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Visualizzazione post con etichetta Escher. Mostra tutti i post
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venerdì 23 maggio 2014

La lumaca di Luis Sepúlveda.

Post di Rossana Rolando.

«..la lumaca ... non riuscì a conciliare il sonno
perché nel guscio era assediata da troppe domande ...»

Omaggio a Sepúlveda
Ci sono racconti, come Storia di una lumaca che scoprì l’importanza della lentezza di Luis Sepúlveda, uscito nel novembre 2013 in libreria, che possono essere letti a diversi livelli. Hanno un’immediatezza che li rende comprensibili ad un bambino, ma nascondono, sotto il guscio della semplice trama, significati profondi, riservati agli adulti.
Perciò si può dire che la fiaba della lumaca di Sepúlveda appartenga al genere sapienziale: può considerarsi una sorta di parabola laica, portatrice di valori universali che suggeriscono un modo nuovo di vivere e di condividere.
A queste notazioni si aggiungano la sveltezza e la piacevolezza della lettura, resa agile da uno stile che Italo Calvino avrebbe lodato come “leggero”, perché sottratto alla pesantezza e perché capace di togliere peso.

domenica 1 dicembre 2013

Vivere il tempo. Favole.



Plasmare la propria vita in modo sensato.


Giorno e notte... vivere il tempo.


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C'era una volta un re ...

Un re convocò a corte tutti i maghi del regno e disse loro:
«Vorrei sempre essere d'esempio ai miei sudditi. Apparire forte e saldo, quieto e impassibile nelle vicende della vita. A volte mi succede d'essere triste o depresso, per una vicenda infausta o una sfortuna palese. Altre volte una gioia improvvisa o un grande successo mi mettono in uno stato di anormale eccitazione. Tutto questo non mi piace. Mi fa sentire come un fuscello sballottato dalle onde della sorte. 

... il re non piaceva a se stesso.
Fatemi un amuleto che mi metta al riparo da questi stati d'animo e sbalzi d'umore, sia quelli tristi che quelli lieti».
Uno dopo l'altro, i maghi rifiutarono. Sapevano fare amuleti di tutti i tipi per gli sprovveduti che si rivolgevano loro, ma non era facile abbindolare un re. Che voleva per di più un amuleto dall'effetto così difficile. L'ira del re stava per esplodere, quando si fece avanti un vecchio saggio che disse:
«Maestà, domani io ti porterò un anello, e ogni volta che lo guarderai, se sarai triste potrai essere lieto, se sarai eccitato potrai calmarti. Basterà infatti che tu legga la frase magica che vi sarà incisa sopra». 
  
Concavo e convesso: tristezza e gioia, eccitazione e calma ...
L'indomani il vecchio saggio tornò, e nel silenzio generale, poiché tutti erano curiosi di sapere la magica frase, porse un anello al re.
Il  re lo guardò e lesse la frase incisa sul cerchio d'argento:
«Anche questo passerà». 

... tutto è destinato a passare, nulla è stabile ...
 Bruno Ferrero, C’è qualcuno lassù?, Elledici, 1993.



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C'era una volta un altro re, potente e terribile ....
C'era una volta un re che aveva passato tutta la vita a far guerre e a ingrandire il suo regno. A sessant'anni, si rese conto che non aveva imparato molto sulla vita e sul senso dell'esistenza. Convocò tut­ti i suoi ministri e consiglieri e ordinò:
«Prendete tutto il denaro dei miei forzieri e andate ai quattro angoli del mondo alla ricerca dei libri di sapienza; vorrei finalmente conoscere la vera saggezza della vita».
 
... stanco di guerre, mandò i suoi uomini alla ricerca della saggezza ....
I consiglieri presero sacchi d'oro e sciamarono verso tutte le direzioni della terra. Tornarono dopo sette anni spingendo quaranta cammelli carichi di ogni sorta di libri grandi e piccoli. Un vera montagna di libri rari. Vedendoli, il re esclamò:
«Ho sessantasette anni, non avrò mai il tempo di leggere tutti questi libri. Fatemi un riassunto di tutto!».

... voleva un riassunto di tutto il sapere, in tutte le sue dimensioni ...

Furono convocati i più abili letterati del mondo che si misero al lavoro e dopo sette anni consegnarono un ottimo riassunto di tutto quel tesoro di sapienza. Ma il riassunto equivaleva ancora al carico di sette cammelli.
«Ho già settantaquattro anni» disse il re.
«Non ho il tempo di leggere tutto. Riassumete ancora!».
Si fece il riassunto del riassunto. Ci vollero altri sette anni, al termine dei quali i saggi si ritrovarono con il carico di un solo cammello.
«Ho passato gli ottant'anni» disse il re, sempre più debolmente. «I miei occhi sono molto stanchi. Non riuscirei mai a leggere questi libri. Riassumete ancora!».
I saggi si rimisero al lavoro e per sette anni ancora lavorarono giorno e notte. Il risultato fu un solo libro. Un libro che conteneva tutta la saggezza della terra.


... in un unico libro ...
In quel momento, un valletto si precipitò dai saggi:
«Presto, portate il libro al re. Sta morendo».
Il re aveva ormai ottantotto anni ed agonizzava nel suo letto.
Il più dotto dei saggi avvicinò il volto a quello del re che in un debole soffio gli mormorò all'orecchio:
«Per favore, riassumi in una sola frase tutto il sapere, tutta la saggezza del mondo ... ».
«Eccola, sire: "Vivi il momento presente"».


... in una sola frase ... "Eccola sire: "vivi il momento presente".

Bruno Ferrero, La vita è tutto quello che abbiamo, Elledici, 2010.

Tutte le immagini riproducono opere di M.C.Escher.

Chi desidera intervenire può consultare il post del 22/10/13 oppure semplicemente andare qui sotto su "commenta come", nel menù a tendina selezionare "nome/URL", inserire solo nome e cognome e cliccare su continua. Quindi può scrivere il proprio contributo sul quale rimarrà il suo nome ed eventualmente, se lo ritiene opportuno, può lasciare la sua mail. 

martedì 1 ottobre 2013

IL PANOPTICON.




Autorità è una qualità che connota il potere: coloro che ne sono investiti (persone e strutture) occupano un ruolo di dominanza nei confronti degli altri che  non soltanto si conformano di fatto,  ma – ciò che è più importante – “sentono” di doverlo fare  per  aderire consensualmente a precise norme condivise  di natura etica, culturale o giuridica.



Il potere come mano invisibile.
(Escher, Mano con sfera riflettente)
Autoritarismo invece è il complesso dei fenomeni di potere ogni qualvolta    si trasforma in controllo assoluto e pervasivo sulle attività dei cittadini, riduce fortemente i margini di scelta fra alternative  di comportamento, seleziona gli interessi funzionali al mantenimento dello stutus quo, espelle o reprime quelli ostili nonché i soggetti  che ne sono portatori. “Simula” democrazia per legittimarsi ma “dissimula” la propria forza costrittiva penetrando e occultandosi nelle organizzazioni reticolari della società.
Come nella metafora del “Panopticon” di Bentham, diventa “macchina” di governo, a un tempo invisibile e onniveggente, fondata sul principio  del massimo di coazione e del minimo di libertà.

Il Panopticon: vede senza esser visto.
(Escher, Autoritratto).
La metafora del Panopticon. Immaginate una costruzione così: celle, in cui sono rinchiusi prigionieri, disposte su più piani intorno a una torre centrale. In essa vige  una struttura asimmetrica:  vi sono uomini non visti che possono osservare ciò che accade in ogni cella; i prigionieri si sentono costantemente controllati anche quando non lo sono. “Il detenuto non deve mai sapere se è guardato, nel momento attuale; ma deve essere sicuro che può esserlo continuamente” (Foucault, Sorvegliare e punire). Ecco il PANOPTICON: una costruzione carceraria progettata da J. Bentham nel 1791 e ripresa da Foucault come metafora del potere nella società contemporanea.

Non accorgersi di essere controllati.
(Escher, Oblò).


La figura del Panopticon ha ispirato il grande fratello di G. Orwell, ma soprattutto richiama il diffuso controllo odierno su ogni cittadino attraverso tabulati telefonici, tracciati elettronici, uso di internet ecc.


Interrogativi:

Siamo ancora consapevoli ed in grado di riconoscere come estraneo un potere diventato gradualmente invisibile? Non è forse diventato un sistema “ideale” che per funzionare non ha bisogno di strutture “reali”, dal momento  che viene interiorizzato  dai cittadini sin dall’infanzia attraverso processi  che di fatto sono una sorta di “addestramento”?


Tracciati elettronici ...
(Escher, Corteccia).


La rete Internet può essere considerata  come il Panopticon ed al limite usata per controllare chi la utilizza?  I gestori dei provider, o dei social network possono accedere alle informazioni degli utenti senza che lo sappiano o abbiano a loro volta la possibilità di controllare. In questa asimmetria chi controlla Internet?

domenica 29 settembre 2013

La realtà della vita non è la sensazione.


Per chi lo desideri rimandiamo alla pagina (link laterale) di approfondimento biografico: "Settanta anni fa moriva Simone Weil".

Provare tutto ... il mito della velocità.
Mario Guido dal Monte, Il motociclista, 1927.

“La tua lettera mi ha costernata. Se insisti a porti  come obiettivo principale della tua adolescenza il conoscere tutte le possibili sensazioni – anche se alla tua età, come stato d’animo passeggero, ciò può essere un obiettivo normale – non farai molta strada.

Ti preferivo quando volevi prendere contatto con la vita reale.


 Non fermarsi alla superficie della realtà. Escher, Profondità, 1955.



Forse credi che sia la stessa cosa; in realtà, è esattamente il contrario. C’è gente che vive solo di sensazioni e per le sensazioni. In realtà, la vita l’inganna.  E siccome confusamente lo sentono, cadono  in una tristezza profonda dove non resta loro altra risorsa che quella di stordirsi e ancora stordirsi. 




Vivere di sensazioni ...
Pippo Rizzo, Donna che fuma, 1920.

La realtà della vita non è infatti la sensazione: è l’attività, e intendo dire l’attività del pensiero e dell’azione.”

(Simone  Weil,  1909–1943, filosofa, mistica e scrittrice francese)