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domenica 17 settembre 2017

Novità "pianeta scuola".

Le ultime "novità" ministeriali e i veri problemi della scuola in ordine a formazione ed educazione.
🖋Post di Rosario Grillo 
🎨Immagini delle illustrazioni di Alessandro Gottardo, conosciuto con lo pseudonimo di Shout (qui il sito).
 
Alessandro Gottardo (Shout), 
Richiamare l'attenzione
Da qualche giorno si rincorrono notizie relative al nostro “pianeta scuola”.
Dopo l’annuncio dell’inizio della procedura per ridurre il numero degli anni di scuola superiore, c’è un nuovo intervento del ministro sull’innalzamento dell’obbligo scolastico.
Sostanzioso, inoltre, il ruolo che verrebbe assegnato alla scuola nel progetto di legge che prevede un riordino (?) degli interventi sull’immigrazione, in ispecie rivolto ai figli di seconda generazione.
Sarebbe troppo pretendere un po’ di linearità e coerenza?
Come spesso avviene – non solo nel campo degli indirizzi di istruzione pubblica - si sente odore di estemporaneità, di improvvisazione e …ancor peggio: di captatio benevolentiae in vista delle prossime elezioni.
Quante volte la scuola italiana è  caduta vittima di questi “giochetti”?  Lasciti non proprio benefici, nel corso del tempo, si sono sedimentati lasciando scorie tossiche, ingorghi inibitivi della fluidità del sistema.
Alessandro Gottardo (Shout), 
Calendario di novembre
Nel frattempo la descolarizzazione (teorizzata come rimedio negli anni della contestazione) va operando nei fatti, visto il peso che altre fonti di informazione, principalmente di natura digitale, hanno preso (1).
Si viene a contatto fin da bambini con l’insieme di queste informazioni, in maniera caotica, prima dell’ingresso scolastico. Né porta soluzione la ridicola rincorsa del ministero dell’istruzione con le LIM, e l’improvvisata revisione dei programmi per via telematica.
Si aggiunge a tutto ciò lo smarrimento della componente genitoriale, gravata dello  stress del compulsivo mondo del lavoro e plagiata dal qualunquistico modo di vivere il presente.
Alessandro Gottardo (Shout), 
Zen e Freud
È sotto gli occhi di tutti la sensibile riduzione della considerazione sociale dell’importanza della formazione scolastica. In concreto si è perso anche il senso della pregnanza del processo di formazione.
Paideia  e Bildung  sono parole assenti.
La spina dell’abbandono scolastico ne è la spia rivelatrice. Si unisce con l’apatia di una frequenza scolastica, che raramente lascia tracce di rilievo.
“Voci nel deserto” si levano, molte volte, a gridare l’importanza della cultura nella ripartenza dello sviluppo del Paese. In concreto è stridente il contrasto fra il corrente senso comune, pomposamente confortato dalla principale agenzia, la tv, e le opzioni  necessarie per rimettere in corso il flusso del  serio e maturo Impegno Civile e Culturale.
Ieri mi sono imbattuto in un articolo, fuori dal coro del giornalismo di “sistema”, dove si toccano i “gangli vivi” del problema, senza paura di andare controcorrente.
Lo spunto principale prende le mosse dai “quaderni del carcere” di Antonio Gramsci, che già per il contesto ha un preciso significato.
Alessandro Gottardo (Shout),
Nuoto
Occorre persuadere molta gente che anche lo studio è un mestiere, e molto faticoso, con un suo speciale tirocinio, oltre che intellettuale, anche muscolare-nervoso: è un processo di adattamento, è un abito acquisito con lo sforzo, la noia e anche la sofferenza” (Quaderni del carcere, 12, XXIX, pf .2)
Mi ci ritrovo: erano gli incitamenti che facevo ai miei alunni, ribadendo appunto che: stavano svolgendo un lavoro!
Così si ricade in una vexata quaestio!
Il lavoro, umiliato ed aggredito dagli imperativi dei Prìncipi Economici Dominanti, che vorrebbero una sua metamorfosi verso la completa tecnicizzazione, robotizzazione, ci presenta il suo vero profilo.
Profilo di fatica umana, di responsabilità, di gioia creativa, di noia e di sofferenza.
Dentro questa prospettiva viene d’un balzo superata la diatriba tra i pedagogisti che, parlando del processo di apprendimento e del rapporto docente-discenti, insistono sul gioco e quelli che insistono su fare mestiere.
Ne deriva che la richiesta fatta ai discenti di “mettere concentrazione” è sostanzialmente insostituibile.
Alessandro Gottardo (Shout), 
La cabina della mente
Pietra d’angolo dell’edificio dell’apprendimento, visto come interessato partecipato ed attivo “corso di formazione”, cammino nel mondo del Sapere.
Con essa fiorisce il dialogo: interazione corrispondente, priva di gerarchie ed intrisa  di intercambiabilità dei ruoli.
A mio avviso, è il “la” di un apprendimento senza fine, capace di continuare nel tempo ed interessare la sorgente dell’alfabetizzazione continua.
L’articolo giunge a conclusione con una bella immagine: lo sguardo.
Traendo lo spunto dal romanzo di R. Carver “Cattedrali”. Vi si parla dell’incontro fra un vedente e un cieco, e ci s’immagina già il messaggio: la vista vera è nell’intelletto.
Tante considerazioni si potrebbero  fare sulla problematica dello sguardo, ma qui mi accontento  di accennare alla luce che accende lo sguardo vero.
Luce di originalità, di coinvolgimento, di contemplazione attiva, di proiezione in avanti, potrei dire in una parola: di Prospettiva.

   1. Rimando al post di Rossana Rolando su Persona e Comunità,    relativo a Lyotard e il postmoderno (cliccare qui).
✬✬✬✬✬✬✬✬✬✬✬
Per una presentazione dell'illustratore Alessandro Gottardo, denominato Shout (vedere  qui)

4 commenti:

  1. Voglio districare un piccolo groviglio che è risultato dalla stampa. Dove si parla delle agenzie educative digitali, bisogna togliere il sopravvento.
    Per il resto: grazie a Rossana e allo splendido corredo iconografico

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    Risposte
    1. Fatto! Ciao, buona domenica a te e a Liliana.

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    2. Bla ... bla, bla!! Ad ogni riforma la scuola scende sempre più in basso e la buona volontà dei docenti non è sufficiente per arginare i danni che ogni nuova campagna elettorale e coseguente governo sono in grado di fare.

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  2. Sottoscrivo le sue accorate riflessioni. Cordiali saluti.

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