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Visualizzazione post con etichetta scrittura. Mostra tutti i post
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venerdì 20 ottobre 2023

David Grossman, pensare il nemico.

Post di Rossana Rolando.
Immagini di Lesley Oldaker (qui il sito instagram).

«Io vi invidio, invidio la pace in cui siete nati, 
l'idea che neppure ci fate caso, al fatto di vivere nella pace» 
(David Grossman, Corriere del Ticino).
 
Lesley Oldaker, Nuovi inizi
Pensare il nemico - tentando di comprendere il suo punto di vista, cercando di immaginare che cosa prova nei nostri confronti - è la via per riconoscerne l’esistenza. La guerra, la violenza, il fondamentalismo negano il nemico come persona, con la sua irripetibile individualità, lo relegano nell’anonimato della cosa, senza volto, come fosse una massa indistinta. “Resuscitare la persona dentro l’armatura”, da entrambe le parti in lotta, alternativamente in attacco e in difesa, è l’unico spiraglio per un possibile futuro di pace.
Questo il messaggio di un intervento dal titolo Con gli occhi del nemico (2006), elaborato da David Grossman, lo scrittore israeliano che ha pagato di persona il prezzo del conflitto in medio oriente, perdendo il figlio Uri nella guerra contro Hezbollah. Da sempre impegnato nella ricerca di possibili strade di pace, è tra le voci più autorevoli che abbiamo letto e ascoltato in questi terribili giorni, dopo l’attacco violentissimo di Hamas ad Israele.
 
💥 Oggi certamente, sembra molto difficile, se non impossibile, intraprendere vie di pacificazione.

giovedì 19 dicembre 2019

Il desiderio di scrivere.

Post di Rossana Rolando
Immagini delle illustrazioni di Beppe Giacobbe, con gentile autorizzazione (tratte dalla pagina facebook).

Beppe Giacobbe, 
copertina del libro 
di Gian Luigi Beccaria, Il pozzo e l'ago
Ho recentemente acquistato due libri, entrambi appena usciti: il primo è una raccolta di poesie di Emily Dickinson, La mia lettera al mondo, magistralmente tradotte da Andrea Sirotti; il secondo è un saggio di Gian Luigi Beccaria, Il pozzo e l’ago, dedicato al mestiere di scrivere¹. Ad essi farò riferimento in questo post, anche direttamente, nella scelta di citazioni particolarmente suggestive.

Questa è la mia lettera al mondo
che non ha mai scritto a me
(Emily Dickinson)². 

Sono stata attratta, in ambedue i libri, dal tema della scrittura, caro anche alla filosofia contemporanea, per la centralità che ad essa ha voluto conferire il filosofo Jacques Derrida, giocando sullo scarto che la scrittura presuppone rispetto alla relazione interpersonale: “Si scrive per comunicare qualcosa a degli assenti”³; perché gli assenti sono presenti... i morti vivono (absentes adsunt... mortui vivunt). La scrittura non soltanto si costruisce intorno a un vuoto (l’assenza del destinatario), ma prefigura anche l’assenza di chi scrive. Come afferma Pennac: L’uomo costruisce case perché è vivo ma scrive libri perché si sa mortale.