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Visualizzazione post con etichetta opera filosofica. Mostra tutti i post
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giovedì 2 gennaio 2025

La crisi della figura educante, specialista in umanità

Post di Rossana Rolando
Immagini di Monica Barengo (qui il sito)
 
Illustrazione di Monica Barengo
Oggi viviamo una profonda crisi pedagogica - dalla famiglia alla scuola alle altre agenzie educative -, tanto più evidente nella prospettiva di un largo uso dei mezzi tecnologici, certamente utili ai fini dell’informazione, ma in nessun modo sostitutivi della dimensione educativa. A questo si aggiunga un disorientamento valoriale che fatica ad individuare finalità, obiettivi di crescita ed umanizzazione - da proporre alle nuove generazioni – e che rimane imprigionato in alienanti logiche competitive, tutte tese al successo e al primato individuale. Al malessere diffuso, a livello giovanile, si reagisce delegando ai tecnici delle scienze umane - psicologi, pedagogisti, educatori di professione - cui si chiede di supplire alla diffusa inadeguatezza della figura educante, sperimentata in età adulta.
Le domande ineludibili – che pongono questioni difficilissime, ma decisive per il nostro futuro – sono però le seguenti: chi è l’educatore/l’educatrice? Esiste un professionista dell’educazione? Educare è un mestiere? Una vocazione? Un ruolo dato dal ricoprire una certa posizione, ad esempio quella di genitore o di insegnante?
Come risulta chiaro, non intendo qui riferirmi a teorie pedagogiche, quanto piuttosto alla figura di chi educa, alle caratteristiche che deve avere, ai fini cui deve tendere, perché la sua azione lasci un segno.

martedì 17 settembre 2024

Su "Metafisica concreta", di Massimo Cacciari.

Post di Rossana Rolando

Massimo Cacciari, Metafisica concreta

Ho finito di leggere il poderoso libro di Massimo Cacciari dal titolo Metafisica concreta (Adelphi, Milano 2023), un bellissimo impegnativo testo che riabilita – secondo una precisa linea teorica – la filosofia come metafisica, ricollocandola nel cuore del reale, quale via che fiancheggia la fisica e ne sollecita le aperture più ardue: “l’esito metafisico è richiesto dallo sviluppo dell’indagine fisica” (p. 67). Il termine, com’è noto, nasce in modo apparentemente casuale: nell’ordinare le opere di Aristotele, Andronico di Rodi pone i libri di filosofia prima, dopo (meta) quelli della fisica (filosofia seconda). La fortuna della parola deriva però dalla verità nascosta dentro questa semplice successione: i libri di filosofia prima non sono soltanto “dopo” nel loro posizionamento dentro lo spazio dello scaffale, ma vengono “dopo” nella logica del loro contenuto, dal momento che intendono rispondere alle questioni lasciate aperte dalla fisica.

venerdì 13 settembre 2024

Democrazia in movimento

Post di Rosario Grillo
 
“La democrazia è l’unico regime a riconoscere, istituzionalizzandola, l’assenza di fondamento” (1)
 
Roberto Esposito, Pensiero istituente
Ritorno alla democrazia, alle angustie che la stringono d’assedio fino a minacciarne l’estinzione, nella speranza di evitare argomenti stucchevoli e/o ripetuti. In giro circola un diffuso richiamo alla sovranità, in ispecie dai cosiddetti sovranisti. Sempre loro, ma non solo loro, si appellano alla “ riserva della identità” fino a farne un mantra e un idolo.
L’appellativo usato chiarisce da sé che si tratta di uno slittamento in tono glocal. Più volte è stato ribadito che l’identità vive se si intinge di diversità; nella argomentazione che mi accingo a svolgere, il motivo è perciò: dall’identità alla alterazione.
 
💥 Sul potere
La democrazia addomestica il potere? Potrebbe, se andasse dietro alla volontà del popolo che si riconosce Uno per decidere la Costituzione a fondamento. Ma la Costituzione è un prius?
Il contrattualismo giuridico si riconosce in due versanti: giusnaturalismo e giuspositivismo. La decantata democrazia greca non può essere portata a paradigma del potere inclusivo, considerata la ristrettezza del demos di allora.
Meglio prendere spunto dai Romani, piuttosto, che hanno distinto la potestas magistratuale dall’imperium basandosi sulla duplice esperienza dell’età repubblicana e dell’età imperiale. L’imperium si riveste, al culmine, di auctoritas in veste assoluta.
Con l’avvento del Cristianesimo - bisogna premettere anche il dettato degli antichi stati teocratici –è stato dato un fondamento trascendente, la volontà di Dio, all’imperium. Mail registro della modernità, al seguito del groziano etsi Deus non daretur, ha poi scelto un impianto di pura razionalità umana.

mercoledì 22 maggio 2024

Kant, Sogni di un visionario... Guida alla lettura.

Post di Rossana Rolando.

Emiliano Bruzzone, Immanuel Kant

Guida alla lettura dei 

Sogni di un visionario chiariti con sogni della metafisica

di Immanuel Kant*

(1766)

Prefazione.

· Kant inizia il suo scritto sostenendo che “il regno delle ombre è il paradiso dei sognatori”. Su queste province invisibili dell’aldilà, di cui la Chiesa di Roma ha le chiavi per spalancare le porte, si aprono contemporaneamente le casse del mondo presente [si ricordi la posizione luterana, nei confronti della Chiesa cattolica]. Kant, quindi, insinua ironicamente il sospetto che le dottrine sull’aldilà nascano da ben precisi vantaggi di arricchimento da parte dei poteri religiosi. Ma la domanda, posta subito dopo, riguarda gli altri contesti in cui emergono illusioni e chimere, relative ad un presunto mondo di spiriti, anche laddove non si riscontrano vantaggi economici: nei racconti della mentalità comune o nell’atteggiamento filosofico che appare incerto di fronte alle testimonianze di presunte apparizioni di spiriti.

· Kant ritiene, però, che non credere nulla – relativamente alle suddette visioni di spiriti -, senza offrire alcun tipo di confutazione, sia un pregiudizio altrettanto sciocco quanto credere tutto, senza sottoporlo ad esame. Dunque, per evitare il primo pregiudizio, lo stesso Kant dichiara di essersi lasciato trascinare, dalla parte del secondo, mettendosi ad indagare la verità di alcuni racconti.

· Afferma, quindi, di non aver trovato nulla (perché non c’era nulla da cercare) e sostiene che la comunicazione di questo risultato è già un motivo per scrivere il presente saggio. Ma ci sono altre due ragioni per esporre l’esito delle sue indagini: la prima data dalla sollecitazione di amici che hanno chiesto il suo parere, la seconda dalla spesa fatta per comprare il grosso libro del visionario Swedenborg e, anche peggio, dalla fatica impiegata per leggerlo, che non poteva essere semplicemente perduta, senza frutto alcuno.

· Con questa conclusione si è così giustificata la scrittura di un testo di cui – dice ancora Kant, con sorridente arguzia – il lettore non capirà la parte principale [dogmatica], non crederà la parte storica, e il rimanente deriderà.

domenica 18 ottobre 2020

Siamo ombra profonda, Giordano Bruno.

Post di Rossana Rolando.

Giordano Bruno, stampa d'epoca

Vivo tra forme luminose e vaghe/che ancora non son tenebra./[…]

Nella mia vita son sempre state troppe le cose;/Democrito di Abdera si strappò gli occhi per pensare;/il tempo è stato il mio Democrito./Questa penombra è lenta e non fa male;/scorre per un mite pendio/e somiglia all’eterno. 

(Jorge Luis Borges, Elogio dell’ombra)¹.

Il tema dell’ombra attraversa i mondi della cultura: dall’arte alla letteratura, dalla musica alla poesia.

Anche in ambito filosofico l’ombra ha avuto una sua storia, non sempre celebrativa.  Platone ha concepito le ombre, nel suo mito della caverna, come il grado meno affidabile della conoscenza, frutto di inganno e talora anche di manipolazione². C’è però chi ha colto nell’ombra l’immagine di cui si nutre la conoscenza. Mi riferisco a Giordano Bruno che al tema ha dedicato un suo scritto denominato Le ombre delle idee. Apparentemente si tratta di un’opera sulla mnemotecnica, in realtà è un invito alla conoscenza e alla scoperta della potenza della mente:

“L’intelletto, come questo sole sensibile, non smette di spargere la sua luce a causa del fatto che non sempre, né tutti, ce ne accorgiamo”.³