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Visualizzazione post con etichetta amore. Mostra tutti i post
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sabato 11 dicembre 2021

Esistenze effimere.

Post di Rossana Rolando.

Mauro Bonazzi, Creature di un sol giorno
Nel libro di Mauro Bonazzi, Creature di un sol giorno, il termine effimero ha un posto centrale. In esso è racchiusa la consapevolezza greca del mondo umano.

💥 Effimeri. Lo si trova già nelle prime pagine ephemeros (epì – emèra: che dura un giorno) per indicare la condizione dell’uomo, la sua transitorietà, data dall’ineluttabilità della morte, presa terribilmente sul serio, come il vero nodo da cui nasce il pensiero filosofico. Essa è inaccettabile, non tanto nella sua datità (sappiamo di dover morire), quanto piuttosto nel suo potere di nullificare la vita, svuotandola del suo significato. A che vale una vita che oggi c’è e domani non c’è più? Che segno lascia nel mondo la vita individuale?¹. Essa è come le foglie. Il riferimento a Glauco, in risposta a Diomede, nell’Iliade, è eloquente:
“Come stirpi di foglie, così le stirpi degli uomini;
le foglie, alcune ne getta il vento a terra, altre la selva
fiorente le nutre al tempo di primavera;
così le stirpi degli uomini: nasce una, l’altra dilegua”.²
Ma il termine effimero lo si ritrova anche alla fine del testo, in un ribaltamento della prospettiva iniziale, che proprio nell’esposizione alla temporalità sembra suggerire la bellezza labile dell’esistenza, preziosa proprio perché fuggevole. La vita è effimera come una farfalla o come un fiore che dura un giorno. E’ bella, è tutto quello che abbiamo – dice Mauro Bonazzi, al termine del suo percorso -, ma è fragile, caduca.
«“La morte è madre della bellezza”. E’ paradossale, forse; è sicuramente doloroso, ma probabilmente è proprio così.»³

sabato 27 febbraio 2021

Tradimenti.

Post di Rossana Rolando
Immagini delle illustrazioni di Pietro Tenuta (qui il sito instagram).

Pietro Tenuta, Dipendenza
Il tradimento è esperienza dolorosa che ciascuno di noi ha provato. 
Non intendo riferirmi al modo in cui questo vocabolo è solitamente inteso: la doppia vita all’interno di una coppia o la rottura di vincoli sacri quali l’amicizia e la fraternità. In questa accezione del termine, le strade di chi ha tradito - con il carico di violenza psichica che l’atto del tradire infligge - e, specialmente, di chi ha subito il tradimento sono difficilmente ricomponibili e spesso sfociano, come avverte Massimo Recalcati nelle sue Brevi lezioni sull'amore, in sentimenti dodio che passano per la via della distruzione reale o simbolica delloggetto precedentemente amato e idealizzato. In rari casi è possibile intraprendere la via umanamente ardua del perdono. Per essi vale l’insegnamento che proviene dalla stupenda pratica del kinsugi, l’arte di riparare con l’oro le spaccature di un vaso, per ricordare che le ferite non possono essere cancellate, ma - eventualmente - ricucite, impreziosendo ciò che è stato rotto e restituendolo ad una diversa rinnovata vitalità.¹

Tuttavia, dicevo, non è questo tipo di tradimento che ho in mente in questo post. 

martedì 16 gennaio 2018

Amore oggi, due sentieri.

Relazione sul tema dell'Amore, tenuta da Gian Maria Zavattaro, il giorno 12 gennaio, presso il Liceo Scientifico "G. Bruno" di Albenga.

Jan Vermeer, Donna che legge una lettera 
davanti alla finestra, particolare (1658)
🌟Vorrei iniziare con una riflessione di A. Fabris tratta da I paradossi dell’amore (ed. 2002 Morcelliana): Fin dal mondo antico ben si sa che l’amore è ferita e guarigione al tempo stesso. E dunque che esso condivide con altri fenomeni la natura ambigua del pharmacon, di ciò  che è veleno e medicina insieme. Può emergere così il vero e proprio carattere paradossale dell’amore. E allora subito dico con U. Galimberti che la filosofia deve essere il luogo dell’inquietudine, cosa ben diversa, naturalmente, dal luogo delle risposte rassicuranti¹. Amore è parola talmente evocatrice, potente, terribilmente equivoca da dover essere trattata con molta umiltà e coraggio. Quest’unica parola in italiano esprime in modo onnicomprensivo una vasta gamma di oggetti d’amore per lo più discordanti o contradditori, mentre invece altre lingue come il greco ed il latino hanno avvertito il bisogno di termini distinti per indicarne i vari tipi². Dedicare 15 minuti a discorrere sulle cose dell’amore nella nostra società globalizzata, nell’Italia  che il rapporto Censis 2017 dice carica di rancore, nell’Europa frantumata, in un mondo diviso 
dalle guerre e dalla minaccia nucleare potrebbe sembrare una follia. E poi se ne dovrebbe parlare sicuri che si condivida lo stesso significato, pena l’incomunicabilità. Eppure parlarne qui nel nostro Liceo, in questa notte bianca festosa va proprio bene, è tra le cose più belle ed insieme più provocatorie: lo si può fare per balordaggine oppure come segno di speranza che è il cuore della paideia, speranza che l’amore di ognuno di noi non finisca nel container delle passioni tristi.

martedì 8 ottobre 2013

Video: l'amore non svanisce mai.


La fontana è simbolo della vita e dell'amore. Giacomo Jaquerio, La fontana della giovinezza, Saluzzo, castello della Manta.

Charles Pèguy, l'autore della poesia ripresa dal video e sotto riportata, ha vissuto una spiritualità e moralità  fuori del comune. La sua personalità passionale, alimentata da un grandissimo anelito per la libertà, democrazia e socialità,   penetra nelle pieghe più riposte dell’interiorità e fa di lui un autore  unico e mul­tiplo: filosofo e poeta, politico e drammaturgo, pubblicista e rivoluzionario, creden­te e contestatore, sempre  obbediente  alla sua coscienza e ad un’etica fatta di umiltà, onestà, giustizia, comprensione, amore verso la vi­ta ed in particolare verso le persone più indifese. Per un lieve  approfondimento della sua figura v. in questo blog  link laterale, pagine ("Pèguy, persona e comunità") e il post su Pèguy ("no alle vecchie vergogne"). 







L’amore non svanisce mai.
La morte non è niente, io sono solo andato
nella stanza accanto.
Io sono io. Voi siete voi.
Ciò che ero per voi lo sono sempre.
Datemi il nome che mi avete sempre dato.

Parlatemi come mi avete sempre parlato.
Non abbiate un tono diverso.
Non abbiate un’aria solenne e triste.
Continuate a ridere di ciò che ci faceva ridere insieme.
Sorridete, pensate a me, pregate per me.
Che il mio nome sia pronunciato in casa

come lo è sempre stato.
Senza alcuna enfasi, senza alcuna ombra di tristezza.
La vita ha il significato di sempre.
Il filo non è spezzato.
Perché dovrei essere fuori dai vostri pensieri?
Semplicemente perché sono fuori dalla vostra vista?
Io non sono lontano sono solo
dall’altro lato del cammino.

                                                        Charles Pèguy