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Visualizzazione post con etichetta Riccardo Guasco. Mostra tutti i post
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lunedì 18 luglio 2016

Individuo e Nazione tra identità e alterità.

Post di Rosario Grillo 
Iconografia di Rossana Rolando. 
 
Riccardo Guasco, 
Tempi moderni
La costruzione della personalità, per concorde suffragio delle diverse scuole psicanalitiche, richiede una affermazione de l’io soggettivo.
Lasciamo alle diverse correnti il suggerimento del più appropriato dosaggio tra l’inconscio (base di lancio di impulsi molteplici) ed il super-io (una sorta di io sociale e collettivo con funzioni di regolatore morale), nel seguito. 
Lo stesso iter segue la nascita e lo sviluppo di una Nazione.
Riccardo Guasco, 
Munari 2
Anche per essa vale il consiglio di cercare di raggiungere la propria identità (coscienza nazionale), fase che corona una raggiunta unità territoriale, il riconoscimento dell'unità politico-amministrativa, la scelta condivisa della polarità geopolitica internazionale.
Strategica l’opinione di E. Renan che, ponderando il peso del passato e del presente, opta in favore del secondo per suggerire una testimonianza militante quotidiana: “l’esistenza di una nazione è un plebiscito di tutti i giorni”.
A livello individuale, saranno le diverse agenzie educative e culturali a compensare le punte estreme della “identità” accostando la rete della parentela famigliare e della compagine sociale fino al piano dell’intero genere umano.

venerdì 13 maggio 2016

Arte e gioco creativo: Riccardo Guasco.


Riccardo Guasco, 
Illustrazioni per L'Espresso 2015
Riccardo Guasco è illustratore - nel campo dell’editoria e della pubblicità - di fama internazionale (qui il sito). Lo ringraziamo di cuore per averci accordato il permesso di pubblicare immagini di suoi disegni nei nostri post.
Riccardo Guasco è nato ad Alessandria nel 1975 ed ha una formazione artistica, conseguita presso l’Accademia di Torino. Il disegno – su carta, su tela, con strumenti digitali – da semplice passione, coltivata nel tempo libero, è divenuto per lui un vero e proprio mestiere. Ha collaborato con The New Yorker, Rizzoli, Giunti, DeAgostini, Emergency, Sole 24 Ore, Eni, TIM, Diesel, Rai, L'Espresso...
In questo articolo, a lui dedicato, non andrei oltre con i dati biografici, rintracciabili facilmente sul web. Segnalo in particolare una bella intervista sulla pagina di Panorama. Vorrei invece cercare di individuare quelli che mi paiono gli ingredienti fondamentali della sua produzione artistica. Ne avrei individuati tre.

Riccardo Guasco, 
In memoria
La citazione delle avanguardie novecentesche.
Molti disegni di Riccardo Guasco richiamano esplicitamente un’immagine d’autore riproducendola in toto o in parte. Al suo interno però vengono inseriti un elemento, un particolare, un pezzetto in più, trasformando l’opera stessa in qualcos’altro. Il tono alto, “di distinzione”, della grande arte risulta così immediatamente abbassato in modo spesso ironico, altre volte poetico, altre ancora provocatorio. Il risultato non è però dissacrante, svilente, impoverente. Suscita in chi osserva il sorriso della trovata, il gusto dell’originalità, il riconoscimento di uno stile. Questo, direi, è il senso della citazione: metterci dentro il riso, il gioco, l’ironia, l’estro creativo, trasmettendo così un senso di levità, di brio, di gioia. Ecco alcuni esempi.

martedì 10 maggio 2016

I genitori e la scuola. Immagini di Riccardo Guasco.

Post di Gian Maria Zavattaro. 

Riccardo Guasco, 
Pensiero di bambino 
su tela monocroma
del MoMA 
(fotografato e ritoccato al volo)
"Voi siete gli archi da cui i figli,
come frecce vive, 
sono stati scoccati in avanti"
(Kahlil Gibran, Il Profeta, I Figli). 


L’irrompere della frenesia della frammentazione e disgregazione non può non avere ripercussioni anche sulla scuola e condizionare comportamenti ambivalenti in  tutte le sue componenti: Genitori, Studenti, Docenti. 
Nella mia veste di preside ho incontrato i genitori in 2 tipologie antitetiche (tralascio volutamente le numerose sfumature tra i due poli).
Riccardo Guasco, 
Io ti proteggo
Nella prima emergono i genitori chiusi nelle loro individualità ed egoismi, difensori ad oltranza per partito preso dei figli, figure da progettare secondo i canoni   della “cultura dello scarto” e del successo. L’affetto indubbio per i figli si trasforma nel più o meno consapevole mendicare  ad ogni costo la loro “amicizia”: non c’è dialettica relazionale, dialogo, ma complicità di fronte alle loro azioni e resa di fronte alle loro richieste. Per costoro i docenti sono per lo più incapaci, non autorevoli, spesso rei di presunte ingiustizie ed affronti.