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Visualizzazione post con etichetta Paul Klee. Mostra tutti i post
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mercoledì 28 agosto 2019

Ci vuole un "nuovo Rinascimento".

Post di Rosario Grillo
Immagini delle opere di Paul Klee (1879-1940).

Paul Klee, Perso
Ritorno sulla “torre di Babele” (1), un po’ per registrare il decadimento della parola, un po’ con la speranza di smuovere ad un “ritorno alle origini”.
Nuovo Rinascimento potrebbe essere, se si concepisse come: il ritorno alle origini. (2)
La mia istanza parte dalla constatazione di un abbrutimento - in gran parte con la forma di uno slang, insieme social e giovanile - del linguaggio, sviato dalla sua vocazione naturale.
Sappiamo bene che, nella storia, il linguaggio ha voluto e saputo piegarsi alla funzionalità, mantenendo ben ferma la “bussola” del significante primo: nominare gli enti. Ed è appunto qui che s’innesta il verso biblico della Genesi 2, 19-24 che, senza forzature, si presta ad essere comparato a molti altri episodi delle tradizioni antiche.
A chiarimento e come monito/esortazione, metto in nota l’articolo che porta a riflettere sulla brutta caduta di stile del lessico giovanile, ormai scaduto in un insieme di parole mozze: codice identitario che segna una netta frattura generazionale.

sabato 6 gennaio 2018

La stella e le stelle di Natale.

Post di Gian Maria Zavattaro e Rossana Rolando
Immagini del dipinto "Mito floreale" di Paul Klee (1918).

Più che un giorno splendente di sole,
è ricca di fenomeni la luce lievemente velata.
Sottile strato di nebbia poco prima che traluca la stella
(Paul Klee, Diari 1898-1918)¹.

Paul Klee, 
Mito floreale, particolare
Narra la leggenda che, la sera della vigilia di Natale, mentre gli altri bambini messicani si recavano ad offrire i loro fiori più belli a Gesù Bambino,  la piccola Paquita si struggeva  dal dolore di non poter offrire nulla, neppure un misero fiore e non voleva  entrare in chiesa con gli altri bambini a mani vuote.
Poi all’improvviso si decide, racimola ciuffi di erba lungo la strada, ne fa un mazzetto con  il nastro  rosso con cui fermava i suoi capelli e lo depone in chiesa tra il silenzio attonito e forse anche qualche sorriso di scherno degli altri bambini.

martedì 4 luglio 2017

Marc Augé, Le nuove paure.

🖋Post di Gian Maria Zavattaro
🎨Immagini dei dipinti del pittore tedesco Paul Klee (1879-1940).

Paul Klee, 
Attacco di paura
Secondo M. Augé “le nuove paure” non sono poi tanto nuove se non per il fatto che si diffondono istantaneamente e dappertutto ed ognuno di noi si trova ad essere ovunque e da nessuna parte. I motivi per avere paura sono diversissimi, legati a mille variabili individuali e collettive. Altrettanto eterogenea è la tipologia delle paure: indotte dall'ignoranza (la più temibile per Augé), dedotte dalla conoscenza (“o più esattamente dal fatto di sapere di non sapere”) (1), paure da ricchi e paure da poveri, dettate dalle enormi divergenze di interessi sul piano sociale ed economico, che “incutono paura le une alle altre: paure delle paure, paure al quadrato in un certo senso”(2). E tutte si contagiano, si sommano, si influenzano a vicenda generando panico e angoscia: il “groviglio della paura”.(3) Se le paure non hanno lo stesso significato, non hanno neppure le stesse connotazioni emotive: io posso avere paura della guerra, delle tensioni internazionali, degli stranieri, dell'inquinamento ambientale ed altro ancora... e non provare alcuno “choc corporeo”. Altra cosa è l'angoscia immediata, la preoccupazione intima personale, la disperazione di chi ha paura del domani per il suo lavoro precario, per la sua pensione, per la futura sopravvivenza dei figli.

martedì 31 maggio 2016

"Alternanza" scuola lavoro. La linea di Paul Klee.

Paul Klee, 
Due teste
Pur senza entrare nel merito dei singoli aspetti legislativi, ritengo che si debba riconoscere in linea di principio  la positività della legge 107/15 per quanto riguarda la regolamentazione della cosiddetta alternanza scuola-lavoro, obbligatoria per un tot di ore annuali negli istituti superiori. Senza dimenticare che l’alternanza (anzi, meglio, l’integrazione) è stata da molto tempo avviata ed è praticata da moltissime scuole nella loro autonomia progettuale.
Vorrei però riflettere a voce alta su possibili equivoci e malintesi.
Paul Klee, 
Figura in giallo
Alternanza od integrazione? Entrambe, purché la prima rientri nella seconda. L’alternanza assume significato  in periodi e luoghi separati e fuori del tempo-spazio della scuola. L’integrazione si colloca nel tempo-spazio della scuola, con cui l’esperienza di lavoro interagisce. Il mondo del lavoro e delle relazioni sociali entra nella scuola ed essa a sua volta  entra a pieno diritto nel lavoro.

sabato 9 aprile 2016

"Sono un sogno di Dio". Gli eteronimi di Pessoa.

Post di Rossana Rolando.

Fernando Pessoa,
Sono un sogno di Dio
Il libro antologia Sono un sogno di Dio, Poesie, Qiqajon, 2015, può essere un valido approccio all’opera poetica di Fernando Pessoa – per chi non conosce questo autore – e un’occasione per approfondirne un aspetto particolare (quello religioso) per chi ne è già appassionato lettore. Il testo è fornito di una bellissima introduzione scritta da J.T. Mendonça che presenta efficacemente alcuni tratti distintivi della figura di Fernando Pessoa e il suo ruolo fondamentale nella cultura e nella poesia del Novecento.
Mistero dell’esistenza, inquietudine, malinconia, meraviglia… sguardo poetico che penetra oltre la crosta che copre la realtà e risveglia ad una comprensione più profonda delle cose: questo lo “scrigno” che il libro dischiude al lettore.

domenica 20 dicembre 2015

Il Messia e il Natale. L’Angelus Novus di Walter Benjamin.

Post a cura di Rossana Rolando.
Klee, 
Angelus Novus
“C’è un quadro di Klee che s’intitola Angelus Novus. Vi si trova un angelo che sembra in atto di allontanarsi da qualcosa su cui fissa lo sguardo. Ha gli occhi spalancati, la bocca aperta, le ali distese. L’angelo della storia deve avere questo aspetto. Ha il viso rivolto al passato. Dove ci appare una catena di eventi, egli vede una sola catastrofe, che accumula senza tregua rovine su rovine e le rovescia ai suoi piedi. Egli vorrebbe ben trattenersi, destare i morti e ricomporre l’infranto. Ma una tempesta spira dal paradiso, che si è impigliata nelle sue ali, ed è così forte che egli non può più chiuderle. Questa tempesta lo spinge irresistibilmente nel futuro, a cui volge le spalle, mentre il cumulo delle rovine sale davanti a lui nel cielo. Ciò che chiamiamo il progresso, è questa tempesta” (Walter Benjamin, Saggi e frammenti, Einaudi, Torino 1962, p. 80).

Paul Klee, Angelus Militans
L’angelo volge lo sguardo al passato e il passato è la storia. Essa è stata ed è destinata ad essere un cumulo di macerie che salgono verso il cielo. Irreparabilmente: i morti non possono rivivere, l’infranto non si può ricomporre. Una catena – quella del tempo e degli eventi ricapitolati dall’angelo in una sola grande catastrofe – che non può spezzarsi. Eppure un varco c’è: è la tempesta che irrompe nel tempo e segna l’entrata del nuovo. Viene da un futuro che non è ancora, tempo metastorico redento. L’angelo è il simbolo del novum che si fa presente, è lo spiraglio dell’eterno che si apre nel tempo, unico vero progresso. E così “ogni istante è la piccola porta da cui può entrare il Messia”. Questo è il Natale.