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domenica 30 ottobre 2022

In cerca di un tempo di cura.

Post di Rosario Grillo.
Immagini di Tino Aime (qui il sito facebook).

Tino Aime, scultura legno e bronzo
Il tempo è una pietra d’inciampo.
Tranquilli, non lo considero ingombro, nemmeno un limite, pur dandosi come durata della mia e delle nostre esistenze terrene, che vanno a sbattere sullo scoglio della morte naturale.
Come inciampo, invece, è soglia dello “esperire”, intendendo per esperire l’immensa latitudine del conoscere, del fare, dell’agire, del patire, del sentire, della gamma inesauribile dell’habitus umano. Dell’indagine, dell’esplorazione.
Anassimandro suggellava l’immagine “pesante” del tempo, nel senso dell’uomo greco, confinato nella morsa del Destino (Moira) e obbligato al “fio della colpa”.
Necessità stringe l’ordine del kosmos.
Da quei vincoli liberò il Cristianesimo. Insiste qui il significato autentico della trascendenza: il regno di Dio non è di (o da) questo mondo. (1)
L’incarnazione, con tutto ciò che ne segue, non annulla né contrasta il paradigma della trascendenza, che riceve conferma nel Getsemani. Gesù non è obbligato ad ottemperare la missione affidatagli dal Padre. In qualità di uomo, suda “lacrime di sangue” al momento di scegliere di bere “l’amaro calice”.
In Cristo si modella così la libertà dell’uomo, perché è libero di non seguire il cammino della salvezza, giunge alla salvezza solo attraverso la sofferenza. (Sta qui l’enorme portata del dolore salvifico, che non inibisce la gioia spirituale della parte-cipazione al Creato).
Il sacro potrà perdere così la sua natura terrificante (e ordinatrice). (2)

sabato 15 ottobre 2022

Salvare la scuola.

Post di Gian Maria Zavattaro.
Illustrazioni di Monica Barengo (qui il sito instagram).

Illustrazione di Monica Barengo
“Tutto il problema si riduce qui, perché non si può dare che quello che si ha. Ma quando si ha, il dare viene da sé, senza neanche cercarlo, purché non si perda tempo. Purché si avvicini la gente su un livello da uomo, cioè a dir poco un livello di parole e non di gioco. E non una parola qualsiasi di conversazione banale, di quelle che non impegna nulla di chi la dice e non serve a nulla in chi l’ascolta. Una parola come riempitivo di tempo, ma parola scuola, parola che arricchisce”. (don Lorenzo Milani, in Esperienze pastorali)
 
"Avanti la Brigata Leggera!" C'era qualcuno sgomento? No, anche se i soldati sapevano che qualcuno aveva sbagliato. Loro non fecero domande, loro non si chiesero perché, loro non fecero altro che farlo e morire. Nella valle della Morte cavalcarono i seicento. (Tennyson Alfred)
 
La scuola non ha bisogno dell’antitesi tra scienza, tecnologia e studi umanistici. Il mondo è un enigma che ogni scuola dovrebbe esplorare tramite plurime letture tra loro complementari, base del futuro bagaglio di tutti gli studenti: capacità di pensiero convergente e divergente, stupore e pragmatismo, poesia e prosa, arte e formule matematiche, affermazione personale e solidarietà, gratuità ed utilità, humanitas e tecnologia. Ci vogliono docenti dal doppio coraggio: non rinchiudersi nel mala tempora currunt e non cadere nella spirale delle sirene di moda, destinate a svaporare nel cimitero del demodè. Il rinnovamento della didattica, l’aggiornamento tecnologico sono imprescindibili doveri dei docenti, ma non sono fini a se stessi, bensì strumenti per conseguire le finalità della scuola: insegnare (da insĭgnare) imprimere segni nella mente e nel cuore, istruire (da in-struere) inserire/portare dentro conoscenze e competenze, educare (da ex-ducere), condurre fuori dalla frammentazione, dal caos, dall’insignificanza uomini e donne consapevoli di sé e del mondo).
Strada da fare. Camminando insieme.

sabato 8 ottobre 2022

Animali che pensano.

Post di Rossana Rolando.

Un mondo duro, violento, istintuale, quello che viene raccontato nel libro di Bernardo Zannoni, vincitore del recente premio Campiello.¹  Certo, una storia di animali: Archy, la faina zoppa; Solomon, la volpe usuraia; Gioele, il cane servitore; David, il maiale insolvente, Tuck, il medico castoro, Gilles, la lince malvagia… e via dicendo; eppure una storia in cui ci si sorprende – durante la lettura – a considerare gli animali come fossero uomini.
 
💥 La trovata dell’animale come protagonista del romanzo ha il chiaro intento di mettere in scena tematiche dal sapore filosofico esistenziale.
Alcuni esempi: Dio, il tempo, la morte.
Dio. Solomon, la volpe usuraia, fa conoscere ad Archy - la faina a lui venduta dalla madre Annette e da lui resa schiava - il libro di Dio, trovato nei suoi vagabondaggi tra gli uomini. Anche se è piuttosto la parodia del teologico, ad essere evocata nella narrazione, tuttavia l’effetto è quello di introdurre la verticalità drammatica di una volontà superiore.

sabato 1 ottobre 2022

Lo stretto di carta e di ricordi.

Post di Rosario Grillo.

Stretto di Messina, Nasa
Chi scelse di battezzare “Caronte” uno dei traghetti che fanno la spola tra la sponda calabra e la sicula, avrà agito senza malizia, per uno sfoggio di memoria classica o, addirittura, per scaramanzia. Certo è che, senza volere, ha finito col ricordare al turista che, non solo stata varcando le soglie di un paradiso, ma anche di un luogo d’ombra e di pena. È qui, al cimento di questa contraddizione, che la Sicilia vi aspetta.
(Bufalino).
 
Sicilia Trinacria, il simbolo adottato dalla stessa regione esplicita le tre gorgoni insediate sui tre promontori nel triangolo geografico. È già una tragica indicazione.
Sulla punta orientale insiste il capo Peloro, che dà il nome a tutta l’area peloritana: la corona spetta a Messina, città tutta particolare nella storia della Sicilia (ed anche nel novero delle tradizioni etno-culturali che caratterizzano l’isola).
Al capo opposto, occidentale, insiste Palermo, Panormus. Tra Messina e Palermo rivalità. Forse oggi, dietro adaggiunte molto superficiali, si dà maggior peso alla rivalità Catania Palermo, che discende da fattori semplicemente di tifoseria sportiva. Tra Messina e Palermo resiste invece il retaggio profondo della storia, caratterizzato dai Sicani e dai Siculi/Elimi, progenitori di diversi rami di insediamento nell’isola.
In crescendo, la differenziazione porterà a scelte politico dinastiche difformi nelle due aree e indicherà in Messina, più avanti, la città più legata ai Borboni.
Messina, la città dello stretto, prende, perciò, il ruolo della città che possiede le chiavi del mare, perché quel tratto di mare, lo stretto, era ed è frequentatissimo: sito strategico di itinerari e viaggi, di spostamenti, di commerci… di guerre. Nella mitologia, arcana depositaria di molteplici destini, luogo di Scilla e Cariddi, i due mostri che rendevano perigliosa la navigazione (1), è presente la chiave del “contrasto”, del conflitto mai sopito, scissione tra opposti orientamenti e, se vogliamo, specchio del dualismo indicato da molti, tra cui Sciascia e Bufalino, di luce e lutto”.

giovedì 22 settembre 2022

Parlanti veritieri, "fanti".

Post di Gian Maria Zavattaro. 
Immagini delle opere di Marco Melgrati (qui il sito).

Marco Melgrati, Disegnare se stessi
“Faccio sempre domande, eppure ne so già in anticipo la risposta. Ma quella che adesso faccio è proprio una domanda la cui risposta solo la Parola custodisce nel suo scrigno di silenzio: affermando quanto affermo, la riconosco veramente mia signora assoluta? In fondo, la mia domanda alla Parola ricorda quella del giovane della pagina evangelica d’oggi: “Maestro che cosa debbo fare di buono per ottenere la vita eterna?”. E la risposta è, allo stesso tempo, una domanda e un’affermazione: “Perché m’interroghi su ciò che è buono? Uno solo è buono”. Ma anche uno solo perfetto, aggiungo, per non disperare del mio niente, mentre tu dici "Siate perfetti come è perfetto il Padre nostro”. Signora assoluta, a te l’onore, a me la vergogna sul volto”. (Luisito Bianchi, PAROLA TU PROFUMI STAMATTINA, ProManuscripto offerto agli amici,Viboldone MI,1999)
 
Essendo ben consapevole dei miei limiti, questo post non farà altri espliciti riferimenti alla PAROLA (“La Parola era in principio, la Parola era presso Dio, la Parola era Dio; essa era in principio presso Dio”(Gv 1, 1-2) (1), dalla quale sono stato tentato di partire. È però nel riverbero della PAROLA che esprimerò le mie idee sulle parole umane che abitualmente ma soprattutto in questa inqualificabile campagna elettorale usiamo, ascoltiamo scriviamo leggiamo gridiamo. Riflessioni sul dovere di essere parlanti veritieri (cioè pensanti), etimologicamente “fanti”, dal verbo lat. fari, dire, parlare.(2) Tanto che infante (infans, muto) è il bimbo che non sa ancora parlare e analoga derivazione hanno molte parole (fanciullo fantesca famoso infanzia afasia ineffabile…).

giovedì 15 settembre 2022

Il gioco del rovescio.

Post di Rossana Rolando.

...forse tutto si può fare, basta averne la volontà.
Pereira guardò fuori dal finestrino e sospirò
(Antonio Tabucchi).¹

Leonardo da Vinci, illustrazione del De divina proportione
Quando è uscito Sostiene Pereira, nel 1994, la destra fascistoide lo ha interpretato come un romanzo comunista – brezneviano - e come un attacco al berlusconismo.² Il libro racconta, in realtà, la situazione politica del regime portoghese di Salazar, nel 1938, negli stessi anni in cui in Spagna infuria la guerra civile che porterà alla vittoria di Francisco Franco e in Europa si sono affermati i vari fascismi - a partire dal fascismo italiano del 1922 - e il nazismo tedesco.
Antonio Tabucchi non ha scritto quindi il suo romanzo con riferimento alla situazione italiana del 1994, ma il riconoscimento del berlusconismo e della destra nei tratti descritti all’interno del romanzo la dice lunga sulle permanenze che connotano l’eterna categoria di fascismo (Ur-fascismo di Eco)³.

giovedì 8 settembre 2022

Reintegrare l'opinione pubblica.

Post di Rosario Grillo.
Immagini di Angel Boligán (qui il sito instagram).
 
Angel Boligán, La volatilità del voto
C’era un tempo non molto lontano, in cui si diceva che l’Italia conosceva troppi cambiamenti di governo e le durate delle legislature si accorciavano ripetutamente.
Questa volta, la legislatura è quasi arrivata alla sua scadenza naturale e l’anticipo della consultazione elettorale è solo di pochi mesi. Ma viviamo sotto l’impressione che, all’improvviso, ci è precipitato il mondo addosso. Lo scompiglio è generale: i partiti hanno fatto le corse per preparare le loro liste, mentre una pressione terribile viene dal combinato della riduzione dei parlamentari eleggibili e della malcapitata legge elettorale in uso. Ci stiamo alimentando con una dose povera di parole programmatiche mentre è stata impostata e si diffonde a macchia d’olio l’abitudine ad usare dossier di denigrazione dell’avversario politico.
Tradotto, significa che è invalsa una schermaglia riconducibile allo scontro amico/nemico. La stessa parola “amico”, però, può ritenersi impropria perché ciò che unifica un’area politica non è più la solidarietà e nemmeno l’amalgama sociale ma la brutale materialità degli interessi più utilitaristici e sempre più spesso il concorde rigetto di certi valori.

mercoledì 31 agosto 2022

Perché e per che cosa votare?

Post di Gian Maria Zavattaro
Disegni di Eugene Ivanov (qui il sito).
 
“Può darsi che non siate responsabili della situazione in cui vi trovate, ma lo diventerete se non fate nulla per cambiarla”. (M.L.King)
“Chi mente abolisce la società”. (I.Kant)
 
Eugene Ivanov, Riflessioni sulla vita, particolare
Il mio identikit: cittadino del mondo, italiano ed europeo; non rappresento nessuno; sono laico cattolico, fedele al magistero della Chiesa e del Vaticano II; cerco con tutte le mie fragilità d’impegnarmi a servizio degli altri; non mi rassegno alle ingiustizie e squilibri sociali guerre fame povertà; non ritengo ineludibili fatalità le discriminazioni divisioni odio pregiudizi sopraffazioni indifferenza. Con Mounier sono convinto che “vi sono cattolici di destra e di sinistra: è un fatto ed è un fatto opportuno e ciò prova che il cattolicesimo supera tutte queste vicende politiche”.
Provo a riflettere sulle prossime elezioni. Non celerò le mie opinioni, ma eviterò di proposito esplicite indicazioni di voto, problema di coscienza di ognuno di noi.
Seguo poco i social ed i mille salotti virtuali. Mi interessa documentarmi, leggere, “pensare”, e magari far pensare, a quale futuro democratico porterà il voto di ognuno di noi, a tutti augurando un voto “innocente”, nel senso etimologico che non contribuisca a recare la rovina del bonum commune.

mercoledì 24 agosto 2022

La politica come professione.

Post di Rossana Rolando
Illustrazione di Emilano Bruzzone (qui il sito).
 
Emiliano Bruzzone, Gli inaffondabili
Pensare la politica come professione può, di primo acchito, suscitare un sentimento di insofferenza, riconducibile allo squallore di una politica spesso ridotta alla poltrona, in cui quel che conta è mantenere una qualche carica e rimanere a galla.
E tuttavia, da questo spettacolo indecoroso, può nascere una tentazione altrettanto dannosa, eppure sempre ricorrente, fin dalla nascita della democrazia: pensare che chiunque, in qualsiasi momento, con o senza formazione specifica, possa fare politica, al fine di favorire il periodico ricambio e di evitare il carrierismo immorale. Lo slogan “uno vale uno”, senza riferimento a competenze e conoscenze, è sorto all’interno di questo sentire e ha trovato, nella precedente tornata elettorale, ampio consenso.
All’avvicinarsi della nuova scadenza del voto, leggere e rileggere la conferenza-saggio di Max Weber, La politica come professione,¹ può essere d’aiuto, indipendentemente dalla posizione partitica di ciascuno.
Elaborata nel 1919, subito dopo la grande guerra, in un momento drammatico per la Germania, la conferenza è rivolta ai giovani studenti rivoluzionari e mette in guardia - profeticamente - dagli esiti di una cattiva politica, esposta al rischio di rigurgiti reazionari (come tragicamente avverrà nel 1933, con la Germania nazista, più di un decennio dopo la morte di Weber, nel 1920).
Ben consapevole del possibile deterioramento della democrazia, spesso divenuta macchina elettorale – in cui la gestione del voto è finalizzata alla distribuzione e al mantenimento delle cariche² - la riflessione di Weber rifiuta però la via qualunquistica del dilettantismo, per chiarire bene il significato del termine professione, applicato all’ambito politico.