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Visualizzazione post con etichetta Guido Scarabottolo. Mostra tutti i post
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sabato 1 maggio 2021

Szymborska, poesia filosofica.

Post di Rossana Rolando 
Immagini delle opere di Guido Scarabottolo (qui il sito instagram). *
 
La poesia -/ma cos’è mai la poesia?/ Più d’una risposta incerta è stata già data in proposito./ Ma io non lo so, non lo so e mi aggrappo a questo/ come all’àncora d’un corrimano (Wisława Szymborska, Ad alcuni piace la poesia).
 
Guido Scarabottolo
Che cosa mi attrae nella poesia di Wisława Szymborska? Della poetessa polacca la casa editrice Adelphi ha pubblicato l’intera produzione poetica, con il bel titolo, tratto da un suo componimento, “La gioia di scrivere”.¹ 
Si tratta di un’opera ormai “consacrata”, sia dall’alto, con il premio Nobel per la Letteratura, a lei attribuito nel 1996, sia dal basso, con l’enorme successo di pubblico riscontrato negli ultimi anni, tanto da essere citata su riviste di larga diffusione, sui social e persino nelle canzoni d’autore. Quindi, si potrebbe pensare, ciò che attrae me, ha attratto molti altri, perché questo è il potere universalizzante della parola liricamente ispirata.
 
Eppure…
Ciascuno di noi sa bene che la poesia ha un lato oggettivo, per il quale nessuno si sognerebbe di dire che Virgilio o Dante o Ungaretti non sono poeti, e un lato soggettivo, per cui si sente di amare particolarmente un poeta, perché lo si avverte più intimo e affine e lo si frequenta ritornando spesso sui suoi versi, gustandone l’espressione, rimuginandola, facendola propria. 
Può essere per lo stile, per le tematiche, per i rimandi… e chissà per che altro ancora.

domenica 8 marzo 2020

La cultura nei tempi della solitudine.

Post di Gian Maria Zavattaro
Immagini delle illustrazioni di Guido Scarabottolo (con gentile autorizzazione, pagina instagram).

Guido Scarabottolo
Per molti, in questi tempi di forzato isolamento - civilmente ed eticamente necessario - dovuto alle misure di contenimento del contagio da Coronavirus, leggere un libro, ascoltare musica, seguire una videoconferenza... possono costituire modalità attive per trasformare la solitudine in un'opportunità. 

La riflessione proposta in questo post prende avvio dalla odierna situazione e si sviluppa a partire da una serie di domande:  in quale senso le azioni culturali sopraddette (leggere un libro, ascoltare musica, seguire una conferenza... e altro) possono diventare un'opportunità e provocare un cambiamento? In altre parole, in che modo e quando la cultura può renderci diversi e migliori? La “cultura” è in sé e per sé fattore di crescita delle persone e con loro della società in cui vivono? Tutte le prestazioni culturali? Quale cultura? La mia, la tua, la loro? Che cosa vuol dire cultura  in questo nostro tempo di privazione? E’ riservata a pochi eletti o  potenzialmente appannaggio offerto a  tutti?

✳️ Cultura: parola polisemica, ambigua, ambivalente, sempre oscillante tra umanizzazione  e disumanizzazione. Nella storia umana, ieri come oggi, uomini e donne  hanno prodotto in tutto il mondo sublimi innumerevoli opere “culturali” (artistiche, filosofiche letterarie, musicali, di ingegno, invenzione scoperta…), hanno ampliato a dismisura le conoscenze di  sé degli altri dell’universo, progressivamente ci hanno reso più consapevoli dei valori universali che uniscono tutta l’umanità oltre le frontiere del tempo e dello  spazio. 
Guido Scarabottolo
Ma nella storia dell’umanità, ieri  e tanto più oggi, uomini e donne piegano (aggiungerei: tradiscono) la “cultura” aderendo partecipando programmando orchestrando pianificando la banalità del male: immani stermini di massa, cinici respingimenti di migranti, violenze d’ogni genere, guerre a non finire, business maledetti come la tratta di donne e bambini… e, più silenziosamente e diffusamente, corruzione, clientelismi, favoritismi, non di poveri disgraziati ignoranti  ma di uomini tronfi  superdecorati di titoli e lustrini, feudi baronali annidati  ai vertici delle gerarchie di ogni colore e tipologia. Su tutto ciò non mi soffermo se non per ribadire l’ambiguità della cultura quando si fa disumanizzante, quando si pretende di asservirla al potere, quando si fa elitaria casta,  consorteria che non ha nulla a che fare con la comunità, se non per asservirla e plagiarla.