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Visualizzazione post con etichetta Jean-Baptiste-Siméon Chardin. Mostra tutti i post
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domenica 8 dicembre 2019

Verità e bellezza. L'ideale di una duplice salvazione.

Post di Rossana Rolando.
Immagini delle opere di Jean-Baptiste-Siméon Chardin.

Jean-Baptiste-Siméon Chardin, 
I contrassegni dell'arte
La conclusione dell’Ode sopra un’urna greca di John Keats concilia il mondo della conoscenza (la verità) con la sfera estetica (la bellezza), nella convinzione che l’arte sia in grado di introdurre nel mondo vero, al di là dell’immediato e del contingente. La verità, sottratta allo sguardo superficiale, si rivela nell’opera d’arte, uscendo dal suo nascondimento:
“«Bellezza è Verità»,
«Verità è Bellezza». Questo a voi,
sopra la terra, di sapere è dato:
questo, non altro, a voi, sopra la terra,
è bastante sapere.”
Lo stesso legame si ritrova nella celebre poesia di Emily Dickinson, laddove bellezza e verità costituiscono i due lati della stessa realtà (“loro sono una cosa sola”), due volti dell’unico ideale per cui val la pena vivere e morire (“Morii per la bellezza – ma non m’ero ancora abituata alla mia tomba quando un altro, morto per la verità – fu adagiato nel sepolcro vicino”).
La suggestione dei versi lascia intatti molti interrogativi.

sabato 25 giugno 2016

Gli odori mnemagoghi, con Chardin.


Chardin, 
Donna che prende il tè
(particolare)

Gli odori si stratificano in noi e il corpo ne porta il ricordo. Noi non rammentiamo perfettamente un odore – come nozione – ma il corpo ricorda le sensazioni di “soddisfazione” e di “benessere fisico” legate a certi odori. Questa è la tesi del filosofo Salvatore Natoli contenuta in una bella pagina di I nodi della vita, ed. La Scuola, Milano 2015 (pp. 91-107), e dedicata al come “diventare felici”. Egli definisce “felicità immemorabile” quella costellazione di percezioni gradevoli connesse allo star bene che trova nel corpo la sua traccia inconscia ed arriva alla mente in un secondo momento, quando ci capita per esempio di avvertire e di riconoscere, dopo molto tempo, determinate sensazioni olfattive che hanno per noi un qualche significato. Queste considerazioni portano Natoli ad affermare una priorità del “piacere di esistere”, “inscritto nelle nostre carni”, rispetto al dolore, secondo una linea di pensiero che trova le sue radici già nell’antica Grecia. La vita ha una sua bellezza e piacevolezza in se stessa, prima e al di qua di eventi straordinari. E il corpo lo sa.

Jean-Baptiste-Siméon Chardin, 
Donna che prende il tè
Il tema degli odori trova nella letteratura fascinose trattazioni (la madeleine intinta nel tè di Proust!). Qui vorrei ricordare un suggestivo racconto di Primo Levi: si intitola I mnemagoghi, fantastica parola per dire “suscitatori di memorie” (Primo Levi, Opere, I, Einaudi, Torino 1997, pp. 401-408).
Ecco il contenuto in breve.