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martedì 7 febbraio 2017

Ai Weiwei, tutto è arte, tutto è politica.

Breve presentazione dell'artista Ai Weiwei e della mostra di Firenze a lui dedicata.
🖊 📷 Post e fotografie di Rossana Rolando.

L'arte di Ai Weiwei
Abbiamo visitato, nelle vacanze di Natale, presso Palazzo Strozzi a Firenze, la mostra dedicata ad Ai Weiwei (23 settembre 2016 - 22 gennaio 2017), artista cinese nato a Pechino nel 1957 da famiglia di letterati perseguitata ed esiliata a causa delle idee paterne. Trasferitosi negli Usa tra il 1976 e il 1993, egli fa ritorno in Cina e diviene protagonista indiscusso nell'ambito dell’arte contemporanea. 
Utilizzando le sue opere come strumento di contestazione e denuncia nei confronti del governo e del sistema economico cinese, Ai Weiwei ha fatto di sé un personaggio, pagando di persona il proprio impegno: nel 2009, interdetto il suo blog dal governo, viene picchiato dalla polizia e operato per i postumi delle percosse; nel 2011 il suo studio cinese è distrutto ed egli stesso viene sequestrato, rimanendo in carcere per 81 giorni; una volta rilasciato rimane senza passaporto con l'ingiunzione di non pubblicare articoli su internet o tramite stampa; riceve vari riconoscimenti internazionali per la lotta a favore dei diritti umani e vede restituito il passaporto, potendo così trasferirsi in Germania.
Dal punto di vista artistico, Ai Weiwei si pone sulla linea della svolta impressa da Marcel Duchamp al corso dell’arte, rifiutando la raffigurazione della realtà come mezzo espressivo e ricorrendo invece alla presentazione di oggetti o di materiali che nulla avrebbero di artistico se non fossero decontestualizzati e riproposti al di fuori della loro normale funzione, in un isolamento che li rende segno eloquente di qualcos’altro. 
In questo post propongo alcuni emblematici esempi:
🎯1. L’ala abbassata allestita nell’atrio di Palazzo Strozzi per rappresentare la mancanza di libertà.

Refraction (Rifrazione), 2016
grande installazione che utilizza cucine solari e bollitori
🎯2. Il gigantesco arco di biciclette costituito al fine di contestare l’aggressivo sviluppo capitalistico cinese dimentico della salvaguardia ambientale.

Stacked (Impilate), 2012, 
installazione formata da biciclette della marca Forever
🎯3. I 360 zaini scolastici cuciti nella forma di un immenso serpente e le bare sparse sul pavimento per ricordare le migliaia di studenti morti nel terribile terremoto di Sichuan (magnitudo 8.0 gradi sulla scala Richter) del 12 maggio 2008, a causa dei materiali scadenti utilizzati nella costruzione delle scuole.

Shake Bag (Borsa serpente), 2008
Rebar and Case,
(Contenitori in pregiato legno huali che evocano le bare), 2008
🎯4. La mappa della Cina, suddivisa in province comprendenti anche Hainan e la contesa Taiwan, ricostruita con trentadue tasselli di porcellana dipinti a mano.

Free Speech Puzzle 
(Puzzle della libertà di parola), 2014
🎯5. La riproduzione in porcellana di resti umani risalenti all’epoca della Rivoluzione culturale (1966) e ritrovati in campi di lavoro in cui venivano rinchiusi i dissidenti politici (tra i detenuti vi era anche il padre di Ai Weiwei).

Remains 
(Resti umani)
🎯6. Le interiora di pollo in porcellana per denunciare il mercato degli organi umani di cui la Cina sembra detenere il triste primato.

Chicken gizzards 
(Interiora di pollo)
🎯7. Gli antichi vasi immersi in latte di vernice da carrozzeria per significare la distruzione dell’antico patrimonio artistico avvenuta con la Rivoluzione culturale.

Coloured vases 
(Antichi vasi verniciati)
🎯8. Gli oggetti composti di materiali antichi provenienti da mobili e templi delle dinastie Ming (1368-1644) e Qing (1644-1911) scartati o abbattuti a favore delle nuove costruzioni legate all’industrializzazione.

Grape (Grappolo), 
 Composizione di 34 sgabelli, 
tipici della vita popolare cinese
🎯9. I ritratti in lego dedicati a dissidenti politici (dove è osservabile l’influenza di Andy Warhol risalente al periodo giovanile di Ai Weiwei a New York).

Galileo Galilei in LEGO 
(2016)
🎯10. Le manette in giada simbolo di oppressione.

Handcuffs in jade 
(Manette in giada)
🎯11. Le mattonelle della Fioritura con cui Ai Weiwei ricorda la campagna dei Cento fiori del 1956: breve stagione di libertà di espressione, permessa dal governo cinese.

Blossom 
(Fioritura), 2015
🎯12. I gommoni sulla facciata di Palazzo Strozzi per richiamare l'attenzione sul dramma dell’immigrazione con il tributo quotidiano di vite umane (nel 2016 Ai Weiwei ha aperto uno studio a Lesbo, luogo in cui ha incontrato i migranti).

Reframe 
(Nuova cornice), 2016.
🌟 Molte precisazioni, contenute in questo post, sono tratte da Arturo Galansino, Ai Weiwei, Art e Dossier, Giunti, Firenze - Milano 2016.

3 commenti:

  1. Ho molte resistenze ad accettare questa arte. Ho faticato non poco a capire "Les regions inconnues" (che adesso adoro), ma lì i concetti sono risolti in una immagine, qui l'utilizzo delle cose consuete e la volontà di incidere nell'immediato non mi dà emozione estetica(?)..

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    1. Credo sia una resistenza che tutti, in qualche misura, proviamo. Tuttavia mi pare che, oggi, una larga parte dell’arte intenda comunicare su un piano che non è più quello della bellezza – e della commozione estetica che essa suscita – ma invece quello della provocazione intellettuale. L’idea, il messaggio, il pensiero prevalgono sullo sguardo. E questo aspetto “critico” - di smascheramento e di contestazione dell’esistente - mi sembra molto interessante, anche se l’emozione estetica che può suscitare la stessa “arte astratta” e che appartiene comunque alla tradizione storica del patrimonio artistico mantiene intatto il suo fascino e il suo valore. Grazie Gianni. Buona serata, Rossana.

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  2. Grazie per il bellissimo articolo!

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