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mercoledì 31 luglio 2024

In Anassimandro il modello della scienza naturale.

 Post di Rosario Grillo.

Battista Agnese, Mappa mundi e Zodiaco, XVI sec.
Con argomenti diversi si può arrivare a stabilire la centralità della civiltà greca: lo confermano le mie due ultime letture. Di una, ho già dato conto ritraendola sull’asse tematico “dell’identità dell’Occidente” (1): un’opera fondamentalmente storiografica, attenta all’ imbastitura della storia della filosofia. Dell’altra parlo qui, percorrendo le nervature della filosofia della scienza greca. L’opera, in questo caso, è di Carlo Rovelli, Che cos’è la scienza? La rivoluzione di Anassimandro (2).
Carlo Rovelli, fisico di fama internazionale, ha la dote della chiarezza e, senza peli sulla lingua, mette alla gogna i vecchi testi dell’editoria scolastica (3). Figura centrale: Anassimandro, con tutta la corte del pensiero presocratico. La chiave: la “rivoluzione” compiuta da Anassimandro.
Siamo abituati (in parte, sviati) a leggere la rivoluzione come rottura e totale rovesciamento dell’ordine preesistente, meglio sarebbe attenersi al “nuovo ordine di pensiero” che in essa è inscritto: in questo senso si muove l’argomentazione di Rovelli. La “rivoluzione” di Anassimandro avviene nell’abbandono delle spiegazioni mitologico - religiose dei fenomeni naturali e della natura intera (dominio delle cosmogonie) con la scelta delle cause e delle leggi naturali.

giovedì 25 luglio 2024

La bellezza del “cum” nelle parole.

Post di Gian Maria Zavattaro
Immagini di Victoria Semykina (qui il sito instagram).
              
 La bellezza del “cum”, la solitudine dialogica, 
 l’apertura alla speranza.
 
Victoria Semykina, Senza titolo
All’interno del dibattito su cattolicesimo e cultura, da tempo avviato da Avvenire in Agorà - il cui obiettivo è contribuire a promuovere “un nuovo rapporto tra cattolici e cultura contemporanea”- ho letto l’intervista (7 luglio 2024, p. 21) di Gianni Santamaria al Prof. Ivano Dionigi Riscopriamo con il linguaggio la bellezza del “cum”.
Provo a tentare alcune riflessioni, esplorando il “cum” di Dionigi e sfiorando pertinenti temi, come solitudine silenzio speranza, che ricavo da letture (Borgna) e da persone idealmente a me presenti sin dalla giovinezza (E. Mounier 1905-1950 e Ch. Péguy1873-1914).
Dionigi: “Dobbiamo riscoprire le parole con il ‘cum’. Comunicare deriva da cum-munus: ‘mettere in comune i doni’; cum-testari, contestare, non è andare in giro con i cartelli a fare casino, ma è ‘testimoniare insieme’; cum-petere, competere, non è usare i muscoli, ma ‘andare tutti insieme nella stessa direzione’. “Abbiamo stuprato il linguaggio” (1).
Per Aristotele l’uomo è parola. Don Milani chiama uomo chi è padrone della parola. “Con il rispetto dobbiamo capire la parola di ciascuno”. Tucidide dice di aver capito lo scoppio della guerra del Peloponneso, perché “avevano cambiato il significato delle parole”. "Se oggi ci fosse la parola della politica non ci sarebbe la guerra" (1).
Le parole: “il punto di incontro di tutti”. Oggi però sono sui social degradate a fake news, contro le quali la scuola dovrebbe fornire “non una cassetta, ma un’intera officina di attrezzi”. Social (senza la e finale: il contrario di “sociale”? Si pensi poi ai danni dello smart working e della didattica a distanza … (1)

lunedì 15 luglio 2024

Ai miei studenti. Che cos'è la gratitudine?

Post di Rossana Rolando.
Immagini e dipinti di Stefano Nava (qui il sito)
 
 “Ai miei studenti.
 E anche a tutti quelli che imparano
 o già esercitano il mestiere di Socrate”
(Dedica che faccio mia, da Roberta De Monticelli).

Stefano Nava, Legami
Come ormai non mi capitava da alcuni anni, al termine del percorso liceale classico, alcune alunne particolarmente sensibili e coinvolte nelle discipline filosofico storiche mi hanno espresso la loro gratitudine attraverso lettere, messaggi, gesti di vario tipo. La commozione che ha accompagnato questi momenti è stata per me molto intensa. Che l’impegno, la passione, il desiderio di  una comunicazione profonda - sulla vita, su ciò che davvero vale, sulla bellezza della conoscenza, sul dono reciproco dell’insegnare e dell’imparare - siano colti da giovani menti, tra i mille frastuoni del tempo in cui viviamo, è cosa niente affatto scontata, degna di meraviglia.
 
Che cos’è la gratitudine? In concomitanza con questi eventi, ho terminato la lettura dell’importante e appassionato libro di Roberta De Monticelli, Il dono dei vincoli. Per leggere Husserl.¹ L’introduzione alla comprensione autentica del grande filosofo di area tedesca, di origine ebraica, vissuto nel periodo terribile del nazismo, si traduce anche nell’invito a renderlo vivo, cercando di fare filosofia secondo il suo metodo, detto fenomenologico.

venerdì 12 luglio 2024

Settimane sociali triestine.

Post di Rosario Grillo.
 
Settimana sociale dei cattolici
La settimana sociale della Chiesa, che ha una ricorrenza pluriennale, si sta tenendo quest’anno a Trieste con un entusiasmo ed una partecipazione notevoli. Purtroppo, a dirla tutta, senza una cassa di risonanza adeguata dentro “il teatrino dell’informazione italiana”. Eppure, il tema che è sotto esame è: “al cuore della democrazia”.
 
💥 Una microstoria
La Chiesa cattolica ha cominciato ad organizzare le settimane sociali a partire dal 1907, con la guida di Giuseppe Toniolo, sulla scia della stagione aperta dall’enciclica Rerum novarum di Leone XIII. Fu quindi momento del costituendo impegno politico dei cattolici, dopo aver raccolto l’esperienza compiuta dall’Opera dei congressi, disponendosi al superamento della scissione tra “cattolici transigenti” e “cattolici intransigenti”.
Le anime poco armoniche del movimento cattolico avrebbero provocato diverse interruzioni, prima che il totalitarismo fascista, negli anni trenta, portasse ad un lungo silenzio. Il riavvio avverrà quindi nel dopoguerra, intrecciandosi con le problematiche della ricostruzione. Già determinante, attraverso ispirati esponenti politici (La Pira, Dossetti, Moro), fu, però, il contributo portato alla Costituzione repubblicana, imperniato sul principio del Personalismo. Era l’avvio di un “fermento” che, per i lati teologico ed ecclesiologico, avrebbe dato i primi frutti nel Concilio Vaticano II.

venerdì 5 luglio 2024

Il Novecento.

Post di Rossana Rolando.
 
Kandinskij, Diseguale, 1932
L'impresa volta a ricercare un'immagine del Novecento ovvero un'idea capace di connotare il XX secolo è stata già tentata in vari modi. L'operazione non è nuova. Per quanto si tratti certamente di semplificazioni manualistiche, entrate nell’uso comune, ci sono congiunzioni concettuali che aiutano a comprendere schematicamente un clima storico e culturale. Per esempio, è condivisa l’associazione tra Seicento e Rivoluzione scientifica, tra Settecento e idea di ragione, tra Ottocento e riflessione sul significato e il senso della storia.
Potremmo dunque chiederci: il Novecento filosofico, letterario, artistico, scientifico… può essere contrassegnato da una qualche possibile chiave interpretativa? Che cosa caratterizza, da un punto di vista culturale e filosofico, il XX secolo? C’è un filo rosso che può connotare il Novecento in modo peculiare? 

sabato 29 giugno 2024

Concordismo.

Post di Rosario Grillo
 
K.F.Schinkel, Scenografia Flauto Magico di Mozart, 1815

Dichiaro da subito che mi propongo un obiettivo difficile. Mentre tutt’intorno si registra l’invito allo scontro, in nome dell’identità esclusiva, cercherò di assumere a modello la tesi del “concordismo”, senza indulgere al sincretismo, mettendo ben in vista l’unità sostanziale.
L’Uno che non esclude i “molti”, l’Uno che nella Trinità mette in moto la relazione e la vivifica. Una conferma viene dalla proposizione esplicita del Dio unico, ispiratrice del papato bergogliano, sulla falsariga del poverello di Assisi: memento per questo verso.
Al nostro scopo serve costruire un ponte che collega l’Umanesimo al nostro presente. (1) Nel primo, epoca di rinnovamento con travaglio, in parecchi lavorarono sul programma del de pace fidei; nel nostro presente si evidenzia invece una pericolosa china all’utilizzo dell’arma bellica, ritenendola risolutiva del fenomeno della disarticolazione geopolitica e dell’enorme problema migratorio. Argine a questa deriva: l’instancabile azione di Papa Francesco, che ha messo un punto fermo nell’incontro di Abu Dhabi.

domenica 23 giugno 2024

Riscoprire il Liceo Classico.

Post di Gian Maria Zavattaro
Illustrazioni di Marco Somà, al libro di Luca Tortolini dal titolo Che cos'è la scuola, ed. Terre di Mezzo (qui il sito instagram)
 
Marco Somà, illustrazione in Che cos'è la scuola
In occasione dei 150 anni del Liceo Classico di Biella.  
La scuola dovrebbe avere sempre come suo fine che i giovani ne escano con personalità armoniosa, non ridotti a specialisti. Lo sviluppo dell'attitudine a pensare e giudicare autonomamente dovrebbe  sempre essere al primo posto, e non l’acquisizione di conoscenze specializzate.(A.Einstein)
 
Ho esercitato il servizio di preside del Liceo Classico di Biella dal 1991 al 2002. L’intervento che gentilmente mi è stato richiesto non vuole essere un panegirico farcito di convenzionali flatus vocis: non credo interessi a nessuno. L’anniversario del Liceo - circostanza gioiosa irripetibile doverosa - dovrebbe piuttosto a mio avviso far pensare: suggerire di cogliere l’occasione per andare innanzi (lat. pro-cedere) nella consapevolezza che “la scuola è un laboratorio che anticipa ciò che dovrebbe essere nel futuro la collettività” (Papa Francesco).
 
Per Prima Cosa intendo unirmi idealmente a tutte le generazioni e persone che hanno vissuto, in modi e ruoli diversi, la storia del Liceo dall’inizio ad oggi. Sono tutti i presidi, i docenti e non docenti, alunni e alunne, le famiglie nel susseguirsi di generazioni accomunate dall’insegnare-imparare. Sono l’impegno dei dirigenti, la passione dei docenti, la dedizione dei non docenti, i sogni degli studenti, nel quotidiano travaglio di tutte le componenti - donne e uomini, giovani e non giovani - con le loro gioie, speranze e frustrazioni, mediocrità ed eccellenze, successi e sofferenze, illusioni e delusioni, libertà e servilismi che sono i vissuti di ieri e di oggi.
E poi intendo raccontare come penso debba continuare ad ardere l’anima del Liceo Classico biellese, emblema dell’anima di tutti i licei d’Italia. Vuol dire raccontare la sfida nuova-antica che ogni giorno affrontavano ed affrontano i docenti, gli studenti, le famiglie: il Liceo è capace di “educare” ed essere “luogo” di autentiche relazioni e di cultura?

mercoledì 12 giugno 2024

Rimanere vicino alla gioia.

Post di Rossana Rolando.
Immagini dei dipinti di Hilma af Klint, pittrice svedese vissuta tra il 1862 e il 1944.
 
Hilma af Klint, Evoluzione
💥 L’indizio della gioia. Coloro che cercano il significato della vita e indagano sul destino dell’uomo devono sapere che la natura avverte con un segno preciso, suggerendo – di volta in volta – che la meta è raggiunta: questo segno è la gioia.
E’ la tesi sostenuta da Henri Bergson, nella sua conferenza dal titolo La coscienza e la vita.¹ Essa porta con sé, implicitamente, alcune convinzioni niente affatto scontate: la prima riguarda l’affermazione secondo cui la vita non sarebbe un caos privo di senso, un susseguirsi frammentario di stati mentali e corporei senza alcun orientamento; la seconda stabilisce un legame tra la giusta direzione e il segno che la confermerebbe ovvero la gioia.
Come dire: quando la gioia è nell’animo o qualcosa procura gioia, allora si può essere sicuri di camminare verso la meta, quella per cui l’uomo è fatto, il suo senso e il suo destino.
 
💥 Piacere e gioia. 
Bergson si premura subito di operare la distinzione necessaria tra piacere e gioia, due stati d’animo ben diversi, i cui scopi sono differenti. Il primo è funzionale alla conservazione della vita, il secondo indica la direzione verso cui è lanciata la vita: “la gioia annuncia sempre che la vita ha avuto successo, che ha guadagnato terreno, che ha riportato una vittoria: ogni grande gioia ha un tono trionfale”.²

venerdì 7 giugno 2024

Con la democrazia, la pace.

Post di Rosario Grillo.
 
Laika, Viale Casto Pretorio, Roma
Si può dire che la democrazia sta vivendo una condizione di abulia?
“Chi la vive quotidianamente dovrebbe sentirla come un impegno permanente poiché, nonostante la tranquillità di spirito che il vivere libero e civile infonde, la democrazia può sempre decadere: perché le sue procedure e le sue istituzioni non sono come un pilota automatico”: così scrivono Nadia Urbinati e Gabriele Pedullà in Democrazia afascista. La fatidica partecipazione, costituita di impegno e passione per la libertà e la giustizia, sotto certi versi minacciata da “giochi di Palazzo” (1), è seriamente pericolante.
Indubbiamente si deve anche mettere in conto la corrente transizione del potere decisionale agli organi più in sintonia con l’asse della globalizzazione. Nonostante i disperati colpi di coda degli Stati nazionali.
Sale in primo piano, perciò, la responsabilità che sta in capo ad organizzazioni come l’Unione europea. Rimangono scolpiti nella pietra i principi concepiti nel Manifesto di Ventotene, vivificati poi dalla pratica politica di Schuman De Gasperi Monnet. Essi richiedono la democrazia in rinnovata confezione, fondamento di convivenza e presidio di incrollabile libertà.
Oggi, alle soglie delle elezioni europee, invece, non si può non rimanere interdetti davanti all’ultima stagione della gestione delle “cose europee” e non farsi domande sulle implicazioni di certe scelte compiute (2).