Immagini di Fabio Delvò, con gentile autorizzazione (qui il sito)
”Segui
i desideri del tuo cuore e lo stupore dei tuoi occhi.
Sappi,
però, che per tutto Dio ti convocherà in giudizio.” (Qohelet)
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Fabio Delvò, Solitudine |
✴️ a- Solitudine come dimensione
asociale (isolamento, abbandono) oppure antisociale (dannazione, stigmatizzazione,
emarginazione dei malati vecchi stranieri migranti nel binomio
indissolubile solitudine-povertà).
✴️ b- Solitudine che rimanda alla storia
personale e sofferenze psichiche di ciascuno, fino a sconfinare nella
patologia e/o in morbosi egocentrismi.
✴️ c- Solitudine legata all’identità
irripetibile di ognuno di noi, segno di interiorità, mezzo per
trovare se stessi e andare oltre se stessi, polarità costruttiva della
dimensione sociale, condizione di autentica relazione con l’altro (il tu) che
non ha il suo punto di partenza nel monologo ma nel dialogo, nella fraternità,
nell’apertura all’amore tanto che “un buon matrimonio è
quello in cui ognuno dei coniugi affida all’altro il compito di vegliare sulla
sua solitudine” (R.M. Rilke).
E’ a ferragosto che la solitudine si
rivela in tutte le sue contraddizioni, alla faccia del coronavirus a cui
ormai abbiamo fatto il callo, tanto che molti di noi - troppi - non ci fanno
più caso.