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Visualizzazione post con etichetta Olocausto. Mostra tutti i post
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lunedì 25 gennaio 2016

Il bisogno della memoria, con Lelio Bonaccorso.

Sto qui“Sto qui, sto a guardare e non faccio niente. Mi ficco le mani più a fondo nelle tasche e so che si dovrebbe gridare, afferrare qualche cosa, fare qualche cosa, ma non faccio niente. Non mi resta che chiedere perdono, per me e per tutti gli altri che erano lì, di ciò che è imperdonabile”  
 (Christa Weiss).

Un albero secco che si nutre del dolore...
unico segno visibile di ciò che è stato...
 un volo di uccelli...
Un uomo passa di lì.
La legge del 2000 ha istituito la “giornata della memoria”: legge giusta, che deve essere assunta e vissuta per quello che voleva esprimere. L’obbligatorietà imposta ope legis potrebbe infatti rischiare di risolversi in un retorico “dovere della memoria”, inteso non come “sollen” ma come  “müssen”, mistificante e vissuto come alibi.  E’ quanto poneva in evidenza non molto tempo fa Elena Loewenthal nel suo Contro il giorno della memoria.

domenica 25 gennaio 2015

Il Giorno della Memoria. La forza di un video.



La potenza dell'arte ci porta dentro altri mondi... 
(Enrico Benaglia, immagine tratta da facebook)
Proponiamo un video ideato e realizzato nel 2003 dagli alunni dell’Istituto d’Arte di Imperia, con la supervisione di alcuni docenti tra i quali non posso esimermi dal citare il mitico prof. Dolmetta. Ho conosciuto in modo non superficiale questa Scuola (che ho diretto in qualità di preside per due anni dal 2002 al 2004) e ancora è ben viva in me – in un intreccio di care memorie e di riconoscente gratitudine -  la caparbia dedizione di tanti docenti e la genuina freschezza e gioia di vivere di tanti/e giovani, anche se costretti a gestire e vivere  non poche difficoltà esistenziali.

La giornata della Memoria...
(immagine ripresa dalla pagina facebook 
dedicata ad Auschwitz Memorial)
Sono loro che hanno costruito, spronati da ben altro che la  legge del 2000, la “giornata della memoria” fuori dal retorico rituale di una celebrazione mistificante  e controproducente, se vissuta come alibi dei  nostri silenzi e delle nostre viltà. Sono  proprio i giovani che ci spronano a non dimenticare ed a comprendere che l’universale grido di dolore che si leva dai campi di sterminio è  struggente invocazione che deve servire non agli ebrei ed a tutte le altre vittime sterminate, ma a noi tutti,  giovani ed anziani, per mettere a nudo il nostro  passato e le nostre responsabilità (la Shoah è anche un crimine italiano, basta pensare alle fascistissime leggi razziste del 38 ed alle loro implicanze), per non chiudere gli occhi sulle stragi  del presente, per non legittimarle con la nostra indifferenza ed il nostro silenzio.

... per non chiudere gli occhi... 
(immagine tratta dalla pagina facebook 
dedicata ad Auschwitz Memorial)
Nota sul video.

Il rischio delle immagini – anche le più crude e terribili che raccontano la Shoah – è  quello dell’assuefazione, della ritualità, del “già visto”.

Qual è la chiave per aprirci all'esperienza terribile del dolore... 
per farci provare com-passione?
Nella pletora delle informazioni, del fluire liquido delle comunicazioni, vi è la reale possibilità che il segno rimanga muto, sepolto nell’insignificanza di ciò che scorre davanti a noi, senza più coinvolgerci.

Come condividere un'esperienza 
tanto lontana?
Il merito di questo breve filmato – che rivela la notevole maturità umana di chi lo ha prodotto – è quello di scrollarci dal torpore, di strapparci dall’estraneità e di trasportarci subito all’interno di un vortice d’ansia, di paura, di angoscia. Nel video non si indugia sulle figure tristemente note della Shoah, anzi vengono anche utilizzate immagini apparentemente lontane da quell'esperienza, eppure noi ci sentiamo portati DENTRO un’emozione, uno stato d’animo, un sentire che rimanda, in qualche modo, all’esperienza tragica del lager.

Come sentirci dentro una storia 
che non abbiamo vissuto?
E proprio l’uscita dall’indifferenza ci può permettere di trovare il senso di una giornata come quella della Memoria.

Si consiglia di mettere in pausa la musica del blog prima di avviare il video.




Chi desidera intervenire può andare qui sotto su "commenta come", nel menù a tendina selezionare "nome/URL", inserire solo nome e cognome e cliccare su continua. Quindi può scrivere il proprio contributo sul quale rimarrà il suo nome ed eventualmente, se lo ritiene opportuno, può lasciare la sua mail.

martedì 8 aprile 2014

Omaggio a Dietrich Bonhoeffer.

Post di Gian Maria Zavattaro.

Omaggio ...

... alla grande figura 
di Dietrich Bonhoeffer.
Il 9 aprile 1945 - era il lunedì dopo la Domenica in Albis – all’età di 39 anni moriva sul patibolo, impiccato dai nazisti, il teologo protestante DIETRICH BONHOEFFER. “Questa è la fine – per me è l’inizio della vita” furono le ultime parole, mentre gli aguzzini lo strappavano ai compagni di prigionia.   
Campo di concentramento di Flossembürg.

Flossembürg, lapide in memoria 
di Bonhoeffer.
Chi conosce anche poco, come me, del suo pensiero e della sua azione sa bene quanto le sue intuizioni abbiano influito sul rinnovamento della teologia protestante e cattolica e quanto esse siano  ancora vive. Un tema vorrei qui ricordare: la constatazione dell’avvento di un “tempo totalmente irreligioso”.

venerdì 24 gennaio 2014

Kaddish per le vittime dell'Olocausto. Video.

 


Non posso odiare.
Posso soltanto espiare, per te e per me.
 Ilse  Blumenthal–Weiss


 .. gli ideali, i sogni, le splendide speranze
non sono ancora sorti in noi che già sono colpiti
 e completamente distrutti dalla crudele realtà.
Anna Frank


.. abbiamo assistito, mio Dio,
 a come sei stato preso a calci... 
Paul Gauguin, Il Cristo giallo.

 Si consiglia di mettere in pausa la musica del blog prima di avviare il video.


Il filmato che presentiamo, con i testi che abbiamo sovrapposto, è un nostro adattamento del video elaborato da Bruno Kampel e reperibile su Youtube dal titolo "Kaddish for all the holocaust victims".

Tenere accesa la luce ... vigilare ... 
V. Van Gogh, La sedia di Gauguin.


Brevi notizie sui nomi citati nel video.

Anna Frank
(1929 – 1945).
La piccola ebrea olandese scrisse il suo Diario  nei due anni, tra il luglio 1942 e l’agosto 1944, da lei trascorsi insieme ai genitori, alla sorella e ad altri quattro amici, in un nascondiglio segreto di una casa del centro di Amsterdam  per sfuggire alla cattura da parte delle SS. Con un linguaggio di bellissima freschezza, pur nel presentimento della morte che grava su ogni pagina, ci ha lasciato un messaggio di fiduciosa speranza. La condanna del nazismo e della sua barbara concezione della vita non viene espressa attraverso invettive ma con l’incrollabile fede nei valori umani.

Il nascondiglio di Anna Frank e dei suoi familiari venne scoperto nel 1944: arrestati tutti gli occupanti, essi vennero inviati in campo di sterminio diversi. La piccola Frank morì nel marzo 1945 in quello di  Bergen Belse.


Ilse Blumenthal–Weiss
(1899 – 1987)
Insegnante di ginnastica, si dedicò ben presto totalmente alla poesia. Fu in corrispondenza con Rainer Maria Rilke e stabilì rapporti di amicizia con P. Celan e Nelly Sachs, insignita del  premio Nobel nel 1966. Nel 1937 fuggì nei Paesi Bassi. Arrestata dai nazisti nel 1943, venne internata prima nel campo di transito di Westerbork, poi nel campo di concentramento di Terezin, dove visse  l’ultimo anno del Terzo Reich e dove fu liberata al termine del conflitto. Si trasferì per lungo tempo negli Stati Uniti. Morì a Berlino nel 1987.
Suo marito fu assassinato  ad Auschwitz, suo figlio a Mathausen



Himmler Heinrich Luitpold Himmler
(1900-1943).
Dal 1936 comandante della polizia, dal 1939 capo delle forze di sicurezza del Terzo Reich, dal 1943 ministro dell’Interno, fu uno degli uomini più importanti della Germania nazista e il propugnatore dello sterminio nei campi di concentramento. Con le sorti della guerra ormai compromesse, cercò di patteggiare un suo salvacondotto, dietro promessa di liberare gli ebrei detenuti. In realtà egli stesso aveva impartito ordini specifici perché nessun detenuto cadesse vivo nelle mani del nemico. La sua volontà di diserzione venne divulgata dagli Alleati attraverso la stampa e Radio Londra. Himmler decise allora con un piccolo drappello di SS di raggiungere la Baviera. Fermato da una pattuglia inglese e tradotto nel campo di prigionia 031, rivelò la propria identità, nel vano tentativo di assicurarsi un trattamento privilegiato. Il 23 maggio si suicidò spezzando la capsula di cianuro che aveva inserito in una fessura tra i denti. Il cadavere fu interrato in un bosco nei pressi di Lunenburgo.





Chi desidera intervenire può consultare il post del 22/10/13 oppure semplicemente andare qui sotto su "commenta come", nel menù a tendina selezionare "nome/URL", inserire solo nome e cognome e cliccare su continua. Quindi può scrivere il proprio contributo sul quale rimarrà il suo nome ed eventualmente, se lo ritiene opportuno, può lasciare la sua mail.