Iscriviti ai Feed Aggiungimi su Facebook Seguimi su Twitter Aggiungimi su Google+ Seguici tramite mail

Iscriviti alla nostra newsletter!

martedì 30 marzo 2021

Dell'ermeneutica.

Post di Rosario Grillo
Immagini di Sandro Botticelli, Nozze di Mercurio (simbolo dell'ermeneutica) e Filologia” (conosciuto come Primavera).¹ 
 
Botticelli, Mercurio, particolare di Nozze di Mercurio e Filologia
Quando si dice: compenetrarsi... quando l’attore è proprio: “nella parte
”.
Quasi sempre si riserva questa “fenomenalità” al solo mondo dell’arte della recitazione. Facendo un po’ di attenzione, ci si accorge che è implicata la mimica.
Della mimesis parlò tanto Platone. Ne parlò anche Aristotele, in diverso modo. Ma un po’ tutti ne parlarono, in quel volgere di tempo (tra V e IV secolo a.C.), perché al centro dell’attenzione era la techne.
Tra Socrate e Platone, poi, ci si destreggiò per ridurre la techne alla semplice competenza artigianale, richiedendo al contempo di distinguere: una sapienza che avesse il colore del “divino”.
Facendola breve, tirando un bilancio delle discussioni che sopra vi si sono svolte, diremo di un logos che non resta confinato nell’asse teoretico, che possiede quindi dinamis pratica, da cui poieo poietica o poetica.

venerdì 26 marzo 2021

Dolore e senso.

Post di Gian Maria Zavattaro.

Rogier van der Weyden, Deposizione, 1435, dettaglio
“Verso le tre, Gesù gridò a gran voce: «Elì, Elì, lemà sabactàni?», che significa:

«Dio mio, Dio mio, perché mi hai abbandonato?»” (Matteo 27,46)

“Grido che ancora risuona in ogni umanità. … Clamore che risuona nel cuore di ogni cristianità. … Grido come se Dio stesso avesse peccato come noi, come se perfino Dio si fosse disperato, come se anche Dio avesse peccato come noi. E del più grande peccato. Quello di disperare. ... Più dei due ladroni appesi ai suoi lati che non urlavano che un grido di morte umana, perché non conoscevano che una desolazione umana. … Il Giusto solo emise il clamore eterno. Ma perché? Che aveva? Lui solo poteva gridare il clamore sovrumano. Lui solo conobbe allora quella sovrumana desolazione. Così i ladroni non gettarono che un grido che si spense nella notte. E lui gettò il grido che risuonerà sempre, eternamente sempre, il grido che non si spegnerà mai, eternamente. In nessuna notte. In nessuna notte del tempo e dell’eternità” (Ch. Pèguy, Il mistero della carità di Giovanna d’Arco, AVE, Roma, 1966, p.83 passim).

Il venerdì santo è simbolicamente il giorno della croce ovvero l’icona di tutta la sofferenza che attraversa il mondo, dell’immensa realtà dell’umanità sofferente per diversissime cause: malattie, vecchiaia, avvelenamento dell’ambiente, città opprimenti senza spazi, criminalità, guerre, solitudini, tutte le forme incomprensibili di violenza miseria oppressione sfruttamento ed impotenza, estenuanti lutti familiari nella crudeltà della morte in solitudine dei propri cari e non ultima la propria angoscia della morte e tanto altro ancora.

sabato 20 marzo 2021

Unicità. Vocazione.

Post di Rossana Rolando
Immagini di Carlo Brenna (qui il sito instagram).

Carlo Brenna, In cerca di luce
Ci sono momenti in cui, improvvisamente, intuitivamente, può apparire chiaro “il motivo” per cui si vive o si potrebbe vivere¹, la “cosa che si fa con gioia, come se si avesse il fuoco nel cuore”, la tensione verso “ciò che è proprio”. In questa intuizione, capace di raccogliere tanti segnali in un lampo, si comprende il significato della “vocazione”.

Daimon, angelo, eredità, destino, chiamata… sono alcuni dei termini utilizzati da James Hillman (1926-2011) in Il codice dell’anima per indicare la spinta di fondo della vita di ciascuno, il desiderio che fa vivere. Quelle parole, a ben vedere, rimandano ad una attrazione non voluta, ma trovata, indicano un comando che supera chi lo riceve: essere chiamati a pensare, a suonare, a dipingere, a costruire, a danzare.., essere destinati, aver ereditato un compito. Vi è per tutti una vocazione profonda che caratterizza l’unicità di ciascuno: essa non si sceglie, ad essa si aderisce, si risponde.

Nelle persone eccezionali appare con chiarezza la vocazione, la lealtà nel raccoglierne gli indizi, la convinzione di fondo nel lasciarsi guidare e proprio questo fa sì che tali personalità presentino un fascino particolare. Nei grandi musicisti, per esempio, il richiamo risulta particolarmente esplicito, fin dall’infanzia: da Mozart a Mendelssohn, da Mahler a Verdi. Lo stesso vale per i grandi pensatori, scienziati, artisti.

venerdì 12 marzo 2021

La soglia "oltre".

Post di Rosario Grillo
Immagini delle illustrazioni di Anna Paolini (qui il sito).
 
Anna Paolini, L'attesa
Nel gesto si può dare comunicazione senza parola: ed è la mimica.
Ma anche: il gesto può supplire l’impossibilità della parola.
Quando il linguaggio giunge al luogo della incomunicabilità, sfera dell’ineffabile, cifra della testimonianza, il gesto viene incontro ed è come stare sulla soglia.
Giorgio Agamben parla così della testimonianza, fuori della parola o senza parola. Indica il testimone come colui che frequenta il nulla, soglia tra l’essere e l’inesprimibile. “E tuttavia il testimone non dispone per la verità di un altro luogo, di un’altra possibile via d’accesso che non sia il linguaggio. Egli crede nelle parole, malgrado la loro fragilità, resta fino all’ultimo filologo, amante della parola. Ma della parola non come asserzione: come gesto” (1).

**

La stessa vibrazione dentro la filologia, da cui non una tonalità di ottimismo facile bensì un senso tragico, è stata di recente indagata ed illustrata da Massimo Cacciari nell’opera La mente inquieta.
Ivi, difendendo lo spessore filosofico dell’Umanesimo, il filosofo veneziano sfoglia le sfaccettature problematiche: non esclusivamente per linea positiva, molto spesso per via negativa. (2) (3)

##

sabato 6 marzo 2021

Su interiore e spirituale.

Post di Gian Maria Zavattaro
Immagini di Andrea Calisi (qui il sito instagram).

Andrea Calisi, Vincent e i corvi
Gent.le Amica, 
mi chiede se posso delineare una distinzione tra “interiore” e “spirituale”. Da profano quale sono, non ho scritti specifici sui due aggettivi che propone. Mi limito pertanto a brevi appunti, considerazioni appena abbozzate: spunti che soprattutto mi hanno ancora una volta rivelato il mio sapere di non sapere…    Spero comunque che in qualche modo Le possano servire. In caso contrario per me è stata un’utilissima riflessione e di ciò La ringrazio… 

E’ indubbia l’ambivalenza dei due termini, usati da secoli ed ancor oggi con diversi significati a volte inconciliabili. Ne conseguono: difficile decifrazione; necessità di offrire consapevolezza della equivocità dei termini; chiara presentazione che il significato proposto dei due termini, pur essendo scelta personale e perciò soggettiva, è tuttavia convinzione intersoggettiva e perciò di fatto oggettiva, largamente diffusa nella cultura attuale (in particolare nel mondo cattolico), frutto di motivate scelte teoriche ed articolate esperienze di vita, anche se non necessariamente condivise o condivisibili da tutti.