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Visualizzazione post con etichetta bicicletta. Mostra tutti i post
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lunedì 15 luglio 2019

Bicicletta e libertà.

Post di Gian Maria Zavattaro
Immagini delle illustrazioni Riccardo Guasco.

Riccardo Guasco, 
Illustrazione per la rivista Cycling Plus Uk,
Ciclismo
“La moda della bicicletta è legata senza dubbio, almeno in parte, a un fenomeno  di opinione, ma, appena siamo in sella, cambia tutto, e ritroviamo noi stessi,  riprendiamo possesso di noi […]   come spazio di libertà intima e di iniziativa personale, come spazio poetico, nel pieno e primo senso del termine” (M. Augé, Il bello della bicicletta, Bollati Boringhieri, To, 2009, p. 64).

“La bicicletta richiede poco spazio. Se ne possono parcheggiare diciotto al posto di un’auto, se ne possono spostare trenta nello spazio divorato da un’unica vettura. Per portare quarantamila persone al di là di un ponte in un’ora, ci vogliono dodici corsie se si ricorre alle automobili e solo due se le quarantamila persone vanno pedalando in bicicletta.”(Ivan Illich, Elogio della bicicletta, Bollati Boringhieri, To, 2011, p. 58).

Riccardo Guasco, 
Illustrazione per la rivista Cycling Plus Uk,
Concentrato e pedalare
Il programma del candidato Tomatis  a sindaco di Albenga prevedeva - tra priorità, urgenze e cose da fare - anche la decisa ripresa della pista ciclabile (in particolare il tracciato Albenga-Leca-Bastia): programma che ha trovato conferma concreta nella prima seduta del Consiglio comunale con Tomatis sindaco. Le promesse diventeranno fatti. Buon segno!

sabato 30 aprile 2016

Bicicletta e spazio poetico. Immagini di Enrico Benaglia.

La moda della bicicletta è legata senza dubbio, almeno in parte, a un fenomeno di opinione, ma, appena siamo in sella, cambia tutto, e ritroviamo noi stessi, riprendiamo possesso di noi […] noi come spazio di libertà intima e di iniziativa personale, come spazio poetico, nel pieno e primo senso del termine” 
(M. Augé, Il bello della bicicletta,
Bollati Boringhieri, To, 2009, p. 64).

Enrico Benaglia, 
La piuma rossa (olio su tela)
Parlare della bicicletta in molte città è come gridare nel deserto. In un articolo  de “La Stampa” del 12 gennaio scorso, a firma di F. Amabile,  si narrava quanto sta succedendo nella  caput mundi, dove l’inquinamento è alle stelle, le targhe alterne non risolvono nulla e l’unica soluzione sarebbe quella di non prendere l’auto ma la bici. E così alcune persone anonime hanno deciso di fare qualcosa che la legge considera reato penale: la domenica mattina, quando il traffico è poco, nei tratti di strada più pericolosi – strettoie,  tunnel, cavalcavia – dipingono percorsi ciclabili, a salvaguardia dei ciclisti. Il comune cancella le strisce e loro le ridipingono... Eppure ciò che  fanno non costerebbe molto all’amministrazione, evidentemente troppo distratta da ben altri problemi.
Enrico Benaglia, 
Una notte leggera (olio su tela)
Su “Avvenire” del 13 gennaio 2016, in un articolo a firma di I. Sesana, si dava invece notizia di quanto succede in molte città europee. Ad Amsterdam  e Copenhagen (dal 1971) a Bilbao, Barcellona, Einfhoven, Friburgo, Vienna,  Dublino, Lubiana e Bolzano (città virtuosa italiana,) il traffico si sta riducendo in modo significativo: meno smog, meno inquinamento acustico, mezzi pubblici puntuali, strade più curate, calo degli incidenti stradali e soprattutto  piazze e strade che diventano luoghi di socialità e incontri. “Una sfida non da poco in città dove togliere i parcheggi o farli pagare solleva proteste e fa perdere voti”. Inoltre, per scoraggiare l’uso delle auto in centro, si è ridotto il numero di parcheggi in superficie, aumentando invece piste ciclabili ed aree pedonali.

martedì 5 maggio 2015

Il giro d'Italia e il giro d'Albenga.



Albenga e la bicicletta ...
LA BICICLETTA E' IL MODO INVENTATO
PER DARE IL MASSIMO DI LIBERTA' A TUTTI
E IL MASSIMO DELLA DEMOCRAZIA AD UNA CITTA'

(Ivan Illich, Elogio della bicicletta,
Bollati Boringhieri, To, 2011, p. 91).

Albenga, 
Piazza del popolo.
Il giro d’Italia: un mito  (per me bambino inscindibilmente legato al nome di Bartali!) che noi tutti - vecchi e giovani – ci portiamo nel cuore, come segno di un’avventura  in cui contano prevalentemente, se non esclusivamente, le singole capacità, l’intuito e la determinazione, la generosità e l’altruismo,  la collaborazione di squadra perché si vince solo in sinergia, la preparazione che non conosce improvvisazione ma è frutto di rinunce, fatiche, sacrifici…. E potremmo aggiungere ancora chissà quante altre virtù, meriti e prodezze degli eroi (per lo più anonimi) della “birota”…

Murales dipinti dagli studenti 
del Liceo Artistico G. Bruno di Albenga.
Ebbene, come tanti ingauni ho seguito con lieto interesse il fervore che negli ultimi mesi, a tutti i livelli ed in ogni angolo della città, ha pervaso Albenga in vista della tappa del mitico giro d’Italia.

Albenga, Rotonda 
di Piazza del popolo.
Un ardore ed una fucina di iniziative e di azioni creative che rendono orgogliosi gli albenganesi: festose vetrine ammiccanti in tutti i negozi, tavolozze  di “hortus conclusus” sparse per tutto il centro storico, splendide biciclette trasformate in accattivanti fioriere, convegni letterari, mostre fotografiche, rievocazioni e dissertazioni storiche, colori, manifesti, la notte rosa,  piccole e grandi opere d’arte (ah, i murales del “nostro” Liceo Artistico!)…

Albenga, Murales Lungo Centa 
dedicati ai grandi della bicicletta.
Una città consapevole dell'unione che fa la forza con le città ed i paesi circonvicini; città  rinata alla bellezza, fervida nel richiamare i turisti e porsi all’attenzione del mondo intero. Meraviglioso impegno di collaborazione e di cooperazione nell’attesa fremente della volata di tappa.

Albenga, 
Piazza del popolo.
Però… E dopo? E poi? Il giro d’Italia passerà veloce. La sua festa è forse condannata a fare la fine di ogni evento effimero? Si è pensato a un coerente corollario al giro d'Italia, un progetto duraturo, anche modesto, legato alla promozione dell’uso della bici, al giro di Albenga? O invece le nostre strade continueranno ad essere impermeabili al “giro di Albenga”?

Albenga, rattoppi delle strade 
in vista del giro d'Italia.
Non sono informato se sia in cantiere  un progetto inteso a non farci sentire eterni imperterriti sportivi in poltrona, patiti del giro d’Italia, ma non attivi ciclisti che ad Albenga paiono piuttosto cenerentole senza la tutela di alcun principe azzurro. Forse c'è, forse no, io comunque non ne sono a conoscenza ed in questi giorni non ne ho trovato traccia.

Albenga, Piazza San Michele 
tra fiori e biciclette.
Eppure “la bicicletta richiede poco spazio. Se ne possono parcheggiare diciotto al posto di un’auto, se ne possono spostare trenta nello spazio divorato da un’unica vettura. Per portare quarantamila persone al di là di un ponte in un’ora, ci vogliono dodici corsie se si ricorre alle automobili e solo due se le quarantamila persone vanno pedalando in bicicletta.” (Ivan Illich, cit., p. 58). Pensate un po' al transito sul ponte rosso...

Albenga,
il sogno della bicicletta.
Le piste ciclabili ad Albenga sono quello che sono e richiedono una non comune prontezza nell'evitare  buche e continue giunture dell’asfalto, scansare pedoni, non essere investiti da moto ed auto.

Albenga, 
Piazza San Francesco.
Le quote di spostamenti in bici degli ingauni sono irrisorie rispetto a tante altre città, italiane e non, che raggiungono cifre per noi impensabili (es.: Copenaghen 28%, Groningen  58%...). Eppure la bicicletta è sempre più presente sulle strade di molte città italiane (soprattutto nelle zone turistiche), dove da tempo amministrazioni avvedute curano una vasta rete di piste ciclabili.

Albenga, 
piccole biciclette crescono.
Evidentemente c’è la convinzione radicata che il progetto bici non è né banale né marginale, che le piste ciclabili (quelle vere) sono una fantastica opportunità per il turismo, per lo sport popolare, per la salvaguardia dell’ambiente, per riappropriarsi almeno in parte della città ogni giorno rapinata dal sempre più caotico quotidiano transito e posteggio delle auto...

Albenga, 
riscopriamo le due ruote.
Riscoprire la “ruota”, allentando la schiavitù della “mobilità autocentrica” della nostra città, forse significherebbe anche  uscire dal nostro radicato provincialismo, porsi sul serio in prospettiva europea, pensare finalmente in modo diverso la mobilità e lo sviluppo del territorio.

Albenga, 
un'occasione per ripartire ...
Non si tratta  di cominciare da zero. Basterebbe sfruttare con intelligenza quel poco che già esiste, osare il salto qualitativo di piste ciclabili “diffuse”, non collocate ai margini, ma distribuite su tutta la città in una rete continuativa e sicura e proprio per questo appetibile, attraente per residenti e turisti, capace di sottrarre quote di mobilità all'auto.

... per ridare movimento ...
Ai tecnici ed agli esperti il compito di trovare le soluzioni tecniche,  sviluppare piani di ciclabilità, razionalizzare i ciclo-parcheggi ed installare bici-stazioni...

... un appello rivolto ai tecnici 
e agli esperti del comune ...
A noi cittadini invece, come sosteneva Illich, il gusto di sperimentare  nel quotidiano, anche attraverso la bici, il  massimo possibile di libertà e di democrazia nella nostra incomparabile Albenga.

Albenga ...
Il bellissimo cortometraggio che illustra l'impegno del Liceo Artistico di Albenga (si consiglia di mettere in pausa la musica del blog prima di avviare il video).
 


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giovedì 13 marzo 2014

Elogio della bicicletta: ad Albenga?!!?


Vogliamo esaltare la bicicletta ...
“La bicicletta richiede poco spazio.
Se ne possono parcheggiare diciotto al posto di un’auto,  se ne possono spostare trenta  nello spazio divorato da un’unica vettura.  Per portare quarantamila persone
al di là di un ponte in un’ora, ci vogliono dodici corsie se si ricorre alle automobili e solo due se le quarantamila persone vanno pedalando in bicicletta.” 
(Ivan Illich, Elogio  della bicicletta Bollati Boringhieri, To, 2011, p. 58).

... vogliamo lodarla 
perché occupa poco spazio ...
Le piste ciclabili ad Albenga sono  una barzelletta o, se preferite, ferme alla preistoria.  Ne volete una prova? Andate a vedere le piste del ponente imperiese oppure Parma o, meglio ancora, città europee come Malmö in Svezia (nuovo parcheggio di 1.500 bici, con tutti i servizi annessi e connessi!),  Copenaghen e Groningen con le loro quote di spostamenti in bici del 28% e del 58%.
... vogliamo cantarla perché 
permette a molti di spostarsi ...
Chissà se nei programmi dei diversi candidati  ci sarà anche quest’aspetto, meno banale e marginale di quanto si sia portati a ritenere, tanto che  altrove promuovere la mobilità ciclistica sta diventando una nuova professione (“promotore della mobilità ciclistica”: v. Università di Verona), tanto che la bicicletta è sempre più presente sulle strade di molte città italiane, dove da tempo le amministrazioni  curano una vasta rete  di piste ciclabili.
... se vengono predisposte vere piste ciclabili, 
come in terra d'Olanda ...
Da noi tutte le trascorse amministrazioni si sono limitate a fumosi e pericolosi tracciati, in realtà uno slalom in cui sopravvive chi riesce a scansare i pedoni e a non essere investito da moto ed auto. Non hanno capito o non hanno voluto capire che le piste ciclabili (quelle vere) sono una fantastica opportunità per il turismo (ma anche per lo sport, la salvaguardia dell’ambiente…), un’alternativa all'uso quotidiano sempre più caotico dell'auto casa-lavoro e tempo libero, soprattutto in questi  momenti di crisi.  Tutto ciò non è poco.
... vogliamo promuoverla 
per suggerire un diverso turismo ...
Ma le piste ciclabili significano molto di più: uscire dal nostro radicato provincialismo, recepire  i segnali dei tempi, cominciare a porsi in prospettiva europea (quando Albenga diverrà città  a misura d’Europa?), pensare finalmente  in modo diverso la mobilità e lo sviluppo del territorio, riappropriarci  della città, oggi rapinata dal transito e posteggio  delle auto.
... vogliamo indicarla 
come mezzo per evitare l'auto ...
Non basta la buona volontà e l’improvvisazione per diffondere l’uso della bici, per attuare politiche urbane, sviluppare piani di ciclabilità, installare ciclo-parcheggi e bici-stazioni.

... se solo si predispongono parcheggi ...
Ma non si tratta neppure di ricominciare da zero. Basterebbe sfruttare con intelligenza le esperienze altrui, studiarne le soluzioni adottate, eliminando il negativo ed accogliendo il positivo: semplicemente per non rimanere imprigionati in un’italietta arretrata di 20 o 30 anni. Nulla di fantascientifico!

... come a Groningen, in terra d'Olanda...
Nessuno vuole  abolire le auto (anche se sarebbe una gran bella cosa), solo “riscoprire la ruota”, uscire dalla “mobilità autocentrica” della nostra città, sempre più a rischio di paralisi, con due semplici soluzioni: dare prevalenza al trasporto pubblico, rapido ed efficiente, e sostenere la ciclabilità diffusa.

 ... vogliamo contrapporre 
la bellezza della bicicletta ...
... al traffico estenuante ...
Ripeto “diffusa”: vale a dire non collocata ai margini, ma  sulla viabilità principale, sulle grandi direttrici di scorrimento, distribuita  su tutta la città in una rete continuativa e sicura e proprio per questo appetibile, attraente, capace di sottrarre forti quote di mobilità all'auto. Toccano poi ai tecnici ed agli esperti le soluzioni pratiche: il reticolo di servizi all'interno della rete ciclabile, parcheggi e bici-stazione, zone 30 a tappeto, aree di socialità, spazi stradali condivisi con i pedoni, attenti ai bambini che vanno a scuola o giocano, alle mamme con carrozzine, ai disabili, agli anziani  …
 
... vogliamo cantare la gioia della bicicletta ...
“La bicicletta è il modo inventato per dare il massimo di libertà a tutti e il massimo della democrazia ad una città”
(I. Illich, cit. p.91).
 
... il gusto della libertà ...
Se ciò è vero, quanta libertà e quanta democrazia albergano ad Albenga?