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sabato 11 ottobre 2014

“Promettere” oggi: è ancora possibile?



Promettere costa poco, si dice, se poi non si mantiene l'impegno.
E non farlo? Costa ancor meno, praticamente niente,
      basta girarsi dall'altra parte.
Una promessa è un impegno,
è il mettersi ancora in corsa,
è il non sedersi su quel che si è fatto.
Dà nuove responsabilità,
obbliga a cercare, a trovare nuove energie.
(Gino Strada)

Delle false promesse...
La promessa non ha nulla da spartire  ovviamente con la chiacchiera mielata dell'imbonitore di turno o l'incantamento del politicante da strapazzo.
Promessa: da “pro-mittere”, mettere davanti a, mandare innanzi, lasciar crescere, assicurare, garantire, sperare, annunziare, presagire, sottoporre allo sguardo di …

Delle vere promesse ...
La nostra esistenza  è costellata di promesse date e ricevute, senza le quali la nostra vita sarebbe un cammino insipido, perso nell'attimo fuggente e privo di  trepidazioni. Sono il sale della vita, ci aprono ai bagliori dell’attesa ed alla luce della speranza, ci dischiudono orizzonti impensati.

martedì 7 ottobre 2014

Il Mediterraneo e lo straniero. L'apartheid nascosto.


Il Mediterraneo  ....
... Mare nostrum ... 
così lo denominavano i Romani ...
... oggi ...
Senza preparazione né psicologica né logistica  abbiamo subito e subiamo l’invasione  di decine di migliaia di uomini, donne e  bambini dall’Africa, dall’Asia, dall’Est…, che mi ricordano le decine e decine di migliaia di Italiani disperati ed affamati – anche allora tante donne e bambini -  che nei decenni a cavallo tra 800 e 900  solcarono  l’oceano verso le Americhe.
Sconcerto, com-passione, paura, rancore, sordità, diffidenza, indifferenza, volontà di accoglienza …: le varie tonalità emotive che tutti proviamo nei riguardi dei migranti.
Per alcuni di noi  senso di impotenza e desiderio estremo di far qualcosa; per altri voglia di ributtarli in mare, voglia di barriere, muri, apartheid.

... il Mediterraneo:
mappa dei flussi migratori...
... il Mediterraneo è oggi la frontiera 
più mortale del mondo ... 
(dal sito Facebook Io Accolgo)
E’ di questi giorni la notizia che il Viminale, cedendo alle insistenze della Ue e chiudendo le schermaglie legate al trattato di Dublino, ha diramato l’ordine  per cui tutti  i migranti ed i profughi che arrivano in Italia debbono essere identificati con foto ed impronte  digitali.
Nel contempo i media ci informano che  anche in Italia aumentano i  luoghi invivibili (luoghi di violenza, spaccio, scippi …): quartieri, rioni, periferie, autobus di linea, stazioni, ghetti di camper e roulotte …
Anch’io avrei  paura, non per me, ma per mia moglie, i miei familiari, parenti, amici, nemici, tutti e i figli di tutti …
... il Mediterraneo...
greco, romano, islamico...
fonte di civiltà e di paure ...
... il Mediterraneo oggi, fonte di paure ...
Come non sentirsi svuotati  ed  amareggiati di fronte al cinico temporeggiare della UE ed alle parole vuote ed imbecilli di  tanti cattivi politici e di tante “brave” persone? Perché  non provano a  scandalizzarsi piuttosto dell’illegalità di chi non paga le tasse e i contributi lavorativi, di chi affitta le stanze a prezzi vergognosi,  dello sfruttamento dei  nuovi schiavi, dei nuovi ghetti, dei nuovi luoghi di miseria, dei  lavori infami, delle donne (di altre nazionalità ma anche tante italiane) costrette  a vendere il loro corpo per comprare un’impossibile libertà?

... i dati sui minori ... 
(dalla pagina Facebook Io Accolgo)
... il Mediterraneo oggi...
Ora mi   tocca anche subire l’invasione - questa sì insopportabile -  di prezzolati mercanti di parole, di individui – maschi e femmine – intenti a produrre solo  visceralità, perché le parole non sono mai innocue: i migranti tacciati come  clandestini e non irregolari,  stranieri e non cittadini di altri paesi…  Sappiamo bene quanto sia pericoloso evocare immagini e fantasmi emotivi che progressivamente creano mostri e malandrinamente trasformano il migrante in uno straniero che è qualcosa di più che diverso: è colui dal quale  ci  si deve guardare e difendere, colui che può diventare il nemico, colui che non è  detto sia pienamente umano, che può diventare subumano ed in ultimo antiumano. Stereotipi e generalizzazioni ci bombardano con l’immagine dell’immigrato-delinquente per il solo fatto di essere irregolare e così si ignora e si riflette troppo poco sull’immigrato-vittima, di cui noi siamo giocoforza testimoni silenti e di cui ognuno di noi porta la sua parte di responsabilità anche attraverso il silenzio  o il voltar faccia  del levita nella parabola del buon samaritano. Alla fine di questo metabolismo  diventa del tutto conseguente espellere  chi è altro da noi e introdurre un diritto separato per gli immigrati ed i profughi.

... dalla pagina Facebook Io Accolgo ....
.... dalla pagina Facebook Io Accolgo ...
Il problema è che non può esserci legalità senza giustizia vera, uguaglianza per tutti,  e viceversa. Non si tratta di essere buoni,  ma giusti: parlare di legalità  è fuori luogo se non si capisce che il rispetto dei diritti della persona è esso stesso espressione di legalità e non il suo contrario. Nell’aria sento puzza di apartheid, perché c’è apartheid quando c’è diritto separato. Non sarebbe ora di metterci tutti bene in testa che l’immigrazione è ormai un fenomeno strutturale che crescerà sempre di più?  L’obiettivo deve essere governare il fenomeno non fare gli struzzi. Chi sostiene  che con  l’espulsione immediata dei profughi (ma dove?)  e un rigido blocco delle frontiere (ma come?) è possibile risolvere il problema degli immigrati o è in malafede o è un cretino.  La politica non può ridursi a scambio e baratto  spudorato; la politica è progetto, capacità di governare i conflitti, volontà di ricomporre interessi diversi, mediazione ma non compromesso.

... il Mediterraneo della storia ...
... il Mediterraneo dell'arte ...
... il Mediterraneo dei commerci ...
... è oggi il Mediterraneo 
che chiede giustizia ...
L’accoglienza seria – quella vera, autentica -  non ignora le difficoltà di comunicare e di integrarsi, l’ignoranza di coloro che approdano sui nostri lidi, la loro cultura spesso eterogenea, la loro reale diversità che può anche provocare disorientamento. L’accoglienza non è neppure assistenza paternalistica, ma si radica nella reciprocità di diritti e di doveri  e  si coniuga con la virtù della fortezza: fermezza nel richiedere ed esigere la conoscenza ed il rispetto della  società che accoglie, della  sua cultura, delle sue leggi; fermezza nel  favorire  la presenza regolare di chi dimostra volontà di un reale inserimento e nell’applicare la legge contro chi delinque.

... il Mediterraneo che ha visto 
le incursioni dei Saraceni...
... il Mediterraneo delle crociate ...
... il Mediterraneo richiede oggi, da parte nostra,
uno sforzo di civiltà ...
A ben vedere i veri stranieri sono i razzisti, quelli che vogliono un mondo monocolore e becero, un mondo di stranieri l’un l’altro, mondo senza cuore, mondo di nuove ed antiche povertà spirituali, spirale di violenza.
La questione degli immigrati è la questione della nostra identità: se non si capisce l’altro si nega se stessi. L’accettazione dell’immigrato è il paradigma dell’accettazione  dell’altro che è in noi.

... il Mediterraneo ...
... incrocio delle diverse identità ...

Infine un  luogo comune da sfatare: si aiutano gli stranieri e non si fa nulla per gli italiani. Non è vero. Valga per tutti l'esempio di Biella, città e provincia che conosco bene perché colà ho vissuto ed operato come preside e come cittadino attivo per quasi 20 anni. A Biella, come ad Albenga ed in tantissime città, “la Caritas è in prima linea nell'accoglienza ai richiedenti asilo, ma è in prima linea da sempre per tutte le emergenze che riguardano la povertà e il disagio. Se la crisi economica di questi anni ha colpito duro le famiglie, la Caritas ha messo in piedi iniziative come gli empori della solidarietà, in cui si distribuisce cibo che riempie dispense e frigoriferi che altrimenti resterebbero vuoti. «Le sofferenze, la fame, le malattie non fanno distinzioni di pelle, religione e razza»” (dalla pagina Facebook Io Accolgo. Le ultime parole virgolettate sono di don Giovanni Perini, direttore della Caritas diocesana di Biella).

Un ringraziamento ai curatori della pagina Facebook Io Accolgo, da cui sono tratte molte immagini di questo post e, in particolare, all'amico Riccardo Bresciani.


Il video, tratto dal canale YouTube di Amnesty International, immerge, anche emotivamente, nella drammatica vicenda umana degli immigrati.
Per chi desidera prenderne visione consigliamo di mettere in pausa la musica del blog prima di avviare il video.



 

Chi desidera intervenire può andare qui sotto su "commenta come", nel menù a tendina selezionare "nome/URL", inserire solo nome e cognome e cliccare su continua. Quindi può scrivere il proprio contributo sul quale rimarrà il suo nome ed eventualmente, se lo ritiene opportuno, può lasciare la sua mail.
 

mercoledì 1 ottobre 2014

L’empatia nella relazione interpersonale.


Parliamone...
L’empatia (lett. “sentire dentro l'essere con l’altro”) non è una tecnica, anche se si  vale di tecniche, ma un atteggiamento diversamente vissuto da ognuno di noi, perché diversa è in ognuno la storia, la cultura, l’intelligenza, la sensibilità.

... empatia è capacità di ascolto...
Capacità ed abitudine ad ascoltare ne sono il segno. Ascoltare significa far tacere i propri pregiudizi (sia negativi sia positivi) per  esporci al rischio di lasciarci invadere dall’altro; significa silenzio in noi stessi  per incontrare l’altro,  per fare posto alla  sua parola, al suo volto, al suo sguardo, alla sua voce, al suo corpo, ai suoi gesti. 

sabato 27 settembre 2014

La strage di innocenti ed i morti nel Mediterraneo.

La commemorazione ... 
a Lampedusa ...
Il 3 ottobre a Lampedusa vi sarà la commemorazione della tragedia dell’anno scorso (368 morti) con una marcia, una celebrazione inter-religiosa e altri momenti di silenzio e riflessione, da vivere in modo sobrio. Il Comune di Lampedusa e il Comitato 3 ottobre gestiranno l’organizzazione del Festival SABIR, dal 1 al 5 ottobre, non solo per commemorare le vittime ma soprattutto per fare di Lampedusa - una delle periferie del mondo, territorio dimenticato che appare sui media solo per eventi tragici - il simbolo di una terra di incontri tra popoli, culture, sogni e proposte concrete di trasformazione delle politiche italiane ed europee (*).

... e in altre parti d'Italia... per ricordare...
In effetti il 3 ottobre come giorno della memoria (**) appare una irridente anomalia: i giorni della memoria si dovrebbero istituire in ricordo di un passato finito una volta per tutte, ma il 3 ottobre si è continuamente riproposto, anche se in tono minore, l’11 ottobre dello stesso anno, e poi, quest’anno, il 19 febbraio, il 12 maggio, il 19 luglio, il 2 e il 28 agosto, sino agli 800 morti nelle acque libiche e maltesi nella sola seconda settimana di settembre. 
... per provare ad immedesimarci ...
Dall’inizio dell’anno i morti nel Mediterraneo sono più di 2.500; lo scorso anno oltre 600; nel 2012 più di 500. Un’ecatombe! E non parliamo delle vittime innocenti di insensate guerre sparse in tutto il mondo e concentrate nel Medio Oriente.

... se fossi io uno dei tanti migranti ...
... stretto in un gorgo 
di morte...
Forse non stiamo guardando in fondo a noi stessi, forse non vogliamo capire che le innumeri anonime vittime di guerra ed i morti sparsi nel Mediterraneo dovrebbero provocare un'inguaribile empatia (far posto all'altro, esporci al rischio di  lasciarci invadere dall'altro, com-prenderlo), “come se” in qualche modo fosse anche nostra la loro storia  collettiva e personale. 

... se fossi io ad avere
ogni giorno paura...
Storia collettiva: vivi, fuggivano dalla fame, dalla miseria, dalla guerra, da violenze bestiali. Se fossi stato uno di loro non avrei avuto tempo né possibilità di chiedermi “Gli Italiani hanno le risorse economiche per non respingermi?”. Semplicemente avrei confidato nella loro umanità, per accogliermi e per consentirmi di sopravvivere, senza ricordare loro ed a tutti gli Europei gli sfruttamenti secolari delle risorse e delle terre da cui provenivo.
... se mi sentissi braccato ...
Storia personale: la tragedia indicibile delle ultime ore di angoscia, i bimbi terrorizzati e le madri impotenti, mentre affondano tra  i flutti stringendo nell’ultimo abbraccio le loro  creature.
... se fossi terrorizzato...
Sconvolti dalla potenza del male e dalla nostra impotenza, trincerati dietro le nostre angosce e le difficoltà del vivere quotidiano, sentiamo sempre meno le grida e le invocazioni di aiuto che ci circondano da tutte le parti e che dovrebbero assordarci.
... se mi sentissi imprigionato ...
Prima o poi spegniamo l’audio, passiamo ad un altro canale,  l’impatto emotivo si smorza, presi come siamo - e giustamente - dai mille affanni quotidiani. Ormai i morti non fanno più clamore e tutti noi, pur non facendo finta di niente, ci limitiamo ad  imprecare contro la malvagità delle organizzazioni scafiste,  a denunciare l’inefficacia dei soccorsi, a deplorare ogni violenza e così ci sentiamo meno disturbati e possiamo vivere in pace con la contraddizione.

... io cercherei di fuggire...

Non so sinceramente che cosa ognuno di noi possa fare, che cosa possa fare io che ogni giorno mi sforzo di imparare a vivere.
Almeno potremmo decidere tutti insieme di non cambiare canale, di non spegnere l’audio, di guardare la realtà senza cinismo, di pensare ogni tanto all’essenziale, di accogliere le provocazioni di questi morti che implorano da noi il cambio di mentalità e di rotta.


... cercherei un varco...
Almeno potremmo ascoltare le parole del vescovo di Casablanca (Marocco), Santiago Agrelo: E’ inaccettabile che la vita di un essere umano abbia meno valore di una presunta sicurezza e impermeabilità delle frontiere di uno Stato. E’ inaccettabile che una decisione politica vada riempiendo di tombe il cammino che i poveri percorrono con la forza di una speranza. E’ inaccettabile che merci e capitali godano di più diritti dei poveri per entrare in un Paese. E’ inaccettabile che si rivendichino frontiere impermeabili per i pacifici della terra e si tollerino frontiere permeabili al denaro, alla corruzione, al turismo sessuale, alla tratta delle persone, al commercio delle armi”.
... costi quel che costi ...
Almeno potremmo  prendere sul serio  l’accorato appello di Alex Zanotelli  “a tutte le istituzioni perché trovino una soluzione a questa tragedia. All’ONU, perché crei canali di ingresso legale nei vari paesi di accoglienza tramite traghetti e voli charter, che sostituiscano le carrette del mare. Alla UE, perché apra corridoi umanitari; realizzi programmi di reinsediamento, ammissione umanitaria e di facilitazione dei ricongiungimenti famigliari; smantelli il Fortex, vera e propria macchina da guerra contro i migranti; abolisca il Regolamento di Dublino che impone ai migranti di fare richiesta di protezione internazionale al primo stato membro in cui fanno ingresso.


... un filo di speranza ....
Al Governo italiano, perché prema su Bruxelles per il mutuo riconoscimento delle domande d’asilo, per un monitoraggio comune ed un equo smistamento; “cambi subito la Bossi – Fini”, come ha chiesto l’arcivescovo di Agrigento, F.Montenegro; chiuda i CIE; voti il disegno di legge sullo Ius Soli per i figli di immigrati nati in Italia; continui l’operazione Mare Nostrum che ha salvato migliaia di migranti in acque internazionali. Alla CEI, perché parli, con più coraggio, in difesa dei profughi e dei rifugiati, e perché apra le canoniche e i conventi vuoti ai rifugiati”.

... una luce ...
Oppure continuiamo a far finta di non far finta di niente ed a vivere in pace con le nostre contraddizioni.

... oltre il mare ...
* Le parole sulle periferie del mondo, sull’abbandono e l’indifferenza, sono quelle  pronunciate un anno fa da Papa Francesco, che hanno motivato la Federazione delle organizzazioni cristiane di volontariato (Focsiv) ad essere presente al Festival SABIR.
** Giace da tempo alla Camera una proposta di legge sul 3 ottobre come giornata della memoria nazionale.

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