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J. W. Waterhouse, Eco e Narciso, particolare |
Il
dipinto che abbiamo scelto per questo post ben si adatta ai contenuti espressi.
In esso si narra la vicenda di Narciso ed Eco. Il primo è
un fanciullo bellissimo destinato a non poter amare che se stesso, la seconda è
la ninfa ridotta ad essere semplice suono che ritorna. Narciso - dopo aver
rifiutato Eco, innamorata perdutamente di lui - muore nell'inutile tentativo di
abbracciare la propria immagine riflessa in una pozza d'acqua.
L'autore
del dipinto è John William Waterhouse (1849-1917), pittore britannico
etichettato come preraffaellita, che spesso riprende temi mitologici con tocco
delicato e personale estro interpretativo e, in ogni caso, affianca la propria
opera pittorica a testi letterari, considerando i due linguaggi - parola
scritta e parola dipinta - complementari.
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Una certa tradizione attribuisce a Buddha la storia di due cani che in momenti
diversi entrarono nella stessa stanza. Uno ne uscì scodinzolando, l’altro ne
uscì ringhiando. Una donna li vide e, incuriosita, entrò nella stanza per
scoprire cosa rendesse uno felice e l’altro così infuriato. Con grande sorpresa
scoprì che la stanza era piena di specchi. Il cane felice aveva trovato cento
cani felici che lo guardavano, mentre il cane arrabbiato aveva visto solo cani arrabbiati
che gli abbaiavano contro.
Quale può
essere il significato originario della favola? Dipende dal nostro modo di
specchiarci... Per Buddha ciò che vediamo nel mondo intorno a noi è un
riflesso di ciò che siamo: “Tutto ciò che siamo è un riflesso di quello che
abbiamo pensato. La mente è tutto. Ciò che pensiamo diventiamo.”
Ma la metafora dello specchio può indicare molti ulteriori significati, alcuni positivi, altri negativi.
Ma la metafora dello specchio può indicare molti ulteriori significati, alcuni positivi, altri negativi.
Narciso.
Può evocare
la fine tragica di Narciso: non uscire dallo specchio vuol dire non uscire da
se stessi, vuol dire proiettare sull'altro noi stessi, senza entrare in
comunicazione con l'altro; vuol dire ridurre l'altro a sé e finire per perdersi
annegando in se stessi.