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Prima di copertina. |
Non si tratta di un'esposizione
accademica catalogante, anche se la memoria della sistemazione aristotelica dei
libri VIII e IX dell’Etica nicomachea,
relativamente alle condizioni, ai fondamenti, alle tipologie dell’amicizia, è
costantemente richiamata lungo le pagine del testo.
Già il titolo lo indica in modo chiaro.
Non è l’idea di “amicizia” ad essere posta al centro dell’attenzione, ma l’“Essere
amici”, laddove il verbo essere tende ad immettere il lettore in una situazione
viva, in movimento: l’amicizia è il valore eterno, assoluto, sciolto dalla
spazio e dal tempo; l’essere amici è la possibilità data a ciascuno nel corso
della propria vita.
E, infatti, il terzo e forse più denso capitolo del libro si sofferma sulla revocabilità dell’amicizia, come condizione della stessa, insistendo sul carattere mobile e quindi mai scontato di quel corpo vivo che è la relazione amicale tra due persone: “L’amicizia è sostenuta dalla sua potenziale rottura. Essa ne è sostanziata, si dà solo come qualcosa che possa essere revocabile in ogni momento. Questo ne è il paradosso fondamentale”².
E, infatti, il terzo e forse più denso capitolo del libro si sofferma sulla revocabilità dell’amicizia, come condizione della stessa, insistendo sul carattere mobile e quindi mai scontato di quel corpo vivo che è la relazione amicale tra due persone: “L’amicizia è sostenuta dalla sua potenziale rottura. Essa ne è sostanziata, si dà solo come qualcosa che possa essere revocabile in ogni momento. Questo ne è il paradosso fondamentale”².