Post di Rossana Rolando
 |
C'è una prima ora di filosofia...
un tuffo dentro il mondo del pensiero
e dentro il segreto di ciò che ci circonda... |
Ogni
anno, per gli alunni che iniziano il triennio del Liceo, c’è una prima ora di
filosofia. Nonostante sia passato molto tempo dall’inizio del mio insegnamento,
anche per me è sempre un momento denso di emozione. In parte perché nuovi sono
i volti, le voci, gli sguardi che identificano una classe diversamente da
un’altra, ma in parte perché sono io a vivere quell’ora come se fosse davvero
la prima.
Spiegare
che cos’è la filosofia, dire che cosa significa pensare, trasmettere una
passione, arrivare alla mente e al cuore …
 |
... un mondo e un segreto in cui
da sempre siamo immersi ... |
Certo
tutti pensiamo e non c’è sicuramente bisogno della filosofia per
scoprirlo: penso
alla colazione quando mi alzo al mattino; penso come fare quel determinato
lavoro quando agisco; penso cosa devo dire quando parlo con qualcuno. E allora,
perché esiste una disciplina dedicata al pensiero?
Proprio
questo devo cercare di comunicare … far capire che pensare non è solo un dato
di partenza - tutti, in quanto uomini, siamo dotati della
capacità di pensare - ma è anche un punto verso cui tendere. A pensare si
impara … e la filosofia prende per mano in questo cammino.
 |
... con il rischio di non saperci
più meravigliare... |
Dice
Aristotele: “Gli uomini, sia nel nostro tempo sia dapprincipio, hanno preso
dalla meraviglia lo spunto per pensare …” La filosofia nasce dalla “meraviglia”...
Per
commentare questa affermazione mi riferisco a due letture recenti che mi hanno
particolarmente colpito. In un piccolo
libretto di Umberto Curi, Prolegomeni per una popsophia, ho trovato una
bella precisazione su questo tema. La riassumo così: la filosofia ha inizio e
origine da uno stato emotivo, dal thauma (meraviglia). E thauma
non è solo meraviglia, stupore – emozione positiva, come solitamente viene
intesa – ma è anche paura e sgomento, emozione negativa. Per pensare filosoficamente
è necessario essere toccati da questo thauma, pathos ambivalente di
stupore e paura di fronte alla realtà.
 |
... o inquietare... |
E
per far meglio capire utilizzo un raccontino di David Forster Wallace, che ho
trovato in un prezioso libro di Nuccio Ordine dal titolo L’utilità
dell’inutile: “Ci sono due giovani pesci che nuotano e a un certo punto
incontrano un pesce anziano che va nella direzione opposta, fa un cenno di
saluto e dice: - Salve, ragazzi. Com’è l’acqua? – I due pesci giovani nuotano
un altro po’, poi uno guarda l’altro e fa: Che cavolo è l’acqua?”.
 |
...come pesci abituati all'elemento
in cui da sempre sono avvolti... |
E’
lo stesso Wallace ad indicare il senso di questo splendido aneddoto: “Il succo
della storiella dei pesci è semplicemente che le realtà più ovvie, onnipresenti
e importanti sono spesso le più difficili da capire e da discutere”. Ecco quello
che devo cercare di dire: finché tutto è ovvio e non suscita meraviglia e/o
paura, finché non c’è niente da capire, non può avere inizio la filosofia.
Ricordo,
a questo proposito, una bella riflessione di Schopenhauer: “Nessun essere,
eccetto l’uomo, si stupisce della propria esistenza: per tutti gli animali essa
è una cosa che si intuisce per se stessa, nessuno vi fa caso […] Quanto più in
basso si trova un uomo nella scala intellettuale, tanto meno misteriosa gli
appare la stessa esistenza: gli sembra piuttosto che il tutto, così com’è, si
comprenda da sé […] Al contrario la meraviglia filosofica …”.
Ecco,
la prima cosa è capire che non c’è nulla di scontato nel nostro essere qui,
ora, in questo tempo, in questo mondo (l’acqua dei pesci …). La prima cosa è
suscitare la domanda. Più che dare risposte, la filosofia insegna a porre
domande …
 |
... imparare a porre domande... |
Ma
– chiedo a me stessa - possono i ragazzi di oggi meravigliarsi? Possiamo ancora
noi adulti stupirci? Abbiamo tempo per avere grandi paure? E, comunque, a cosa
serve questo cammino del pensiero che si lascia interrogare? Che utilità può
avere? Se studio il corpo umano è per curarlo, se imparo l’inglese è per
viaggiare e lavorare … e la filosofia? A cosa serve? Ecco una seconda questione
importante, da chiarire subito: la filosofia è inutile. Lo diceva ancora una
volta Aristotele: tutte le scienze "sono materialmente più necessarie di
essa", ma aggiungeva "nessuna è superiore". Sembra una
contraddizione in termini: inutile, sì questo è chiaro, e allora perché superiore?
E qui mi viene in mente Pascal: “Il pensiero costituisce la grandezza
dell’uomo. L’uomo non è che un giunco, il più debole della natura; ma è un
giunco pensante”. Ecco la filosofia è superiore perché è ciò che rende l’uomo
degno della sua umanità.
 |
... imparare a pensare...
per essere degni della nostra umanità... |
Perciò
una cosa voglio sottolineare. E’ vero, la filosofia è inutile nel senso comune
del termine, non serve per raggiungere uno scopo pratico, commerciale. E’ però
utile in un altro senso: mi permette di coltivare la mia umanità, mi aiuta a
diventare più uomo, mi spinge ad essere cittadino consapevole, a pensare con la
mia testa, in una parola – come dice ancora Nuccio Ordine – a diventare
migliore. Perciò ha ragione Pierre Hadot quando afferma: “il ruolo della
filosofia è proprio quello di rivelare agli uomini l’utilità dell’inutile o, se
si vuole, di insegnare loro a distinguere tra i due sensi della parola utile”.
 |
... per abitare il mondo da cittadini... |
E
così tocco quella che è stata la culla del pensiero filosofico ovvero la polis
greca. E’ dal bisogno di dire la propria opinione nell’assemblea, è dalla
democrazia greca che è nata la filosofia. Ancora una volta mi è di aiuto il
librettino di Umberto Curi: la filosofia non nasce come gioco
intellettualistico, come disciplina astratta … I primi filosofi erano
considerati sapienti “perché vivevano nella loro comunità come soggetti
impegnati a far prevalere la riflessione razionale, rispetto all’ignoranza,
alla superstizione e all’idolatria”. I primi filosofi non erano “santoni avulsi
dal contesto sociale” – come spesso si pensa – ma erano presenti nella società
come “coscienza critica”.
 |
... ecco l'utilità dell'inutile filosofia... |
Vorrei
aggiungere molte altre cose … ma forse è bene lasciare aperto, inconcluso, il
discorso. La filo-sofia nasce come desiderio di sapere e non come possesso del
sapere … Questa tensione, questo desiderio, e null’altro, vorrei poter
testimoniare …
.gif) |
... continuo viaggio... e mai possesso... |