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Visualizzazione post con etichetta Piet Mondrian. Mostra tutti i post
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mercoledì 14 luglio 2021

Complessità.

Post di Rosario Grillo.

Piet Mondrian, Terra n. 1, 1913
La percentuale crescente del numero di persone anziane dentro le società ha comportato come risposta immediata la diffusione dei giochi di brain test, tesi a favorire l’allenamento “salva Alzheimer”.
Debbo dire che l’apparente reazione del mercato del consumo, pronto a mutare in profitto di parte le défaillance di una quota importante di cittadini, ha trovato compensazione negli studi di approfondimento su l’oggetto: cervello e reti neuronali. Ne è sortita la scoperta della plasticità del cervello. In essa: la risorsa umana per non soccombere al decadimento fisico più alcuni ponderati consigli per rivisitare potenziando l’educazione permanente.
Uno studio scientifico esplicita: “In passato gli scienziati ritenevano che le diverse aree del cervello umano fossero predefinite e immutabili e che la produzione di neuroni cessasse dopo l’età dello sviluppo, ad eccezione delle strutture dedicate alla memoria, le quali seguitano a produrre neuroni anche in età adulta. Ciò faceva del cervello un organismo che, una volta raggiunto il suo pieno sviluppo, diveniva statico e incapace di crescere ulteriormente ed era perciò condannato a un lento e inesorabile declino. Nella seconda metà del Novecento ha iniziato a diffondersi, suffragata da dati sperimentali, l’idea che il cervello è sufficientemente plastico da potersi riorganizzare in caso di bisogno anche in età adulta. Il cervello umano non è “cablato” con circuiti neurali fissi e immutabili; la rete sinaptica cerebrale e le strutture correlate, compresa la corteccia cerebrale, si riorganizzano attivamente grazie all’esperienza e alla pratica”. [Mahncke et al., 2006; Doidge, 2007] (1)

giovedì 12 ottobre 2017

Diagonale, segreto simbolo.

🖋Post di Rossana Rolando
🎨Immagini delle opere di Piet Mondrian e di Theo van Doesburg.

Piet Mondrian, 
Composizione A, 1920
Quanti guai possono venire da una semplice diagonale!

Si narra che Ippaso da Metaponto venne condannato a morire in mare poiché svelò, fuori dal circolo dei pitagorici, la scandalosa dottrina “dei numeri irrazionali e dell'incommensurabilità” (I presocratici, Laterza Bari 1983, 18, 4). La rappresentazione del mondo come armonia, misurabilità e quindi razionalità venne messa in discussione da un singolare rapporto, espresso dalla incommensurabilità tra le grandezze della diagonale e del lato di un quadrato. Tale scoperta non poteva essere accettata dalla Scuola di Pitagora, tutta fondata sulla convinzione che la forma dovesse prevalere sul caos, l’ordine sul disordine, il finito sul non finito.

lunedì 31 luglio 2017

Incendi e 'Alberi' di Prévert.

🖊Post di Rossana Rolando
🎨Immagini degli alberi di Piet Mondrian (1872-1944).

Piet Mondrian, 
Paesaggio
L’estate 2017, come e più di altre stagioni estive, è segnata dalla follia incendiaria. L’aria nera, satura di fumo irrespirabile, il suolo incenerito e isterilito, il terrore degli animali in fuga… sono i frutti di una volontà nichilistica anonima e vile. Chi ama la nostra terra e la sua stupenda bellezza rimane attonito di fronte alla ferocia della mano assassina.
Meglio di altri Jacques Prévert, poeta francese vissuto tra il 1900 e il 1977, ha saputo dar voce alla natura e soprattutto agli alberi, cui ha dedicato un’intera raccolta, con una sensibilità moderna, capace di anticipare problematiche che si riveleranno attuali dopo di lui (Alberi, edizione Guanda, Parma 1999).
Piet Mondrian, 
Albero
Il dolore che provoca il fuoco distruttore con la sua atroce desertificazione di boschi, pinete, foreste è espresso potentemente nei suoi versi:
Un vento folle che viene dal mare/urla canta sibila e ride/Un grande cane rosso/folle anche lui/gli corre dietro leccando i muri/L’azzurro del cielo è spazzato via/dal vento nero dell’incendio.

martedì 15 settembre 2015

Un pensiero mattutino con B. Pascal e P. Mondrian. Abitare le domande.

Il vortice del tempo
(Piet Mondrian, 
Mulino a vento)
La vera drammaticità della nostra esistenza storica è il tempo come forma esistenziale dell’uomo. Non il “tempo della natura” in cui tutto scorre ciclicamente uguale, ma la nostra esperienza del tempo, dimensione drammatica del nostro esserci-nel-mondo: tempo della  celebrazione concreta  della vita oppure della sua concreta mortificazione e degradazione in tutte le forme attuali di indifferenza,  violenza e sopraffazione.
Le linee geometriche orizzontali e verticali, 
simbolo di una dimensione perfetta, 
sottratta al divenire
(Piet Mondrian, Composizione 
in rosso, giallo, blu e nero)
Per me è difficile, se non impossibile, definire veramente il tempo: quanti ci hanno provato da Agostino a Kant a Bergson! …  Io con la sola ragione temo di non  riuscirci, ma forse il cuore può attingerlo: “l’èsprit de finesse” direbbe Pascal. Il tempo – il mio tempo, il  tuo, il nostro, il “loro” – è cambiamento continuo: tutto ciò che possediamo sembra sgusciare via nell’ambiguità, precarietà, inconsistenza della condizione umana.