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Visualizzazione post con etichetta Robert Musil. Mostra tutti i post
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venerdì 7 giugno 2024

Con la democrazia, la pace.

Post di Rosario Grillo.
 
Laika, Viale Casto Pretorio, Roma
Si può dire che la democrazia sta vivendo una condizione di abulia?
“Chi la vive quotidianamente dovrebbe sentirla come un impegno permanente poiché, nonostante la tranquillità di spirito che il vivere libero e civile infonde, la democrazia può sempre decadere: perché le sue procedure e le sue istituzioni non sono come un pilota automatico”: così scrivono Nadia Urbinati e Gabriele Pedullà in Democrazia afascista. La fatidica partecipazione, costituita di impegno e passione per la libertà e la giustizia, sotto certi versi minacciata da “giochi di Palazzo” (1), è seriamente pericolante.
Indubbiamente si deve anche mettere in conto la corrente transizione del potere decisionale agli organi più in sintonia con l’asse della globalizzazione. Nonostante i disperati colpi di coda degli Stati nazionali.
Sale in primo piano, perciò, la responsabilità che sta in capo ad organizzazioni come l’Unione europea. Rimangono scolpiti nella pietra i principi concepiti nel Manifesto di Ventotene, vivificati poi dalla pratica politica di Schuman De Gasperi Monnet. Essi richiedono la democrazia in rinnovata confezione, fondamento di convivenza e presidio di incrollabile libertà.
Oggi, alle soglie delle elezioni europee, invece, non si può non rimanere interdetti davanti all’ultima stagione della gestione delle “cose europee” e non farsi domande sulle implicazioni di certe scelte compiute (2).

venerdì 9 luglio 2021

Stupidità.

Post di Rossana Rolando.
 
Pieter Bruegel il Vecchio, Due scimmie incatenate, 1562
L'essenza della stupidità.
Conosciamo la parola “stupido” fin da quando siamo bambini, nella veste del rimprovero (non fare lo stupido) o dell’insulto, anche semplicemente tra coetanei (sei proprio stupido). La portiamo poi nella vita adulta, riconoscendola in noi stessi (ho fatto, detto una stupidaggine) e negli altri (comportarsi in modo stupido).
L’etimologia non rimanda direttamente all’insieme di sentimenti sgradevoli che la parola suscita: essa riconduce alla stessa radice di stupore e stupido indica, infatti, attonito, sbalordito, reso inetto dalla meraviglia. Ma il termine si è caricato di un retaggio negativo che lo associa ad una deficienza del pensare e/o del sentire e/o dell’agire.
Ma che cos’è realmente la stupidità? Bonhoeffer la identifica - in una sua pagina di Resistenza e resa, dedicata al tema, - nella “mancanza di indipendenza” interiore, nell’assenza di pensiero autonomo, sostituito da slogan e luoghi comuni. Aggiunge che solo conoscendone l’essenza si può spuntarla con essa.¹ 
Eppure delimitarne i confini e la natura risulta impresa piuttosto difficile.
Non è il nome di una precisa malattia, studiata con esattezza eziologica e sintomatologica: la stupidità appartiene, infatti, al mondo della “normalità”, non risparmia nessuno, si rileva in situazioni molteplici, dipende molto spesso dal contesto, si accentua in determinate condizioni, per esempio nel panico.