📣 👬 Post a
due voci: la prima di Rosario Grillo, la seconda di Gian Maria Zavattaro.
🎨 Le
immagini sono tutte relative a dipinti del pittore polacco - francese Louis
Marcoussis (1878-1941). Il cubismo, a cui l'artista aderisce convintamente,
insegna che ogni oggetto è una composizione, in quanto frutto dell'attività costruttiva della
mente e della mano. Perciò le figure di questo post accompagnano la discussione sulla scelta che siamo chiamati a compiere il prossimo 4 dicembre 2016, nella consapevolezza che, anche da essa, dipende la formazione della realtà futura.
🗨 Rosario Grillo: IO DICO NO.
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Louis Marcoussis,
Costruzione con una mano |
Nel pieno rispetto del progetto
condiviso da me e da Gian Maria: informare gli elettori sul referendum senza
alcuna alterazione di tono, con la garanzia del terreno comune della
democrazia, modellata anche con il contributo indispensabile del Personalismo
cattolico, voglio provare ad argomentare le convinzioni che mi portano verso il
No.
🔻 Dev’essere un punto fermo il fatto che
si tratta di una materia costituzionale.
La Costituzione è il “patto generativo”
di quell’associazione di persone che si chiama Stato.
(Qui un inciso filosofico: tra lo
statalismo hegeliano, più o meno imbevuto di liberalismo, e l’anarchismo,
propendo per una mediazione tra spinta dal basso: le persone, ed è fondamentale,
e spinta dall’alto: quella della cifra giuridica delle Istituzioni. Entro la
cui sfera si muove lo Stato di diritto).
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Louis Marcoussis,
Composizione con conchiglia |
A questa stregua, la scelta non può non
preoccuparsi di salvaguardare l’“unità dell’associazione” (appunto per questo
il quorum richiesto per l’approvazione
parlamentare di una modifica costituzionale è elevato).
🔻 Secondo asse portante della mia
argomentazione è la virtù del parlamentarismo. In esso si racchiude il “tesoro”
della democrazia (intendo la democrazia realmente possibile, incistata sulla
rappresentanza).
Chi ha seguito il dibattito sorto dalla
enunciazione su una parentela stretta tra democrazia ed oligarchia (fatta da
Eugenio Scalfari), può essere caduto in
inganno, non comprendendo che vi era nascosto un addentellato “Elitistico” (teoria
delle elite di Gaetano Mosca).