“…La Resistenza è un
fatto di gratuità. La vera: la Resistenza al potere, non per instaurare un
altro potere ma per la libertà dell’uomo. Per questo Resistenza è gratuità, e
Partigiano l’uomo gratuito. Il Dio Gratuito non è forse il Dio partigiano, che
prende le parti di chi, in un modo o nell’altro, è perseguitato dal potere? La
Resistenza del 1944-45, dei morti e di quei vivi che non l’hanno mai svilita ad
instaurazione di nuovi poteri, fu la grande parola laica di gratuità, che ha
generato e genera ancora figli ogni qualvolta si resiste al potere dell’uomo in
nome dell’uomo” .
(dall’Introduzione a DIALOGO SULLA GRATUITA’).
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Don Luisito Bianchi. |
Ho conosciuto don Luisito Bianchi quando facevo il preside,
grazie all’amico Gianni Peirano che mi sollecitò a leggere La messa di un uomo
disarmato. L’ho letta. Fu una rivelazione: il più bel “romanzo” che avessi mai letto negli ultimi 30 anni.
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La copertina del romanzo. |
Invitai Luisito a parlare agli studenti dell’ultimo anno del Liceo per il 25
aprile 2006. Era molto riluttante (amava molto scrivere, ma non apprezzava i bagni di folla), infine riuscimmo a
convincerlo. Poiché non guidava né aveva un mezzo proprio, fu Gianni,
Presidente del Consiglio di Istituto, ad andare a prelevarlo all’abbazia di
Viboldone ed a riportarlo il giorno dopo.
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Abbazia di Viboldone, Milano. |
Per noi fu una giornata memorabile, compresa la serata che Gianni volle ad Ortovero ed i momenti agapici trascorsi
insieme.
Da allora spesso Rossana ed io abbiamo rivissuto quei momenti di grazia, di trionfo del silenzio ed insieme della Parola, fuori dalla frenesia degli impegni professionali e delle
ineluttabili scadenze quotidiane.
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La facciata, in notturna. |
Rossana
ha meditato a lungo la “messa”, proponendo una forte riflessione, pubblicata nel 2007 in occasione
degli 80 anni di Luisito. La riportiamo nella pagina di questo blog, appassionata interpretazione, laica e cristiana, del suo romanzo.
Ogni
mattina, prima di recarmi a scuola, sino
all’ultimo giorno del mio lavoro professionale, passavo a vedere ed a sentire
il mare ed era per me spontanea
l’associazione a don Luisito che, prima di partire, ospite in Seminario, ci aveva
confidato l’ora trascorsa
sulla marina di Albenga, all’alba ed al tramonto, ad ascoltare il respiro del
mare, pieno di stupore di fronte alla sua
bellezza.
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Era un uomo semplice ... |
Era un uomo
semplice e complesso, dimesso e signorile, mingherlino e coriaceo, dolce e
severo, povero per scelta e vocazione, ricco di passione autentica e di fede incrollabile,
umile testimone, la cui protesta si levava però con grido possente.
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... e nello stesso tempo complesso ... |
Fu così che iniziammo una frequentazione sia
epistolare, a cui rispondeva sempre in
tempo reale, sia soprattutto fatta da parte nostra di visite a Viboldone. Bellissima la festa per
i suoi 80 anni. Poi la caduta rovinosa, il lungo calvario sulla carrozzella con la
mente lucidissima a scrivere e
colloquiare fino all’ultimo. Ed infine il 5 gennaio 2012 – aveva quasi 85 anni
– il dies natalis.
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Abbazia di Viboldone, interno. |
Sacerdote conquistato da don Mazzolari, fu
missionario in Belgio, poi insegnante di religione e vice assistente delle ACLI
nazionali. Abbandonò l’incarico perché deciso a vivere in modo radicale la povertà: fa
il prete operaio (in fabbrica alla
Montecatini di Spinetta Marengo, poi l’inserviente all’ospedale), perché la sua
fede
non ammetteva compromessi di sorta con il disordine costituito e le
connivenze clericali. La GRATUITA’ di Dio
è stata il suo richiamo accorato ed il dono gratuito è stato sua pratica
costante, tanto da rifiutare qualsiasi emolumento quando era insegnante di
religione ed assistente alle Acli, non ritirando mai lo stipendio ("perché la Chiesa fa pagare i suoi servizi, perché questo commercio del divino? Gratis accepistis, gratis date").
Possiamo arguire il suo non facile rapporto con la gerarchia ecclesiastica e
curiale.
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La gratuità era la parola
che più amava. |
Molti i testi da lui scritti sul tema della
gratuità. Ma il suo innegabile capolavoro è La
messa dell’uomo disarmato, romanzo sulla
resistenza: rifiutato da vari editori, stampato da amici nel 1989, venne edito
da Sironi nel 2002 e divenne subito un
autentico caso editoriale.
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La messa dell'uomo disarmato,
romanzo memoriale... |
La messa è memoria della liberazione da parte di un testimone adolescente (Luisito) che ha vissuto
la resistenza come avvenimento centrale nella sua vita, tale da provocare la sua “terza nascita": testimone
che non fa sconti a niente ed a nessuno, a cominciare da se stesso. Il romanzo -
intreccio tra invenzione letteraria,
ricerca spirituale e ricostruzione storica - è quasi un itinerario liturgico in tre tempi: il gemito della parola - il silenzio della parola - lo svelamento della parola.
La resistenza, senza confusioni e senza revisionismi di sorta, si muove tra la potenza della memoria e l’attualità
della responsabilità: resistenza come gratuità nel doppio significato di
racconto della lotta partigiana e di categoria spirituale, sia cristiana (la
presenza di Dio della Parola anche nei fatti tragici e violenti) sia laica (la
misura della gratuità nella liberazione dal potere).
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... romanzo di grande respiro poetico
e valore letterario. |
Come
categoria spirituale tutti siamo chiamati a combattere la nostra resistenza per
la libertà e per la gratuità: radicale annuncio in un mondo dominato dal business, dove tutto è
negoziabile. Utopia? No, charis-topia!
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... romanzo sulla resitenza per la libertà ... |
In
ogni pagina don Luisito ci ricorda che la resistenza è stata il risveglio della
coscienza civile, il fondamento della
nostra repubblica, dunque la
radice della libertà di cui ognuno di noi oggi gode. Essa - unendo liberali,
monarchici, comunisti, socialisti, cattolici, militari, civili, uomini, donne - ha aperto la via verso l’Europa unita.
In modo non mitizzato né retorico don Luisito ci fa vivere i motivi che spinsero i giovani a scegliere la
montagna, il carcere, i campi di concentramento, i motivi del no deciso al fascismo ed alla
Germania nazista e perché il confine tra la parte sbagliata e la parte
giusta deve rimanere chiaro.
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L'eredità di Luisito
nelle sue pagine... |
Invito
infine ad avere il coraggio di leggere la
“pagina” di questo blog dedicata alla
“messa di un uomo disarmato”: pagina indubbiamente impegnativa, in cui Rossana dà
una lettura alta, approfondita ed accorata. In una delle sue prime lettere
a noi indirizzate cosi Luisito terminava:
“La bellezza dell'abbazia sconfina in quella della Gratuità. Bisogna che chiuda. Continuerei, come urge l'amicizia. Ma anche nel dire GRAZIE è continuare. Un affettuoso e grato ricordo a Gianni. Un abbraccio Luisito".
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Abbazia di Viboldone, interno.
Particolare. |
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Grazie a Luisito
per la Sua Amicizia. |
Chi desidera ulteriori informazioni sulla figura e sugli scritti di Luisito Bianchi può consultare il sito a Lui dedicato:
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