🖊 Post di
Rossana Rolando.
🎨 Le immagini
riproducono il dipinto di Claude Monet, La gazza (al termine del racconto di Primo Levi si
capirà il collegamento con l'uccello che generalmente viene associato al
ladrocinio: la gazza ladra).
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Claude Monet,
La gazza, particolare |
L’ultimo
Natale di guerra, il racconto autobiografico scritto da Primo Levi nel
1984, ricorda il 25 dicembre del 1944.
Le
voci sull’andamento bellico hanno raggiunto anche il Lager: si sa ormai che si
avvicina la fine della guerra. La convinzione che sia “l’ultimo Natale di
guerra e di prigionia” - come effettivamente sarà - conferisce al vissuto la
forza delle esperienze che si imprimono nella memoria all’atto del congedo: non
un Natale tra gli altri, ma l’ultimo.
In
questo brano (1), che è solo una parte dell’intera narrazione, sono riconoscibili i
temi sviluppati da Primo Levi anche in altre opere (penso soprattutto a I sommersi e i salvati): l’istinto della
sopravvivenza e il progressivo sfinimento, la condizione di Muselmänner, i sommersi, sottouomini deprivati di tutto, ormai incapaci di pensieri ed emozioni, la zona grigia di ambiguità che - in cambio di qualche misero vantaggio - porta i prigionieri a farsi complici dei nazisti e rende indistinto il confine tra le vittime e i carnefici.
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Claude Monet,
La gazza, particolare |
Ma
insieme vi ritroviamo i contrassegni del Natale. Senza alcuna ombra di retorica
solidaristica, anzi nell’assoluto dominio di quella logica disumanizzante che, all’interno del Lager, divide
dagli altri e spinge a salvare esclusivamente se stessi, i due protagonisti si
trovano, loro malgrado, a dover “condividere” tra loro (per convenienza) e con
altri (contro la propria volontà) un dono. Sembra che Primo Levi, con il suo
stile asciutto, velatamente ironico, capace di levità nonostante la memoria del dolore, abbia voluto introdurre
una sorta di eterogenesi dei fini, facendo balenare nel luogo più lontano da
Dio – nel buio della negazione e dell’assenza di Dio – il germe di una logica
altra (del dono e della condivisione) che si realizza a dispetto di ogni azione
intenzionale.
🔴🔴 Primo Levi, L'ultimo Natale di guerra 🔴🔴
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Claude Monet,
La gazza, particolare |
...Fu
un Natale memorabile per il mondo in guerra; memorabile anche per me, perché fu
segnato da un miracolo. Ad Auschwitz, le varie categorie di prigionieri
(politici, criminali comuni, asociali, omosessuali ecc…) potevano ricevere
pacchi dono da casa, ma gli ebrei no […].
Eppure
un pacco arrivò fino a me, mandato da mia sorella e da mia madre nascoste in
Italia, attraverso una catena di amici […]. Il pacco conteneva cioccolato
autarchico, biscotti e latte in polvere…