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Visualizzazione post con etichetta Nuccio Ordine. Mostra tutti i post
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domenica 7 gennaio 2024

L'elevazione dell'asino.

Post di Rossana Rolando.
Immagini tratte dal Museo del Somaro (qui la pagina facebook). 

Luca Matti, L'elevazione dell'asino, 2019
💥 Il titolo del post prende spunto da un’immagine esposta nel Museo del Somaro di Gualdo Tadino,¹ aperto nel 2018 e ideato da Nello Teodori, secondo uno schema ben bilanciato, che utilizza vari linguaggi dell’arte contemporanea, in un’efficace oscillazione tra il serio e il faceto, il pensoso e il comico, il colto e l’ironico. Lo abbiamo visitato in queste ultime vacanze di Natale e lo consigliamo vivamente. Nell’illustrazione qui affiancata viene rappresentata l’asinità come esperienza della gravità (il carro colmo di pezzi indefiniti) e, nello stesso tempo, come via di elevazione attraverso lo stesso lavoro (il ciuchino che sembra sollevato dallo sbilanciamento del proprio peso rispetto a quello del carico).
 
💥 Il simbolo. Certo, la presenza di questo animale nell’uso agricolo e nella familiarità quotidiana delle campagne è ormai scomparsa, ma il suo significato simbolico negativo - segno di ignoranza e pigrizia - rimanda ad una metafora un tempo abusata in ambito scolastico e ancora oggi comprensibile per tutti, contenuta nelle espressioni: “essere un asino”, “il banco dell’asino”, “il cappello dell’asino”…

martedì 13 giugno 2023

Il testamento spirituale di Nuccio Ordine.

Post di Rossana Rolando.
 
La lezione di Nuccio Ordine
Il 10 giugno 2023 ci ha lasciato improvvisamente Nuccio Ordine, esperto di Giordano Bruno, studioso del Rinascimento, ma soprattutto grande professore, innamorato del sapere e della sua autentica trasmissione, volta a formare persone libere e pensanti. Questo il senso da lui dato alla parola scuola, già tutto racchiuso nell'etimologia del termine greco scholè equivalente del latino otium: tempo dedicato a se stessi, libero dalle occupazioni – negotia – e quindi adatto agli studi. 
L’utilità dell’inutile è, infatti, il suo libro più famoso, tradotto in 32 lingue. Per una strana coincidenza, l'ultimo giorno di scuola (il 9 giugno) ho affidato proprio questo testo ai miei alunni di quarta liceo classico, perché lo leggano nell'estate. Probabilmente non sapranno della morte dell'autore, ma per me, che ne sono invece colpita, la concomitanza è particolarmente significativa.
Il tema centrale del saggio – come si comprende già dal titolo – è l’utilità dell’inutile, rappresentato quest’ultimo da tutte quelle forme di conoscenza (poesia, arte, filosofia, ricerca…) che non servono a raggiungere uno scopo immediato o semplicemente un profitto, ma che sono tanto più utili perché permettono di diventare migliori, capaci di pensare autonomamente e di dare un senso alla vita e alla convivenza umana. E' dunque il richiamo alla necessità di coltivare il sapere fine a se stesso, al di là della logica puramente utilitaristica che finalizza lo studio all’ottenimento di un diploma o di una laurea e quindi alla specializzazione e all'abilitazione professionale.

sabato 20 settembre 2014

La prima ora di filosofia.

Post di Rossana Rolando
C'è una prima ora di filosofia... 
un tuffo dentro il mondo del pensiero 
e dentro il segreto di ciò che ci circonda...
Ogni anno, per gli alunni che iniziano il triennio del Liceo, c’è una prima ora di filosofia. Nonostante sia passato molto tempo dall’inizio del mio insegnamento, anche per me è sempre un momento denso di emozione. In parte perché nuovi sono i volti, le voci, gli sguardi che identificano una classe diversamente da un’altra, ma in parte perché sono io a vivere quell’ora come se fosse davvero la prima.
Spiegare che cos’è la filosofia, dire che cosa significa pensare, trasmettere una passione, arrivare alla mente e al cuore …
... un mondo e un segreto in cui 
da sempre siamo immersi ...
Certo tutti pensiamo e non c’è sicuramente bisogno della filosofia per scoprirlo: penso alla colazione quando mi alzo al mattino; penso come fare quel determinato lavoro quando agisco; penso cosa devo dire quando parlo con qualcuno. E allora, perché esiste una disciplina dedicata al pensiero?
Proprio questo devo cercare di comunicare … far capire che pensare non è solo un dato di partenza - tutti, in quanto uomini, siamo dotati della capacità di pensare - ma è anche un punto verso cui tendere. A pensare si impara … e la filosofia prende per mano in questo cammino.
... con il rischio di non saperci 
più meravigliare...
Dice Aristotele: “Gli uomini, sia nel nostro tempo sia dapprincipio, hanno preso dalla meraviglia lo spunto per pensare …” La filosofia nasce dalla “meraviglia”...
Per commentare questa affermazione mi riferisco a due letture recenti che mi hanno particolarmente colpito. In  un piccolo libretto di Umberto Curi, Prolegomeni per una popsophia, ho trovato una bella precisazione su questo tema. La riassumo così: la filosofia ha inizio e origine da uno stato emotivo, dal thauma (meraviglia). E thauma non è solo meraviglia, stupore – emozione positiva, come solitamente viene intesa – ma è anche paura e sgomento, emozione negativa. Per pensare filosoficamente è necessario essere toccati da questo thauma, pathos ambivalente di stupore e paura di fronte alla realtà.
... o inquietare...
E per far meglio capire utilizzo un raccontino di David Forster Wallace, che ho trovato in un prezioso libro di Nuccio Ordine dal titolo L’utilità dell’inutile: “Ci sono due giovani pesci che nuotano e a un certo punto incontrano un pesce anziano che va nella direzione opposta, fa un cenno di saluto e dice: - Salve, ragazzi. Com’è l’acqua? – I due pesci giovani nuotano un altro po’, poi uno guarda l’altro e fa: Che cavolo è l’acqua?”.
...come pesci abituati all'elemento 
in cui da sempre sono avvolti...
E’ lo stesso Wallace ad indicare il senso di questo splendido aneddoto: “Il succo della storiella dei pesci è semplicemente che le realtà più ovvie, onnipresenti e importanti sono spesso le più difficili da capire e da discutere”. Ecco quello che devo cercare di dire: finché tutto è ovvio e non suscita meraviglia e/o paura, finché non c’è niente da capire, non può avere inizio la filosofia.
Ricordo, a questo proposito, una bella riflessione di Schopenhauer: “Nessun essere, eccetto l’uomo, si stupisce della propria esistenza: per tutti gli animali essa è una cosa che si intuisce per se stessa, nessuno vi fa caso […] Quanto più in basso si trova un uomo nella scala intellettuale, tanto meno misteriosa gli appare la stessa esistenza: gli sembra piuttosto che il tutto, così com’è, si comprenda da sé […] Al contrario la meraviglia filosofica …”.
Ecco, la prima cosa è capire che non c’è nulla di scontato nel nostro essere qui, ora, in questo tempo, in questo mondo (l’acqua dei pesci …). La prima cosa è suscitare la domanda. Più che dare risposte, la filosofia insegna a porre domande …
... imparare a porre domande...
Ma – chiedo a me stessa - possono i ragazzi di oggi meravigliarsi? Possiamo ancora noi adulti stupirci? Abbiamo tempo per avere grandi paure? E, comunque, a cosa serve questo cammino del pensiero che si lascia interrogare? Che utilità può avere? Se studio il corpo umano è per curarlo, se imparo l’inglese è per viaggiare e lavorare … e la filosofia? A cosa serve? Ecco una seconda questione importante, da chiarire subito: la filosofia è inutile. Lo diceva ancora una volta Aristotele: tutte le scienze "sono materialmente più necessarie di essa", ma aggiungeva "nessuna è superiore". Sembra una contraddizione in termini: inutile, sì questo è chiaro, e allora perché superiore? E qui mi viene in mente Pascal: “Il pensiero costituisce la grandezza dell’uomo. L’uomo non è che un giunco, il più debole della natura; ma è un giunco pensante”. Ecco la filosofia è superiore perché è ciò che rende l’uomo degno della sua umanità.
... imparare a pensare...
per essere degni della nostra umanità...
Perciò una cosa voglio sottolineare. E’ vero, la filosofia è inutile nel senso comune del termine, non serve per raggiungere uno scopo pratico, commerciale. E’ però utile in un altro senso: mi permette di coltivare la mia umanità, mi aiuta a diventare più uomo, mi spinge ad essere cittadino consapevole, a pensare con la mia testa, in una parola – come dice ancora Nuccio Ordine – a diventare migliore. Perciò ha ragione Pierre Hadot  quando afferma: “il ruolo della filosofia è proprio quello di rivelare agli uomini l’utilità dell’inutile o, se si vuole, di insegnare loro a distinguere tra i due sensi della parola utile”.
... per abitare il mondo da cittadini...
E così tocco quella che è stata la culla del pensiero filosofico ovvero la polis greca. E’ dal bisogno di dire la propria opinione nell’assemblea, è dalla democrazia greca che è nata la filosofia. Ancora una volta mi è di aiuto il librettino di Umberto Curi: la filosofia non nasce come gioco intellettualistico, come disciplina astratta … I primi filosofi erano considerati sapienti “perché vivevano nella loro comunità come soggetti impegnati a far prevalere la riflessione razionale, rispetto all’ignoranza, alla superstizione e all’idolatria”. I primi filosofi non erano “santoni avulsi dal contesto sociale” – come spesso si pensa – ma erano presenti nella società come “coscienza critica”.
... ecco l'utilità dell'inutile filosofia...
Vorrei aggiungere molte altre cose … ma forse è bene lasciare aperto, inconcluso, il discorso. La filo-sofia nasce come desiderio di sapere e non come possesso del sapere … Questa tensione, questo desiderio, e null’altro, vorrei poter testimoniare …


... continuo viaggio... e mai possesso...