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Visualizzazione post con etichetta Nikolaj Berdjaev. Mostra tutti i post
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sabato 12 marzo 2022

Cultura ucraino russa e libertà.

Post di Gian Maria Zavattaro.
Immagini del pittore russo Viktor Michajlovič Vasnecov (1848-1926).

Viktor M. Vasnecov, Trasloco
In questi giorni di atroce guerra russo ucraina, il filosofo Vito Mancuso ha contribuito allo sviluppo della riflessione pubblica con due articoli: uno su pace e guerra e sull'invio di armi in Ucraina, da parte dell'Europa
(qui), l'altro relativo al binomio vita e libertà (qui). In quest'ultimo viene posto il seguente interrogativo: "Ci sono momenti nei quali la Storia bussa alla porta della coscienza e impone domande decisive, rispondendo alle quali si ha una rivelazione. Sono i momenti «apocalittici». Io penso che noi ne stiamo vivendo uno e la domanda apocalittica o rivelativa che sento premere dentro di me è la seguente: vale di più la vita o la libertà?  Vita e libertà sono i due valori decisivi per l’esistenza di ognuno di noi: la vita è la nostra dimensione fisica, la libertà è la nostra dimensione morale."
 
Salvare la vita in cambio della libertà e, con questo, accettare di diventare schiavi, oppure combattere per la libertà, pronti a sacrificare anche la vita? Questo è il grande dilemma che si presenta. 
Dall'altra parte, l'economista e storico dell'economia, Luigino Bruni  ha scritto di rimando (qui): "La vita è un valore etico, non è faccenda biologica, è faccenda etica e spirituale. Altrimenti la non violenza, la scelta di Abele che muore per non uccidere, non avrebbe valore etico. Inoltre la scelta della mitezza non è alternativa alla libertà, è solo un mezzo diverso per raggiungerla."

venerdì 4 dicembre 2015

Nikolaj Berdjaev, il grande pensatore russo del primo Novecento.

Nikolaj Bardjaev
(1874-1948).
BREVI CENNI BIOGRAFICI. A causa delle sue posizioni inizialmente marxiste fu sottoposto alla deportazione da parte del regime zarista. Poi, riabbracciato con tutto il cuore e la mente il cristianesimo ortodosso, dopo l’avvento del regime bolscevico subì il bando di tutti i suoi libri nei paesi del blocco sovietico ed egli stesso nel 1922, insieme con altri 159 intellettuali, fu costretto all’esilio ed imbarcato a Riga su una nave (“la nave filosofica”, così battezzata con amara ironia). Si stabilì prima a Berlino e poi a Parigi dove fondò la rivista Put (la via), pubblicò le sue opere, conobbe Mounier e collaborò alla rivista Esprit.

Nikolaj Berdjaev, 
La concezione 
di Dostoevskij
La lettura di Dostoevskij. L’uomo, Dio, libertà, persona, verità, bene, male, perdizione, redenzione, amore, speranza, disperazione, espiazione, la rinascita: in una parola l’enigma della vita. Da dove veniamo, chi siamo, dove andiamo, qual è il nostro destino? Sono i “problemi maledetti” di Dostoevskij  sui quali si accanisce la sua inquieta penna: nessun altro scrittore se ne è occupato con altrettanto tormento e profondità. E’ proprio la lettura di Dostoevskij ad essere decisiva per la formazione intellettuale e spirituale di Nikolaj Berdjaev (1874-1948), forse il più significativo filosofo russo del primo Novecento, la cui ispirazione esistenzialista e personalista cristiana è ancor oggi pressoché ignorata dai manuali filosofici.