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Visualizzazione post con etichetta Monica Pennazzi. Mostra tutti i post
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domenica 31 dicembre 2017

Fine d'anno di J.L.Borges.

Post di Rossana Rolando
Immagini delle quadrure (quadri-sculture) di Monica Pennazzi (qui il riferimento al sito).

Monica Pennazzi, 
Respiro
🌟Fine d’anno¹ 
Né la minuzia simbolica
di sostituire un tre con un due
né quella metafora inutile
che convoca un attimo che muore e un altro che sorge
né il compimento di un processo astronomico
sconcertano e scavano
l’altopiano di questa notte
e  ci obbligano ad attendere
i dodici irreparabili rintocchi.
La causa vera
è il sospetto generale e confuso
dell’enigma del Tempo;
è lo stupore davanti al miracolo
che malgrado gli infiniti azzardi,
che malgrado siamo
le gocce del fiume di Eraclito
perduri qualcosa di noi:
immobile.

Monica Pennazzi, 
L'uomo cosmico e la natura
💠L’intestazione. E’ già abbastanza indicativo il titolo del componimento: l’attenzione non si focalizza sull’anno nuovo, come nella più nota letteratura o nel comune sentire, ma sull’anno che finisce. La scelta quindi riguarda il passato e non il futuro – in cui si proiettano speranze, attese, desideri (spesso del tutto vani, come ci ricorda il venditore di almanacchi di Leopardi) e su cui poggiano le euforiche feste di capodanno.
La notte del primo gennaio segna la conclusione di un ciclo.

domenica 28 agosto 2016

Tempo paradigmatico.

Post di Rosario Grillo.

Monica Pennazzi, 
Ucronìa (Non tempo)
James Hillman è conosciuto come il più importante continuatore della “psicologia archetipica” iniziata da Jung. 
In essa si assegna all’anima una dote a-temporale o intemporale, in relazione con la sua appartenenza al regno del caos e con la sua irriducibile differenza da ciò che si dispiega nel tempo lineare ed evolutivo. 
Da Hillman: “Non possiamo più pensare alla nostra biografia come un sistema vincolato dal tempo, come a una progressione lungo una linea retta dalla nascita alla morte; la dimensione temporale, la dimensione lineare, è soltanto una delle dimensioni della nostra vita. L’anima si muove in cerchi, dice Plotino” (Il codice dell’anima, p.180-1).
Monica Pennazzi, 
Ucronìa (Non tempo), 3
Come si vede, ci troviamo nel solco dell’agostinismo. Ad Agostino d’Ippona appartiene l’esplicitazione della peculiare relazione, psicologica, che stringono anima e tempo.
Nelle Confessioni, egli sostiene che soltanto il presente è, ma solo per un istante fugace, quindi è, e nel momento successivo non è, trapassa subito dall’essere al non essere. Il passato è attraverso l’anima: ricordo, il futuro, infine, suo tramite, è: attesa.
Nella interpolazione di Hillman, l’urgenza è della libertà o autenticità della “ghianda” che si trova nell’anima.
Essa è il suo archetipo, ed in essa si trova sia l’individualità (irripetibilità, Leibniz direbbe: indiscernibile) sia il genio (carattere).

mercoledì 24 agosto 2016

La formula dell'amore e altri simboli. Monica Pennazzi.

Di Rossana Rolando.
 
Abbiamo visitato, lo scorso luglio, presso la bella Pinacoteca Francesco Podesti di Ancona, la mostra dedicata a Monica Pennazzi, giovane artista dal forte spessore comunicativo. 
Fili e nodi vanno a costituire elaborate tessiture che congiungono e pongono in tensione archi, cerchi, ellissi di ferro. “Cunauta” è il nome di una delle sculture che in modo emblematico dà il titolo all’intera esposizione. Il termine di origine portoghese - legato all’importante esperienza brasiliana dell’artista di Ancona – indica la culla del navigante e, simbolicamente, il luogo della nascita ma insieme del percorso, della protezione ma anche della precarietà.

Monica Pennazzi, Cunauta, 1
L’ingrediente filosofico esistenziale già contenuto in questo titolo si ritrova nelle altre opere, coniugato con l’elemento scientifico, che deriva dalla passione e dagli studi nei campi della matematica e della fisica quantistica.
Le figure create sono eleganti, leggere, rarefatte.  L’estensione nello spazio e la posizione, la luce e l’ombra, la monocromia del nero sono le qualità che si aggiungono al materiale e contribuiscono a fare, di queste forme prevalentemente astratte, vettori di un mondo ordinato, musicale, armonioso.