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lunedì 30 maggio 2022

Guerra: arte, professione o dovere civico?

Post di Rosario Grillo.
Immagini delle opere sull'Ucraina di Vladimir Egorovič Makovskij, pittore russo vissuto tra il 1846 e il 1920.
 
Makovskij, Piccola Russia (Ucraina), 1885
“o pensare che non sia pace, o tanto prevalersi ne' tempi della guerra, che possano nella pace nutrirsi.”
(N. Machiavelli)
 
Davanti all’orrore della guerra si ergono impellenti obblighi morali, che consistono nella comprensione e nella reazione.
Obblighi che riguardano la comunità internazionale i singoli Stati; da lì discendono (e riguardano) i cittadini membri. Si devono aggiungere alla lista organismi non politici come le chiese; quindi per quanto ci tocca, la chiesa cattolica. Di questa, conosciamo bene la conduzione dell’attuale pontefice, in sintonia con i suoi precursori, almeno a partire da Benedetto XV. Bergoglio ha rimosso qualsiasi “ombra” (e compromesso) relativa al concetto di “guerra giusta (1) e messo in chiaro una pregiudiziale opzione per la pace.
Principio altamente fondato sulla dottrina evangelica riassunta nella dichiarazione di Cristo: “vi do la pace, la vera pace”. Se questo principio evangelico ha un senso, infatti, da esso si ricava che la guerra è errore: esercizio del nostro spirito egoistico, “insinuazione diabolica”.
Entrando poi nella pratica, risulta che con esso e da esso si impronta un sistema economico che privilegia il profitto individuale, a discapito della giustizia sociale (nella sfera di ciascuno Stato e nella sfera dei rapporti tra gli Stati).

domenica 22 maggio 2022

Il tempo della vita nel tempo del mondo.

Post di Gian Maria Zavattaro.
Immagini delle illustrazioni di Pepe Serra (qui il sito instagram).
 
Pepe Serra, Rallentare il tempo
Nell’attesa che il nostro ospite indesiderato - il covid - se ne vada per sempre, senza oltre indugiare, da casa nostra e da ogni altra casa, mia moglie ed io trascorriamo questo tempo di privazione osservando il tempo del mondo e sondando l’essenza del tempo delle nostre vite.
 
💥 1. Il tempo del mondo. (1) Ho riletto alcune pagine del “Tempo della vita e tempo del mondo” di H. Blumenberg (Il Mulino,1996). Il tempo del mondo, diacronico, ha una sua perturbante fisionomia priva di tenerezza e misericordia, impietoso di fronte al tempo di ogni vicenda umana, indifferente alle nostre singole sincroniche vite. Ma la brevità della vita - per quanto lunga possa essere - può divenire per alcuni la più corruttrice di tutte le ossessioni: tentazione del successo supremo, quello di ricomporre ed identificare il tempo sincronico delle nostre vite con quello diacronico del mondo. Secondo Blumenberg la chiave di lettura la fornirebbe Hitler: ha cercato in ogni modo di forzare il rapporto tra tempo del mondo diacronico e tempo della vita sincronico, facendoli coincidere e smarrendo il senso del sopravvivere del mondo al singolo. E poiché l’indifferenza che il tempo del mondo riserva ai miserabili affanni delle esistenze individuali non si fermava, non gli sarebbe rimasta che l’allucinata demoniaca soluzione possibile: finirlo, inabissarlo senza alcun superstite. E’ la tentazione che può colpire tutti oggi con la catastrofe nucleare. Ubris famelica tale da spingere anche oggi a travalicare oltre i limiti, sfidare il “tempo del mondo” con l’ostentazione del potere e l’illusione dell’onnipotenza.

sabato 14 maggio 2022

La rimozione delle lucciole.

Post di Rossana Rolando.

Massimo Recalcati, Pasolini, 2022
Nel piccolo libro di Massimo Recalcati, da poco uscito, dal titolo “Pasolini. Il fantasma dell’Origine”, si dà molto spazio all’elemento del religioso e del sacro nella poetica pasoliniana.¹ In particolare, si insiste sulla tesi del mondo disincantato che caratterizza la società consumistica borghese:
non esiste un borghese che possegga un autentico sentimento religioso.² Per Pasolini il tentativo del fascismo storico di colonizzare le coscienze è riuscito solo superficialmente. Viceversa, il nuovo fascismo consumista (tecno-fascismo) ha permeato la mentalità collettiva, assorbendo in sé ogni desiderio e chiudendo l’uomo contemporaneo nella cerchia dei beni continuamente inseguiti e raggiunti. L’Altro, l’Origine, la Madre, l’Inedito - i tanti nomi di cui si riempie lo scarto tra l’aspirazione e la realtà – si eclissano dall’orizzonte del mondo, appiattendo il desiderio nell’ultimo prodotto, illusoriamente nuovo, che il mercato incessantemente propone. Il mondo non conosce più la meraviglia dell’Origine e le lucciole scomparse dalla campagna ne sono l’emblema: l’industrializzazione e le luci artificiali di stadi, concerti, schermi televisivi, hanno oscurato la capacità di vedere nel buio, da una parte, ma hanno anche azzerato la presenza stessa delle fonti di luce, metaforicamente rappresentate dai piccoli corpi volatili: “Le lucciole sono il simbolo di un tempo dove il mistero abitava ancora il mondo, un tempo che ha preceduto la violenza demitizzante della civiltà dei consumi”.³

sabato 7 maggio 2022

Preghiera.

Post di Rosario Grillo
Immagini dei dipinti della pittrice austriaca Marianne Stokes (1855-1927).
 
Marianne Stokes, Donna che prega
“Sorvoliamo - perché già denunziata - sulla carenza teologica di un concetto che non sembra ricordare che il soggetto primo della preghiera è Dio, con il suo colloquio trinitario, e soffermiamoci sull’aspetto psicologico, antropologico, culturale della obiezione.  In effetti l’uomo dell’Occidente, piuttosto refrattario alla contemplazione, non riesce più a riconoscere Dio, quando gli viene incontro, né a percepire i suoi messaggi perché sa cogliere quasi soltanto le proposte formulate in termini razionali, categoriali, didascalici ed ha atrofizzato le antenne per captare parole più profonde. Crede che Dio sia un maestro o un conversatore dialettico. Si attende da lui discorsi logici, morali, direttive pragmatiche: un aiuto, insomma tanto più comodo quanto meno profondo, un aiuto al livello di fare, di progettare, di eseguire. Invece lui no, vuol darci altro, vuol darci se stesso: vale a dire un mistero indecifrabile. Perciò la sua Parola più è vicina e meno è leggibile a livello tematico, categoriale, razionale, risolutore di problemi. Per coglierla dobbiamo sviluppare altri organi recettivi, altri modi più esistenziali e sapienziali di contatto. Perciò possono aiutarci le esperienze d’amore, l’esperienza dell’arte, i contatti esistenziali profondi con le cose: atteggiamenti, tutti, che postulano tipi diversi di rapporto, non limitati alla razionalità ma affondati in un deposito vitale più profondo.”
 
Sto centellinando con una lettura lenta il prezioso libro di Adriana Zarri, Nostro signore del deserto. Tema del libro: la preghiera (che cos’è, come nasce, i modi, le implicazioni). (1)
Nel frattempo, stimolato dalla mail di “Alzo gli occhi verso il cielo ascolto una puntata di Uomini e profeti (nuova versione), nella quale sono invitati Enzo Bianchi e Lidia Maggi. Tema della puntata: il corpo nella fede e nella società. Lo spunto provocatorio è dato da un provvedimento eccessivo, nel sistema scolastico inglese, che ha comminato una condanna pesante per un’insegnante che ha osato accarezzare un bambino con la misura dell’affetto/premio. Lo spazio è stato in effetti preso dalla disamina della considerazione corrente nella società odierna, alla luce dei due anni di pandemia e nel contesto della tragica guerra ucraina. Mi riallaccio inoltre a riflessioni continue emerse nei miei post dedicati al biopolitico, alla ecologia del pensiero, alle membra e all’espressione del corporeo.

domenica 1 maggio 2022

Insegnamento-apprendimento "significativo".

Post di Gian Maria Zavattaro
Immagini delle illustrazioni di Andrea Ucini (qui il sito instagram).

Insegnare non è riempire un vaso, ma accendere un fuoco (Montaigne).
 
Andrea Ucini, Museo del fuoco
In base alla mia esperienza di docente e soprattutto di preside, si può essere d’accordo, almeno a parole, sull’affermazione che l’apprendimento scolastico per divenire “significativo” non deve mortificare né angosciare, pur esigendo fatica e rigore.
I due anni trascorsi di covid hanno prodotto un'abnorme situazione di emergenza (1) - contraddistinta per  quanto riguarda la scuola  da  reiterate improvvisate misure non sempre coerenti e da discutibili palliativi (banchi a rotelle, mascherine inutilizzate o inutilizzabili…) - che  ha colto tutti impreparati e impietosamente ha evidenziato luci e ombre circa “il problema dell’insegnamento - apprendimento”. (2)  La “dad” non è stata “luogo” di  tutti e di ciascuno, anzi spesso si è trasformata in “non-luogo” (3) per nulla gratificante, in cui si sono prodotti servizi scarsamente efficaci e funzionali, contestabili offerte di valore aggiunto, effimere relazioni educative e conseguenti apprendimenti ben poco “significativi”.
Non parlerò delle tecniche e tecnologie oggi di moda per indurre apprendimento che si presume significativo: le lascio agli addetti ai lavori ed a quanti si assumono la responsabilità di introdurle, diffonderle e ritenerle significative.