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sabato 7 settembre 2024

Per chi intendiamo votare

Post di Gian Maria Zavattaro
 
Stefano Rolli, Elezioni
Sfogliando i nomi dei concorrenti dei vari schieramenti savonesi, mia moglie ed io (1) ci auguriamo siano stimabili persone. Di questi tempi è cosa preziosa. 
Noi, qui ad Albenga, voteremo per un candidato non solo e non tanto perché appartiene ad un particolare schieramento (2), ma perché innanzitutto, e prioritariamente, è persona “degnissima”, più di altri capace di rispondere alle nostre speranze, ai valori di fondo in cui crediamo, alle istanze che riteniamo prioritarie relative ai giovani (al loro presente e futuro) e in particolare alle preoccupazioni della gente, compresa quella  che non ha voce, non è ascoltata (i senza lavoro e senza speranze, i malati, gli anziani, i migranti, gli ultimi e gli invisibili…).
Concretamente, in termini pragmatici: che cosa ci aspettiamo, oseremmo dire  sicuramente, dalla persona che voteremo?
💥 1. Che sia sempre se stessa, con le sue grandezze e le sue probabili debolezze, irriducibilmente realista contro ogni perfettismo, oltre ogni sogno che non sappia tradursi in progettualità e riformabilità.
💥 2. Che sia sempre libero di seguire la sua coscienza senza mai totalmente ed irreversibilmente consegnarsi a progetti e schieramenti, perché non alla politica o all’economia ma all’etica ed alla propria coscienza spetta il primato.

mercoledì 8 luglio 2015

Il NO della Grecia.


Il no della Grecia.
Alla luce della cronaca di questi giorni...


“La nostra costituzione si chiama democrazia
 perché il potere è nelle  mani non di una minoranza
ma del popolo intero”
(Tucidide, II, 37).

La festa per la vittoria del no...

Il no della Grecia...
Non posso stare zitto di fronte agli affossatori di destra e di sinistra dell'Europa di Ventotene ancora tutta da costruire, che confondono non a caso il no (greco e nostro) all'austerità con il loro no all'Europa...

...non è un no 
al sogno dell'Europa...
Il no della Grecia cosa ha rappresentato …
Non sappiamo ancora che cosa voglia dire il no della Grecia per il futuro dei Greci - e per il nostro futuro -, non sappiamo se sarà un ulteriore tracollo o se avrà inizio un percorso di rinascita. Comunque il no della Grecia non è il no al sogno dell'Europa, ma è il no a questa Europa così come si è andata costituendo. E' la volontà di un paese di decidere il proprio futuro, di rimettere al centro la politica come decisione di un popolo, di non sentirsi schiacciato da anonime forze sovranazionali.

... tra paure e speranze ...
Cambierà qualcosa nel modo di concepire l’Europa?
Il referendum in Grecia - pur nella problematicità della pagina che si apre ora per la Grecia - sollecita l'Europa delle finanze a fare i conti con il modo di praticare la democrazia, che poi vuol dire ripensare quel sogno che non si è realizzato: l'Europa dei popoli.
... la sfida della Grecia 
è un appello alla democrazia vera...
L'ambiguità della famosa citazione di Tucidide.
Già G. Reale (Radici culturali e spirituali dell’Europa, per una rinascita dell’”uomo europeo”,  R. Cortina, Mi. 2003) aveva a suo tempo messo in luce l’ambiguità contenuta nel proemio della Costituzione europea (approvata ma mai ratificata e quindi mai entrata in vigore), là dove si vale della citazione sopra riportata di Tucidide: “la nostra costituzione si chiama democrazia   perché il potere è nelle  mani non di una minoranza ma del popolo intero” (II, 37).
... una democrazia in cui le decisioni importanti 
non siano riservate a pochi...
La democrazia di Pericle – maschera di un’aristocrazia – icona dell’Europa di oggi.
Bellissime parole, ma sono le parole di Pericle nel famoso epitaffio in onore dei caduti ateniesi nel primo anno della guerra del Peloponneso (431-430 a.c.). Pericle – ci rammenta Reale - è un’icona perfetta per un certo modo di intendere l’Unione europea: formalmente democratico, in realtà gestore  di una democrazia che lui dirige, senza prestare attenzione al dissenso, disprezzando il “bordello” della democrazia  partecipativa. Non a  caso - conclude Reale - a proposito della democrazia ateniese  così Socrate si esprime nel “Menesseno”: ”Qualcuno  la chiama democrazia, qualcun altro nel modo che gli piace, ma in realtà è un’aristocrazia con l’approvazione della massa”. Noi oggi la chiamiamo  manipolazione, trionfo delle lobby finanziarie, potere delle banche, consumismo di massa, mercato trasferito nell’arena politica ...

... non è questa l'Europa dei popoli...
Nulla di più lontano 
dall' Europa sognata 
e sperata da molti  di noi, 
sulle orme del Manifesto di Ventotene.

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