Iscriviti ai Feed Aggiungimi su Facebook Seguimi su Twitter Aggiungimi su Google+ Seguici tramite mail

Iscriviti alla nostra newsletter!

Visualizzazione post con etichetta Tommaso d'Aquino. Mostra tutti i post
Visualizzazione post con etichetta Tommaso d'Aquino. Mostra tutti i post

mercoledì 15 febbraio 2017

Gratitudine e riconoscenza.

🖊 Post di Gian Maria Zavattaro.
🔨 Tutte le immagini riproducono sculture di Michele Carafa, artista italiano specializzato in arte liturgica (qui il sito). Le opere che abbiamo scelto (con il gentile consenso dell'autore) hanno un valore universalmente umano e raccolgono ciascuna, in una sintesi potente di materia e spirito (idea, concetto, ispirazione), un sentimento o una condizione del nostro stare al mondo. 
Per ogni immagine abbiamo inserito, prima del titolo originale, un breve collegamento ai contenuti del post.

                                                🌕🌕🌕🌕🌕🌕🌕🌕🌕🌕

(I gradi della gratitudine)
 Michele Carafa, Rifugio,
ceramica, cm 40×60, 2015
“La gratitudine ha diversi gradi secondo l’ordine degli elementi da lei richiesti. Il primo di essi è che il beneficiato riconosca  il beneficio ricevuto; il secondo è che ringrazi a parole; il terzo  è che ricompensi a tempo secondo le proprie capacità” (T. d’Aquino, Summa theologiae, II-II, nuova ed. ital. online, a cura di P. Tito, S. Centi, P. Angelo, Z. Belloni, 2009, p. 3932: ww.documentacatholicaomnia).
“Solo gli uomini liberi sono veramente grati gli uni verso gli altri” (B. Spinoza, Ethica, Sansoni, Firenze, 1963, p.541). 

 🌕🌕🌕🌕🌕🌕🌕🌕🌕🌕

La gratitudine  pare oggi assente, grande misconosciuta in una società dove la “fuga dalla libertà” - come direbbe Fromm sulla scia di Spinoza - rende impossibile essere grati.
Leggo sul Vocabolario Treccani online che la gratitudine è “sentimento e disposizione d’animo che comporta affetto verso chi ci ha fatto del bene, ricordo del beneficio ricevuto e desiderio di poterlo ricambiare (è sinonimo di riconoscenza, ma può indicare un sentimento più intimo e cordiale)”.   
(Gratitudine e tempo)
Michele Carafa, Meridiana,
ceramica, 50×60× 20, 2015
La gratitudine-riconoscenza comporterebbe tre dimensioni: nel passato, prossimo o remoto, qualcuno mi ha fatto del bene; nel presente riconosco il dono o beneficio ricevuto senza merito; nel futuro, prossimo  o remoto, desidero ricambiare in qualche modo il bene ricevuto (gratias agere, fare grazie, rendere grazie, ringraziare, anche nella forma della lode).                 
Nel 1963 Martin Buber indirizzava poche righe di ringraziamento, riportate da E. Lévinas, a coloro che  gli avevano inviato gli auguri per il suo 85mo compleanno (1). Da quelle righe  di cortesia muovono le mie riflessioni.