, meno evidente, ma diventato
un “habitus” introiettato nel profondo dei comportamenti di miriadi di
persone: tacito ossequio, magari inconsapevole, dei potentati di
ogni sorta.