Post di Rosario Grillo
La malinconia: patologia o sentimento? In un caso si fa riferimento alla dottrina degli umori e si spiega la malinconia come effetto del predominio della nera bile. Nell’altro si dà maggiore risalto alla via sentimentale: nel malinconico viene rappresentata una persona che filtra l’esistenza con tale sentimento. La fusione dei due avviene spesso e spiega la casistica di tanti suicidi e del fenomeno degli hikikomori.
Neuroscienze, psicanalisi e sociologia si sono impegnate a circoscrivere il fenomeno, per dare spiegazione dei moventi, cosicché ci troviamo spinti: o a trovar la radice nella repressione libidica (Freud e il perturbante) o a prendere coscienza della virtù del sentimento della malinconia, del suo ricco potenziale (Romanticismo ed un recente saggio di Susan Cain) (1).
Risulta ben chiaro che la sua diffusione è tipica di epoche di transizione: in questa luce è una spia significativa. (2)
Alla pari con la malinconia può stare l’angoscia. Il concetto di angoscia ha riempito i libri di filosofia a cominciare da S. Kierkegaard e di sicuro si trova la ragione nel declino dell’ottimismo illuminista legato al concetto di progresso. (“le magnifiche sorti e progressive”) (3).