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Visualizzazione post con etichetta J.L. Borges. Mostra tutti i post
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sabato 20 aprile 2024

L'arte del dimenticare.

Post di Rossana Rolando.

Hieronymus Bosch, Il giardino delle delizie, uomo con topo
Funes, nel racconto di Borges. In un racconto di Borges, contenuto in Finzioni, si narra di un certo Ireneo Funes che, dopo essere stato travolto da un cavallo selvaggio, è rimasto paralizzato nel corpo e mutato nella mente, in particolare nella facoltà di ricordare. Prima della caduta è uno smemorato che dimentica tutto o quasi tutto.
Dopo, al contrario, la sua percezione del reale diviene quasi intollerabile, tanto è ricca e nitida, così come è particolareggiata la rimembranza degli eventi più antichi e banali. Ireneo ha più ricordi – lui solo – di tutti gli uomini messi insieme, in tutti i tempi. Non può nemmeno dormire, teso com’è a recepire il mondo. Ha imparato facilmente le lingue: l’inglese, il francese, il portoghese, il latino… Ma c’è qualcosa che non funziona in questa sua potentissima facoltà di ricordare. Nel suo mondo sovraccarico di dettagli - inutili come un “deposito di rifiuti” - manca l’attitudine al pensare, perché essa esige processi di selezione, generalizzazione, in una parola richiede la capacità di dimenticare piccole variazioni per unificare sotto un unico concetto: “Non solo gli era difficile comprendere come il simbolo generico «cane» potesse designare un così vasto assortimento di individui diversi per dimensioni e per forma; ma anche l’infastidiva il fatto che il cane delle tre e quattordici (visto di profilo) avesse lo stesso nome del cane delle tre e un quarto (visto di fronte).”¹

domenica 12 settembre 2021

Perfetta attenzione.

Post di Rossana Rolando
Immagini dei dipinti di Mikalojus Konstantinas Čiurlionis, pittore e compositore lituano (1875-1911).

Mikalojus Konstantinas Čiurlionis, Creazione del mondo I
💥 Senso comune. La tematica dell’attenzione ha risvolti pedagogici e psicologici. Essa riguarda comunemente l’ambito dell’apprendimento. Si parla, infatti, di disturbi dell’attenzione, di errori di disattenzione… A scuola si invita a “stare attenti”, si tiene conto della curva di attenzione e si riflette sull’importanza di educare alla concentrazione.
 
💥 Attenzione e presente. Ma il discorso ha una portata ben più vasta, filosofica, esistenziale ed etica.
Potremmo enuclearlo anzitutto così: l’attenzione è un modo di vivere il tempo, l’istante. 
 
Lo dice meravigliosamente Borges in Nostalgia del presente:
In quel preciso momento l’uomo si disse:
che cosa non darei per la gioia
di stare al tuo fianco in Islanda
sotto il gran giorno immobile
e condividere l’adesso
come si condivide la musica
o il sapore di un frutto.
In quel preciso momento
L’uomo stava accanto a lei in Islanda. (1)
 
Ecco, l’attenzione è la conquista di quel “preciso momento”.

mercoledì 16 dicembre 2020

Poesia e sublimazione.

Post di Rosario Grillo.

Pierre Puvvis de Chavannes, Il sogno, 1883, particolare  



Come per mano di un Dio, un tempo mi avvinse 
Su quel ponte un incanto, mentre passavo,
E sullo sfondo dei monti
La vaga lontananza mi apparve,
E il giovinetto, il fiume, correva alla piana
Lieto e triste, come il cuore che, per troppa bellezza,
In un naufragio d’amore,
Si getta nei flutti del tempo. 
(Hörlendin)

Con le imperfezioni intrinseche ad un patito della argomentazione proverò ad imbastire delle note sulle proprietà della poesia e, a più larga raggio, della comunicazione a-logica.

Il pensiero occidentale ha subito il peso onnivoro della logica. È risaputo invece che nella tradizione orientale è stato più largo il ruolo assunto dal l’espressione non logica.

Sono stato provocato dalla lettura di un recentissimo contributo di F. Berardi Bifo, concepito nel contesto della piena pandemia ed interrogativo sulla relazione tra reclusione indotta dall’epidemia ed effusione dei rapporti sessuali. (1)

sabato 21 novembre 2020

Le cose amate.

Post di Rossana Rolando
Immagini di Kristina Kemenikova (qui il sito instagram, con gentile autorizzazione).

Kristina Kemenikova, Ufficio a casa
Il covid costringe a rimanere per molto tempo in casa. Lo slogan della prima ondata suonava proprio “Io resto a casa”.

✴️ “Casa” vuol dire stanze, disposizione degli spazi, per chi è più fortunato significa terrazzo, forse anche giardino. Per tutti comunque rappresenta un luogo circoscritto che limita, ma nello stesso tempo protegge dal contagio. Certo non da altri mali. Può diventare un inferno, quando le relazioni intra familiari siano logorate o peggio ancora ferite, turbate. Può essere la prigione in cui si prova l’angoscia opprimente dell’isolamento. Solo nei casi migliori, diventa il rifugio sicuro nel quale si gode della compagnia più intima e si loda la possibilità di stare insieme, mangiare insieme, scambiare parole vive, non essere soli.

✴️ “Casa” indica certamente le persone (e cani e gatti... se ci sono), ma anche i muri e le cose. Questi non sono semplicemente oggetti di cui ci serviamo, “come taciti schiavi”¹. Sono manifestazione dello spirito, direbbe Hegel.

lunedì 30 dicembre 2019

Il secondo Io. Una storia di Capodanno.

Post di Rossana Rolando
Immagini delle illustrazioni dell'artista coreano Jungho Lee (qui il sito), con gentile autorizzazione.

Jungho Lee, La stanza del Pensiero, 2015
La strada che volevi prendere
La lettera che volevi scrivere
L’uomo che volevi salvare
Il posto che volevi occupare
La donna che volevi seguire
La parola che volevi sentire
La porta che volevi aprire
L’abito che volevi indossare
La domanda che volevi porre
La camera d’albergo che volevi avere
Il libro che volevi leggere
L’occasione che volevi cogliere¹

Jungho Lee, Conoscenza di sé
Dodici immagini di un viaggio nel vecchio anno che ben rappresentano diramazioni non scelte del proprio esistere, possibilità non attraversate, mondi non esplorati: la strada che non hai intrapreso, la lettera che non hai scritto, l'uomo che non hai salvato, il posto che non hai occupato, la persona che non hai seguito, la parola che non hai sentito, la porta che hai lasciato chiusa, il vestito che non hai indossato, la domanda che non hai posto, la camera d'albergo che non hai avuto, il libro che non hai letto, l’occasione che hai perduto…
Per dodici volte avresti voluto, ma un impedimento è intervenuto e ha reso impossibile il compimento di quella volontà. Il viaggio nel passato può avere il sapore di un imperfetto mai realizzato: quello che "volevi" fare e non hai fatto.

E’ la situazione descritta in un racconto di Walter Benjamin, dal titolo Il secondo Io. Una storia di Capodanno su cui riflettere².

giovedì 16 maggio 2019

Sull'inferno. Da Scoto Eriùgena a Borges.

Post di Rosario Grillo.
Immagini dei disegni per la Divina Commedia di Sandro Botticelli.

Sandro Botticelli, 
La voragine infernale
Io che sono l’E’, il Fu e il Sarà/ accondiscendo ancora al linguaggio/ che è tempo successivo e simbolo./ Chi giuoca con un bimbo giuoca con ciò che è/ prossimo e misterioso;/
io volli giocare con i Miei figli./ Stetti fra loro con stupore e tenerezza./ Per opera di un incantesimo/ nacqui stranamente da un ventre./ Vissi stregato, prigioniero di un corpo/e di un’umile anima./Conobbi la memoria,/ moneta che non è mai la medesima./ Il timore conobbi e la speranza,/ questi due volti del dubbio futuro./ Ed appresi la veglia, il sonno, i sogni,/ l’ignoranza, la carne,/ i tardi labirinti della mente,/ l’amicizia degli uomini,/ la misteriosa devozione dei cani./ Fui amato, compreso, esaltato e sospeso a una croce./ (J.L.Borges, Giovanni I,14)

J.L.Borges ha girato molto attorno ai temi teologici tanto da meritarsi la definizione di “teologo ateo da parte di Leonardo Sciascia. Il cardinale Ravasi è andato anche più in là, riconoscendogli una “fede implicita. (1)

venerdì 6 aprile 2018

Borges secondo Gianfranco Ravasi.

Post e fotografie di Rossana Rolando (le foto riproducono alcune opere di arte contemporanea, in mostra a Firenze presso Palazzo Strozzi, dal 16 marzo al 22 luglio 2018).

Gianfranco Ravasi, 
La Bibbia secondo Borges
Per chi volesse avvicinare il pensiero e la poetica di Borges da un punto di vista biblico teologico il breve ed agile libretto del cardinal Gianfranco Ravasi, La Bibbia secondo Borges, uscito nel 2017, costituisce una guida semplice e suggestiva, “impressionistica” - come l’autore stesso afferma -, priva di tecnicismi e animata da uno spirito appassionato e libero.
Di seguito presento i titoli dei diversi capitoli (in viola) affiancati da una citazione in essi contenuta, esemplificativa del percorso proposto.

🌟Borges e Bergoglio. “Non deve stupire questo legame spontaneo tra Borges e un gesuita [papa Francesco]: il famoso scrittore, infatti, sbrigativamente classificato da se stesso come agnostico, in realtà fu costantemente attratto dai temi teologici e in particolare dai testi sacri”¹.

domenica 31 dicembre 2017

Fine d'anno di J.L.Borges.

Post di Rossana Rolando
Immagini delle quadrure (quadri-sculture) di Monica Pennazzi (qui il riferimento al sito).

Monica Pennazzi, 
Respiro
🌟Fine d’anno¹ 
Né la minuzia simbolica
di sostituire un tre con un due
né quella metafora inutile
che convoca un attimo che muore e un altro che sorge
né il compimento di un processo astronomico
sconcertano e scavano
l’altopiano di questa notte
e  ci obbligano ad attendere
i dodici irreparabili rintocchi.
La causa vera
è il sospetto generale e confuso
dell’enigma del Tempo;
è lo stupore davanti al miracolo
che malgrado gli infiniti azzardi,
che malgrado siamo
le gocce del fiume di Eraclito
perduri qualcosa di noi:
immobile.

Monica Pennazzi, 
L'uomo cosmico e la natura
💠L’intestazione. E’ già abbastanza indicativo il titolo del componimento: l’attenzione non si focalizza sull’anno nuovo, come nella più nota letteratura o nel comune sentire, ma sull’anno che finisce. La scelta quindi riguarda il passato e non il futuro – in cui si proiettano speranze, attese, desideri (spesso del tutto vani, come ci ricorda il venditore di almanacchi di Leopardi) e su cui poggiano le euforiche feste di capodanno.
La notte del primo gennaio segna la conclusione di un ciclo.

martedì 26 dicembre 2017

J.L.Borges, l'enigma del Natale.

Post di Rossana Rolando
Immagini delle opere di Simone Martini (1285-1344).

Giovanni I, 14¹.
Non sarà questa pagina enigma minore
di quelle dei Miei libri sacri
e delle altre che ripetono
le bocche inconsapevoli,
credendole d’un uomo, non già specchi
oscuri dello Spirito.

Simone Martini, Frontespizio 
del commento di Servio a Virgilio, 
(Miniatura)
Sin dalle prime righe J.L.Borges restituisce il Natale al Mistero biblico e teologico.
La pagina, di cui si parla all’inizio, potrebbe essere quella richiamata nel titolo, Giovanni I, versetto 14: “E il Verbo si fece carne e venne ad abitare in mezzo a noi; e noi vedemmo la sua gloria, gloria come di unigenito dal Padre, pieno di grazia e di verità”. Ma (la pagina) potrebbe anche essere la stessa del componimento di Borges, in cui si immagina Gesù che narra il proprio cammino tra gli uomini.
E’ comunque un racconto enigmatico, che le bocche inconsapevoli ripetono senza scorgervi l’eccesso in esso contenuto, il sovrappiù che non proviene dall’uomo, ma dallo Spirito. Il Mistero di Dio può rivelarsi soltanto in una forma oscura, rendendosi visibile all’occhio debole dell’uomo “per speculum et in aenigmate” (1 Corinzi, 13,12).

Io che sono l’È, il Fu e il Sarà
Accondiscendo ancora al linguaggio
Che è tempo successivo e simbolo.

L’enigma del Natale è l’Eterno che si fa linguaggio, entrando nel tempo della narrazione, nella successione del prima e del poi. L’Altissimo si consegna alle parole, “accondiscende” ad esse, quindi si abbassa e si racchiude in quei poveri segni che non riescono a contenerlo, ma possono soltanto rimandare a Lui come simboli.

domenica 12 novembre 2017

Sul cominciare. Con Calvino, Borges e Foucault.

Post di Rossana Rolando.
Immagini dell'illustratore e pittore inglese Frederick Cayley Robinson (1862-1927).

Frederick Cayley Robinson, Illustrazione 
tratta da L'uccellino azzurro di Maurice Maeterlinck
Non è l’inizio al singolare – il principio di tutto – che qui vorrei evocare, ma gli inizi al plurale, i modi del cominciare, gli atti con cui si dà avvio a qualcosa. In prima battuta mi interessa il principio della narrazione, e subito dopo l’avvio di ogni discorso, non solo in campo letterario.

🌸L’inizio del raccontare.
Nei capolavori della letteratura le parole di apertura si caricano di una grande energia, come se la potenza creativa dell’opera fosse già tutta contenuta nel principio. Per questo, come ricorda Italo Calvino - che al tema ha dedicato un libro ben noto, dal titolo Se una notte d’inverno un viaggiatore -, gli inizi dei romanzi sono generalmente più memorabili dei loro rispettivi finali. Gioia dell’inizio: questo si respira negli incipit meglio riusciti.
Frederick Cayley Robinson, 
Il mondo
Nel suo testo inedito sul “Cominciare e finire” (pubblicato in Appendice a Lezioni americane, Mondadori, Milano 2016) lo stesso Calvino descrive l’inizio come l’uscita “dalla potenzialità illimitata e multiforme” dell’esperienza - data dalla “possibilità di dire tutto”, in tutti i modi e i linguaggi possibili - per  entrare “in qualcosa che ancora non esiste”, facendo ingresso in “un mondo completamente diverso”, “un mondo verbale”. La molteplicità del reale offre un’infinita ricchezza di materiale “raccontabile” da cui lo scrittore cattura, isola, seleziona dati che poi rimescola e rielabora per dare origine alla sua storia.

martedì 26 novembre 2013

Chi sa godere delle cose belle e fatte bene salverà il mondo.





La gratitudine per ciò che vi è di buono e di bello ... 




I GIUSTI


di Jorge Luis Borges



Un uomo che coltiva il suo giardino, 
come voleva Voltaire.



Chi è contento che sulla terra esista la musica.



Chi scopre con piacere una etimologia.



Due impiegati che in un caffè del Sud 
giocano in silenzio agli scacchi.



Il ceramista che intuisce un colore e una forma.


Il tipografo che compone bene questa pagina 
che forse non gli piace.


Una donna e un uomo che leggono 
le terzine finali di un certo canto.


 Chi accarezza 
un animale addormentato.


Chi giustifica o vuole giustificare un male che gli hanno fatto.



Chi è contento che sulla terra ci sia Stevenson.


Chi preferisce che abbiano ragione gli altri.


Tali persone, che si ignorano, stanno 
salvando il mondo.






... nel lavoro ...

... in ogni attività ...

... svolta con cura ... 


... senza prevaricare gli altri  ...



... la soddisfazione di ciò che è ben fatto... 


Tutte le immagini riproducono opere di J. F. Millet.

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