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Visualizzazione post con etichetta Theodor W. Adorno. Mostra tutti i post
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venerdì 12 novembre 2021

Note musicali.

Post di Rosario Grillo.
Immagini del pittore olandese Jan Miense Molenaer (1610-1668).

Jan Miense Molenaer, Interno con violinista
Vado a proporre riflessioni che, nascenti dal mio abituale ricorso alla musica, si riconnettono all’area del legame corpo-spirito, di cui ultimamente mi sto occupando.
Sono un abbonato di Imusic, servizio di Apple; utilizzo l’ascolto della musica per scopi di relax. (1). Confermo, così facendo, (senza, per questo, adottare i principi e la metodologia della musico terapia), la canonica che dà attuazione alla tradizione più antica sui benefici influssi del ritmo. Per questo, basta citare l’importanza della musica nella cultura greca, dove, in ispecie nell’età più arcaica, poeti-aedi, pastori e ninfe esaltarono la combinazione tra parola e suono e l’intreccio con il passo di danza. Tutto un mondo esprimeva i suoi sentimenti in questa maniera. Il teatro ne risentiva. La “cultura degli eroi” ne usciva esaltata.
Io, molto modestamente, mi addormento, confortato dal suono (posso dire: cullato).
 
💥 Musicoterapia.
Da un bel po’ di tempo, a badarci bene, è stato scoperto il benefico influsso della musica in funzione di cura di certe malattie, di stati d’ansia, addirittura di scompensi cardiocircolatori. Ed è stato di grande momento l’impiego della musica nella psichiatria, cardine della dottrina rivoluzionaria che ha liberato la follia da ogni stigma sociale.
Sono richiamati, in questo caso, certi studi che, a largo raggio, hanno rilevato, per via scientifica, l’influenza esercitata dalla musica sulla crescita delle piante, nella reazione dei corpi animali, appunto, di tutti gli animali, quindi anche del corpo umano.

venerdì 27 gennaio 2017

La dissonanza dell'arte e il Terzo Reich.

🖊 Post di Rossana Rolando. 
🎨 Tutte le immagini riproducono disegni di Tommaso D'Incalci. 

Il lavoro rende liberi
Il filosofo tedesco e musicologo Theodor W. Adorno (1903-1969) ha scritto:
“…il terzo Reich non è riuscito a produrre una sola opera d’arte” (Th. W. Adorno, Minima moralia, Einaudi, Torino 1979, p. 119).

E’ una frase che colpisce e che si può comprendere meglio alla luce di due altre affermazioni:
“...finché tra gli uomini c’è una coscienza del dolore, ci deve essere anche l’arte come forma oggettiva di questa coscienza” (Th. W. Adorno, Metafisica, Concetto e problemi, Einaudi, Torino 2006, p. 133).
“C’è più piacere nella dissonanza che nella consonanza […] Ciò che stride […] diventa fascino; e questo fascino […] conduce la nuova arte nella terra di nessuno, che sta in rappresentanza della terra abitabile” (Th. W. Adorno, Teoria estetica, Einaudi, Torino 1977, p. 69).

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Lo straniero
Per Adorno l’arte ha un duplice compito: denunciare le storture dell’esistente e annunciare un mondo nuovo, la “terra di nessuno” che non è ancora “terra abitabile”. Nel cogliere la disarmonia, l’imperfezione, la dissonanza di “ciò che stride”, l’arte rende accorti della riconciliazione che non c’è ancora e, nello stesso tempo, tiene desta l’idea della redenzione, facendosi segno anticipatore ed utopico. Di qui si comprende perché il Terzo Reich non ha prodotto opere d’arte e non le ha neppure tollerate al proprio interno, distruggendo dipinti, mandando al rogo libri e condannando interi universi artistici: l’ideologia che nasconde e deforma la realtà è del tutto incompatibile con l’arte intesa “politicamente” come spazio di riserva critica e di futura possibile liberazione.

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