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Visualizzazione post con etichetta beni comuni. Mostra tutti i post
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sabato 19 novembre 2022

Territorio e comunità.

 Post di Rosario Grillo.

“In geografia quello che veramente conta è ciò che non c’è. Perché quello che manca va pensato, desiderato, immaginato”. 
(Matteo Meschiari)
 
Natalie Smith Henry, Local industries, 1940, Murale, American Art Museum
“Mettere a fuoco” e “inserire nel contesto”: riflettono la stessa azione. La prima, derivata dalla tecnica fotografica, la seconda riconducibile ad un gioco di costruzione (architettura).
Tra i docenti, la seconda si lega ad un imperativo logico-euristico, rivolto al discente in funzione di orientamento critico e di addestramento a idonee chiavi di lettura.
La assumo per introdurre una disamina del concetto di territorio. Aiuta la comprensione, la delucidazione iniziale circa la vicinanza tra luogo e territorio. Scelgo il secondo, in quanto incorpora da subito la terra nel discorso sul territorio.
Se è corretto riconoscere semplicemente con territorio un terreno assegnato, forse, forzando un po’, si può ricondurre il finale “orio” ad un possibile “orior” dal latino (sorgere). Così facendo, si riesce ad evidenziare il momento sorgivo del territorio e viene soddisfatto il rispetto del codice contestuale.
(Sto argomentando in punta di filologia e chiedo di impostare il piano di prospettiva alla parola).

martedì 4 giugno 2019

Perché ho votato e voterò Riccardo Tomatis.

Post di Gian Maria Zavattaro.
Scorci di Albenga nelle fotografie di Rossana Rolando.

Albenga, 
Centro storico, le torri.
Ballottaggio: dal francese ballotage, dall'italiano ballotta (piccola palla  o castagna), dall’inglese ballot (palla ma anche pallottola…). Dunque un fronteggiarsi dei contendenti, sfida da cui uscirà inesorabilmente un unico vincitore.
Motivo per cui, con grande rispetto per il suo avversario e chi lo sostiene, al ballottaggio di Albenga rivoterò il dott. TOMATIS.

Albenga, 
Centro storico, i caruggi
Perché?
- perché mi fido di lui
- perché è persona proba che intende continuare a fare comunità e nella sua professione sa centrarsi sull’altro, non su di sé, e sa agire con efficacia, ben consapevole che sono i fatti che contano e che l'onestà da sola non è garanzia di competenza;
- perché innanzitutto sa ascoltare e parla chiaro e soprattutto si  rivolge al cuore ed alla ragione della gente, non ai visceri con gargarismi linguistici e chiacchiere incantatorie
- perché non si cura né di referenze né di deferenze né di intrighi di consorteria e non è servo di nessuno

sabato 15 marzo 2014

Noi cittadini e i beni comuni.


Essere cittadini vuol dire anche 
condividere i beni comuni ...
I Beni Comuni si caratterizzano come categoria sottratta alla logica dell’uso esclusivo: tutti possono usare i beni comuni, ma nessuno può possederli,  perché  essi devono soddisfare bisogni fondamentali ed essenziali che corrispondono ai diritti civili e sociali delle  persone, senza distinzioni tra appartenenze politiche, fedi religiose, condizioni sociali e di genere, orientamenti sessuali. 
... beni comuni ... 
... come l'acqua ...
... beni di tutti ... 
... come il fuoco ...
Mi pare assolutamente giusto che i cittadini ingauni, come è successo e succede in tutta Italia, vogliano riappropriarsi del diritto di esprimersi sui Beni Comuni, che a loro appartengono, e non siano più disposti ad ingurgitare supinamente decisioni «non partecipate e calate dall'alto».
I beni comuni sono sia quelli "materiali" sia quelli "immateriali". Materiali: acqua, aria, ambiente, rifiuti, energia, agricoltura.
...beni non esclusivi ... 
...come la terra ...
...beni che soddisfano i bisogni di tutti ... 
...come l'aria ...
E più concretamente: paesaggio, spazi urbani, strade, urbanistica e  riassetto del territorio, scuole, ospedali, biblioteche, musei….
Immateriali:  etica (legalità, cittadinanza, trasparenza, merito), salute, lavoro, conoscenza, istruzione,  cultura ed intercultura, lingua, memoria collettiva.   
... beni che nutrono il corpo ...
... nutrono la mente ...
... nutrono lo spirito ...
Che io sappia  (e spero di sbagliare) nessuno di quelli che “contano” ad Albenga si sta in questo momento occupando sul serio per assicurare a tutti il diritto d’uso  dei beni comuni. 
Vedo solo uno sparuto, per ora, gruppo di cittadini, che nel farlo si dimostra culturalmente e politicamente più avanti, perché è dalla cura dei beni comuni che dipende la qualità della vita cittadina e del territorio.
...dai beni comuni dipende 
la qualità della vita...
Che cosa c’entra  l’etica con i beni comuni?
Tutto e niente.
Niente, se non la si considera un bene comune da testimoniare in prima persona e reciprocamente donarsi con gioia.
Tutto, se si è convinti che l’etica, espressa nell’ostinata difesa e rispetto personale dei beni comuni materiali ed immateriali, è anch’essa, di fatto e di diritto, un bene comune, necessaria premessa e condizione per un salto  qualitativo della nostra vita comunitaria. 
...sul rispetto dei beni comuni 
si fonda una sana convivenza.
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