Post di Gian Maria Zavattaro.
Immagini del pittore russo Viktor Michajlovič Vasnecov (1848-1926).
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Viktor M. Vasnecov, Trasloco
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In questi giorni di atroce guerra russo ucraina, il filosofo Vito Mancuso ha contribuito allo sviluppo della riflessione pubblica con due articoli: uno su pace e guerra e sull'invio di armi in Ucraina, da parte dell'Europa (qui), l'altro relativo al binomio vita e libertà (qui). In quest'ultimo viene posto il seguente interrogativo: "Ci sono momenti nei quali la Storia bussa alla porta della coscienza e
impone domande decisive, rispondendo alle quali si ha una rivelazione.
Sono i momenti «apocalittici». Io penso che noi ne stiamo vivendo uno e
la domanda apocalittica o rivelativa che sento premere dentro di me è la
seguente: vale di più la vita o la libertà? Vita e libertà sono i due valori decisivi per l’esistenza di ognuno
di noi: la vita è la nostra dimensione fisica, la libertà è la nostra
dimensione morale." Salvare la vita in cambio della libertà e, con questo, accettare di diventare schiavi, oppure combattere per la libertà, pronti a sacrificare anche la vita? Questo è il grande dilemma che si presenta.
Dall'altra parte, l'economista e storico dell'economia, Luigino Bruni ha scritto di rimando (qui): "La
vita è un valore etico, non è faccenda biologica, è faccenda etica e spirituale. Altrimenti la non violenza,
la scelta di Abele che muore per non uccidere, non avrebbe valore
etico. Inoltre la scelta della mitezza non è alternativa alla libertà, è
solo un mezzo diverso per raggiungerla."