Iscriviti ai Feed Aggiungimi su Facebook Seguimi su Twitter Aggiungimi su Google+ Seguici tramite mail

Iscriviti alla nostra newsletter!

Visualizzazione post con etichetta Van Gogh. Mostra tutti i post
Visualizzazione post con etichetta Van Gogh. Mostra tutti i post

sabato 2 gennaio 2021

Nuovo Umanesimo o Transumano.

Post di Rosario Grillo
Immagini dei dipinti di Vincent van Gogh.

Franco Rella, I territori dell'umano
“Nessuno sa la vita e la morte come le sanno in profondità i bambini. Nessuno sa la gioia che d’improvviso li afferra in un empito che li attraversa come il vento. Che li attraversa e che arriva, tanto è forte e inarrestabile, fino a sfiorare anche i nostri visi. Fino a contaminarci di gioia.” (F. Rella, I territori dell’umano)

Premessa

Una partita di calcio è impressa nel mio immaginario. Due giocatori e un pallone, con un palloncino gonfiato dentro una cerata di plastica. Uno dei palloni a rombi colorati che si trovano nelle sagre; due giocatori bambini: io ed un compagno d’infanzia. Quella partita aveva l’intensità di una finale del mondiale e poteva avere per protagonista un Maradona... Un’intensità che rimane “sospesa” nella durata della mia vita.

**********

Cresce l’invocazione ad un nuovo Umanesimo?

“L’affermazione che come esseri umani siamo tutti fratelli e sorelle, se non è solo un’astrazione ma prende carne e diventa concreta, ci pone una serie di sfide che ci smuovono, ci obbligano ad assumere nuove prospettive e a sviluppare nuove risposte.” (1) Vibrante, in questa direzione, l’appello di Papa Francesco, col conforto di un autentico ecumenismo.

giovedì 13 giugno 2019

Martin Buber, Il "presente" della rivelazione.

Post di Rosario Grillo
Immagini dei dipinti di Vincent van Gogh.

Vincent van Gogh, 
Natura morta con bibbia
Riprendo il filo del discorso interrotto parlando del mistero che circonda la comunicazione di Dio: la effusione della Parola.
Lo riprendo in forza delle argomentazioni di Martin Buber, intellettuale ebreo operante nella prima metà del ‘900 (1878-1965), cantore della intersoggettività (1).
Buber ha una potente fiducia nella Bibbia, che riesce a leggere risalendo al più antico senso delle parole semitiche (2). Ne ricava una “segreta” risonanza della Parola di Dio, alfa ed omega della vicenda cosmica.
Tre i momenti salienti di una vicenda che fa tutt’uno con la Fede: la creazione, la rivelazione e la redenzione.
In tutta la vicenda cosmoteandrica (3) non va disgiunto lo spirito dalla vita (che implica la materia sensibile): ne consegue una “facies sensibile” dell’atto creativo congiunta, indisgiungibilmente, alla “facies spirituale”. Entro questo “flusso” opera il Rauch (spirito, vento) che si rivela a Mosè, che soffia su Adamo dandogli la vita, che crea il mondo nei sei giorni mitici, riposandosi il settimo.

giovedì 26 ottobre 2017

L'occhio che tutto controlla (panopticon).

Post di Rosario Grillo
Premessa di Rossana Rolando e Gian Maria Zavattaro
Il dipinto di V. van Gogh, La ronda dei carcerati, è ripreso dall'incisione di Gustave Doré.

Paul Klee, L'occhio, 
1938
Il panopticon è una costruzione carceraria progettata da J.Bentham nel 1791 e ripresa da Foucault come metafora del potere nella società contemporanea: macchina di dominio sociopolitico e di controllo economico-consumistico, invisibile e onniveggente, fondata sul principio del massimo d’inconsapevole coazione e del minimo di effettiva libertà. La figura del Panopticon, che ha ispirato il grande fratello di G. Orwell, richiama il diffuso controllo odierno su ognuno di noi (attraverso tabulati telefonici, tracciati elettronici, uso di internet, persuasori occulti, ecc.). 
Ci sono interrogativi ai quali ognuno di noi dovrebbe dare risposta: Siamo ancora consapevoli ed in grado di riconoscere come estraneo un potere diventato gradualmente invisibile? Non è forse diventato un sistema “ideale” che per funzionare non ha bisogno di strutture“reali”, dal momento che viene interiorizzato  dai cittadini sin dall’infanzia attraverso processi  che di fatto sono una sorta di “addestramento”?  La rete internet può essere considerata  come il Panopticon ed al limite usata per controllare chi la utilizza? I gestori dei provider, o dei social network possono accedere alle informazioni degli utenti senza che essi lo sappiano o abbiano a loro volta la possibilità di controllare. In questa asimmetria chi controlla Internet?  
Le puntuali riflessioni di ROSARIO ci   possono aiutare a dare risposta.

sabato 23 settembre 2017

Ancora le scarpe di Van Gogh.

🖊Post di Rossana Rolando 
🎨Immagini dei dipinti di Vincent Van Gogh.

Un paio di scarpe, 1886, 
Van Gogh Museum, Amsterdam
Un paio di scarpe, dipinte durante il soggiorno parigino, nella seconda metà del 1886, un anno prima dell’inizio di quel processo morboso (fine del 1887, inizio 1888 circa) che porterà Van Gogh alla morte (il suicidio è del luglio 1890, a 37 anni): sono scarpe logore, slacciate, sospese in uno spazio che non ha forma, semplice presenza che ci interroga e ci commuove. Su queste scarpe molto si è scritto, a partire dal saggio heideggeriano sull’origine dell’opera d’arte, risalente al 1935, per passare attraverso Schapiro, Lacan, Derrida, fino alla pubblicazione in Italia del libro Le scarpe di Van Gogh (Marcos y Marcos, 2013), contenente saggi di diversi autorevoli autori.
In questo ideale confronto le posizioni di Heidegger e Lacan si contrappongono senza escludersi. 

lunedì 27 luglio 2015

Un pensiero mattutino, con Ionesco e Van Gogh. Hanno dimenticato che si può guardare il cielo.



“Hanno dimenticato che si può guardare il cielo: gli uomini girano intorno in quella loro gabbia che è il pianeta, perché hanno dimenticato che si può guardare il cielo. Come vivere, come vivere bene, come possedere il mondo, come goderne, come rimpinzarci, dunque come produrre oggetti amabili, strumenti del nostro piacere, come godere continuamente senza tenere conto degli altri, rifiutando loro il godimento senza neanche porsi il problema della loro felicità o infelicità, come industrializzare l’umanità fino alla saturazione. Ecco che cosa si sono proposti gli uomini e quello che si chiama umanesimo. Si tratta dell’abbandono delle cure spirituali o metafisiche. Il problema del nostro destino, della nostra esistenza nell’universo, del valore o della precarietà delle condizioni  esistenziali nelle quali viviamo non è più stato preso in considerazione … Solo l’arte e la filosofia, solo le interrogazioni vive possono tenere sveglia l’umanità  e impedire che l’anima si assopisca, soltanto l’arte e la filosofia possono sviluppare il meglio che c’è in ciascuno di noi” 
(Eugène Ionesco, Il mondo è invivibile).

Il cielo di Van Gogh 
non è vuoto 
(La Notte stellata).
Che cosa significa “guardare” il cielo? Certamente chiedersi quanti di noi oggi, ieri, l’altro ieri hanno osservato la notte stellata o la luna o semplicemente l’alba e il tramonto. E, se non è il cielo,  un paesaggio montano, il mare, una farfalla posata sul fiore o, meglio ancora, il volto dell'altro o, più a fondo, il mondo morale dentro di noi.

La notte stellata di Van Gogh (particolare)
non è una semplice riproduzione naturalistica.
“Guardare”: contemplare, meditare. Le mode e le tendenze correnti oggi  non  incoraggiano queste pratiche così avverse ed estranee al conformismo imperante.

La Notte stellata (particolare) è visione della mente 
e proiezione di sentimenti forti, 
pennellati attraverso i colori.
Secondo G. Dorfles (Conformisti, la morte dell’autenticità, 2° ed. Castelvecchi, 2008), chi più chi meno, tutti ci stiamo  conformando per essere moderni, per non essere isolati od esclusi. Conformisti nei pensieri, nelle azioni, negli interessi, nei gusti, nel comportamento, nel linguaggio, nella vita domestica e in quella pubblica, nei bisogni e nelle aspirazioni. E non ci accorgiamo di perdere noi stessi, la nostra autenticità, la nostra  voce in un contesto, la società liquida, in cui l’umanità è frazionata in tanti comportamenti e linguaggi tutti accolti passivamente. Sono tante le tipologie: dai bambini ai giovani, dagli  adulti agli anziani e persino ai defunti. Ed ognuna mostra come in ogni modo e tempo della vita si obbedisce  a quanto giunge dai media e dall’esterno,  “sino alla saturazione”, senza tener conto degli altri.

La simbologia della Notte stellata (particolare) è ricca: 
il cipresso esprime la tensione verso l'alto, 
sorta di ponte tra terra e cielo.
L’invito di Ionesco è di non rinunciare alle cure spirituali o metafisiche” o al “problema del nostro destino”. Ognuno di noi, se vuole, può ogni giorno riscoprire ciò che non dovrebbe cessare di destare la meraviglia (quella celebrata da Kant), che è all’origine della filosofia, che è nutrimento della poesia e dell’arte, che è fonte delle nostre “vive interrogazioni.

Il paesino avvolto nell'oscurità del sonno indica la tranquillità degli uomini che non si accorgono di quella vivida bellezza della notte, 
attraversata da vortici stellari 
(La Notte stellata, particolare).
Ognuno di noi a suo modo può essere e diventare filosofo-poeta-artista, a suo modo “tenere sveglia l’umanità”, “impedire che l’anima si assopisca”. Per chi si ostina a guardare il cielo sopra “la gabbia del nostro pianeta” e quello tutto interiore dentro di noi c'è sicuramente un rischio: l’inciampo dell’incauto Talete, incurante della frenesia della vita di corsa, distratto dal cielo, costretto a subire le risate di scherno delle servette di turno …

Il video restituisce efficacemente la misura di un cielo vivo e parlante. Si consiglia di mettere in pausa la musica del blog prima di avviarlo.


Coloro che desiderano seguire le nostre pubblicazioni possono cliccare a destra sul pulsante “segui” e aggiungere così il blog Persona e comunità alle proprie cerchie. Grazie a tutti.

domenica 2 novembre 2014

La questione fondamentale.


La questione fondamentale 
(K. Hokusai, La grande onda)
... nelle onde della nostra vita ...
(K. Hokusai, Onde dell'Oceano)
Per Lei qual è la questione fondamentale, quella da cui discendono tutte le altre?
“La questione fondamentale per me dipende da molte cose. Dipende dal momento, dal giorno, dall’umore, dalla situazione in cui mi trovo. Ma in generale, la questione è la prima posta nella Bibbia: “Dove sei?” Dunque: dove sono? Quando Dio domanda ad Adamo: “Ayekah, dove sei?”, penso che sia la questione essenziale. Dove sei nella vita? Davanti ad ogni dramma, in ogni situazione ci si domanda: qual è il mio ruolo? Dove mi colloco, io? Nel grande disegno divino o nel misero disegno degli uomini, dov’è il mio posto  rispetto a mio figlio, rispetto ai morti, ai vivi? Spero, davanti a simili questioni, di tendere una specie di filo che mi lega a quegli uomini, a quelle donne. Nel Midrash c’è sempre il seguente consiglio, rivolto all’essere umano: “Ricordati da dove vieni, dove vai e a chi renderai conto della tua vita!”. Questo è il messaggio della Bibbia. Ma dopo la morte, nell’Olam habà, nell’altro mondo, la prima domanda che viene posta ai morti è: sei stato onesto nei tuoi rapporti con gli altri? E’ la primissima domanda che ci verrà fatta quando ci troveremo davanti al tribunale celeste. Il testo ci insegna una volta di più che i rapporti umani hanno la maggiore importanza. La seconda domanda è: hai atteso la venuta del Messia?”. (Elie Wiesel (e Michail  De Saint Cheron), Il Male e l’esilio, Baldini &Castaldi, Milano, 2001, p. 214).

Nel grande mare delle generazioni passate, 
presenti e future 
(Monet, Il mare a Pourville)
... nel mare sconfinato: 
la piccola imbarcazione di ciascuno ...
(Monet, Impressione. Levar del sole)
Il 2 novembre è il giorno dedicato a com-memorare (ricordare insieme) i propri cari morti e - perché no? - ricordare il cammino dell’umanità attraverso generazioni e generazioni, nei  secoli e nei millenni. Prendere coscienza dei mille volti della morte significa riflettere sui  mille volti della vita e  sulla questione  fondamentale che interessa ognuno di noi, senza lasciarci turlupinare dalla nostra istintiva rimozione e  dalla dominante ossessione in questo nostro tempo di negare o almeno nascondere la morte, magari presentandola attraverso i media come puro spettacolo virtuale. Per un giorno almeno proviamo a ritrovare  senza maschere  il senso profondo del vivere.

venerdì 23 maggio 2014

La lumaca di Luis Sepúlveda.

Post di Rossana Rolando.

«..la lumaca ... non riuscì a conciliare il sonno
perché nel guscio era assediata da troppe domande ...»

Omaggio a Sepúlveda
Ci sono racconti, come Storia di una lumaca che scoprì l’importanza della lentezza di Luis Sepúlveda, uscito nel novembre 2013 in libreria, che possono essere letti a diversi livelli. Hanno un’immediatezza che li rende comprensibili ad un bambino, ma nascondono, sotto il guscio della semplice trama, significati profondi, riservati agli adulti.
Perciò si può dire che la fiaba della lumaca di Sepúlveda appartenga al genere sapienziale: può considerarsi una sorta di parabola laica, portatrice di valori universali che suggeriscono un modo nuovo di vivere e di condividere.
A queste notazioni si aggiungano la sveltezza e la piacevolezza della lettura, resa agile da uno stile che Italo Calvino avrebbe lodato come “leggero”, perché sottratto alla pesantezza e perché capace di togliere peso.

venerdì 24 gennaio 2014

Kaddish per le vittime dell'Olocausto. Video.

 


Non posso odiare.
Posso soltanto espiare, per te e per me.
 Ilse  Blumenthal–Weiss


 .. gli ideali, i sogni, le splendide speranze
non sono ancora sorti in noi che già sono colpiti
 e completamente distrutti dalla crudele realtà.
Anna Frank


.. abbiamo assistito, mio Dio,
 a come sei stato preso a calci... 
Paul Gauguin, Il Cristo giallo.

 Si consiglia di mettere in pausa la musica del blog prima di avviare il video.


Il filmato che presentiamo, con i testi che abbiamo sovrapposto, è un nostro adattamento del video elaborato da Bruno Kampel e reperibile su Youtube dal titolo "Kaddish for all the holocaust victims".

Tenere accesa la luce ... vigilare ... 
V. Van Gogh, La sedia di Gauguin.


Brevi notizie sui nomi citati nel video.

Anna Frank
(1929 – 1945).
La piccola ebrea olandese scrisse il suo Diario  nei due anni, tra il luglio 1942 e l’agosto 1944, da lei trascorsi insieme ai genitori, alla sorella e ad altri quattro amici, in un nascondiglio segreto di una casa del centro di Amsterdam  per sfuggire alla cattura da parte delle SS. Con un linguaggio di bellissima freschezza, pur nel presentimento della morte che grava su ogni pagina, ci ha lasciato un messaggio di fiduciosa speranza. La condanna del nazismo e della sua barbara concezione della vita non viene espressa attraverso invettive ma con l’incrollabile fede nei valori umani.

Il nascondiglio di Anna Frank e dei suoi familiari venne scoperto nel 1944: arrestati tutti gli occupanti, essi vennero inviati in campo di sterminio diversi. La piccola Frank morì nel marzo 1945 in quello di  Bergen Belse.


Ilse Blumenthal–Weiss
(1899 – 1987)
Insegnante di ginnastica, si dedicò ben presto totalmente alla poesia. Fu in corrispondenza con Rainer Maria Rilke e stabilì rapporti di amicizia con P. Celan e Nelly Sachs, insignita del  premio Nobel nel 1966. Nel 1937 fuggì nei Paesi Bassi. Arrestata dai nazisti nel 1943, venne internata prima nel campo di transito di Westerbork, poi nel campo di concentramento di Terezin, dove visse  l’ultimo anno del Terzo Reich e dove fu liberata al termine del conflitto. Si trasferì per lungo tempo negli Stati Uniti. Morì a Berlino nel 1987.
Suo marito fu assassinato  ad Auschwitz, suo figlio a Mathausen



Himmler Heinrich Luitpold Himmler
(1900-1943).
Dal 1936 comandante della polizia, dal 1939 capo delle forze di sicurezza del Terzo Reich, dal 1943 ministro dell’Interno, fu uno degli uomini più importanti della Germania nazista e il propugnatore dello sterminio nei campi di concentramento. Con le sorti della guerra ormai compromesse, cercò di patteggiare un suo salvacondotto, dietro promessa di liberare gli ebrei detenuti. In realtà egli stesso aveva impartito ordini specifici perché nessun detenuto cadesse vivo nelle mani del nemico. La sua volontà di diserzione venne divulgata dagli Alleati attraverso la stampa e Radio Londra. Himmler decise allora con un piccolo drappello di SS di raggiungere la Baviera. Fermato da una pattuglia inglese e tradotto nel campo di prigionia 031, rivelò la propria identità, nel vano tentativo di assicurarsi un trattamento privilegiato. Il 23 maggio si suicidò spezzando la capsula di cianuro che aveva inserito in una fessura tra i denti. Il cadavere fu interrato in un bosco nei pressi di Lunenburgo.





Chi desidera intervenire può consultare il post del 22/10/13 oppure semplicemente andare qui sotto su "commenta come", nel menù a tendina selezionare "nome/URL", inserire solo nome e cognome e cliccare su continua. Quindi può scrivere il proprio contributo sul quale rimarrà il suo nome ed eventualmente, se lo ritiene opportuno, può lasciare la sua mail.