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lunedì 19 agosto 2024

Sul supposto ininsegnabile.

La grande questione della trasmissione del sapere.
Post di Rosario Grillo
Immagini generate da DALL-E  (Intelligenza Artificiale)
 
Robot che disegna (generato da DALL_E)
Dacché lo Stato si è assunto l’onere dell’istruzione pubblica (1) - gli storici puntano verso il XVIII secolo - viene ad essere sotto osservazione generale l’attenzione “interessata” che il potere, sia esso monarchico o repubblicano, gli ha riservato. Al suo interno, votato al mantenimento dell’ordine ed alla trasmissione del costume, un ruolo andrebbe al pungolo critico degli intellettuali, nemici della “muffa stagnante” e agitatori del rimescolamento, in cerca della necessaria innovazione.
Una figura, l’intellettuale, purtroppo in via di estinzione, quando, per altro verso, più forte si fa la pressione del potere, moltiplicato ed esteso ad arco globale, con il fine di subordinare ai propri fini l’universo della “formazione”.
Basta richiamare l’Intelligenza Artificiale, per intendere; è incontestabile, d’altronde, la tendenza attuale dei sistemi scolastici, pilotata all’uniformismo.
Il nostro blog, su questo tema è tornato tante volte.
Mi limito ad aggiungere qualche considerazione, sollecitato dalla convergenza di due appunti. Il primo proviene dall’opera di G. Cambiano (2), che chiude la sua rassegna soffermandosi a lungo su Nietzsche. Il secondo è ricavato da un breve scritto di C. Zaltieri (3), trovato su internet.
Poster di propaganda (generato da DALL-E)
In entrambi i casi l’attenzione è portata su uno scritto degli esordi giovanili di Nietzsche, antecedente il celebre La nascita della tragedia (4).
Il filosofo di Röcken aveva, a soli 25 anni, ottenuta la cattedra di Filologia a Basilea, vi tenne queste lezioni, poi raccolte nel testo citato. Non c’è sorpresa riguardo la scelta del tema, vista l’attenzione comune a quel tempo, in ispecie all’interno dei professori universitari tedeschi, dato lo specifico momento storico che la Germania stava vivendo. La temperie culturale aveva già agitato l’argomento del “primato greco” (idealismo tedesco, Schiller, Hölderlin, Schleiermacher per citare i maggiori; più avanti Burckhardt). Ha inizio, nello stesso tempo, la cosiddetta “decadenza”. Nello sfondo si agita il confronto tra Zivilisation e Kultur.
Nietzsche va a delucidare la pregnanza del caos esplorando vene sotterranee della Grecia pre platonica, iniziando un confronto con la figura di Socrate, che riprenderà più volte durante gli anni. La vicinanza con Burckhardt lo porta ad introiettare il motivo dell’asse agonale (5), con il quale lo svizzero legge la civiltà greca, celebrata nel canone della bellezza.
Un robot scrive una lettera di scuse
L’attenzione di Nietzsche si posa particolarmente sull’energia vitale, riflessa da una natura immacolata, libera dalle modificazioni umane. Coincide con l’impronta culturale che l’uomo greco prende nel disegno eracliteo: una linfa che la “scuola tedesca” deve rigenerare.
G. Cambiano porta in risalto le osservazioni svolte da Nietzsche in un’opera, poi non ultimata, con titolo Noi filologi, afferenti il lato spontaneo, ingenuo degli Elleni - si rifletta sulla qualifica anti intellettualistica –. (6)
 
Le aggiunte di C. Zaltieri
Risulta originale il titolo che Cristina Zaltieri appone al suo lavoro: Insegnare l’ininsegnabile, che, con sinteticità, tocca il pensiero di Nietzsche- Foucault- Deleuze.
Sì fa presto a comprendere l’ininsegnabile, riconducendolo ad un prius: per esso, ad un ineffabile e/o alone, corredo inequivocabile dell’insegnamento. In questa misura, assomiglia ad una fiamma che induce l’entusiasmo, il legante del rapporto docente-discente.
In proporzione, molte pagine sono dedicate all’analisi del pensiero di Nietzsche, riconosciuto capostipite della filosofia del Novecento. Affermata l’imprescindibilità della valenza culturale greca, Nietzsche è seguito mentre si sofferma sul rapporto linguistico culturale che lega al popolo tedesco. Nel prosieguo, mentre mette attenzione al biologismo, per ricavarne una relazione dell’uomo alla natura, che sfrutta sia la debolezza che la forza, tenendosi fuori dell’ottica darwiniana. (7)
Immagine generata da DALL_E (Cfr. Scienza in rete)
Nell’insieme si può dire che Nietzsche sceglie un modello di paideia il più possibile lontano dal conformismo borghese, leggendo in quest’ultimo la degenerazione ultima del modernismo.
Le mie preoccupazioni, frattanto, guardano ai “pastrocchi” ultimi del ministro Valditara.
 
Note
(1) Avviso che ci muoviamo sul terreno mobile che va dalla istruzione (declinata da molti in modo univocamente tecnico) alla educazione, inestirpabile sfondo della scena.
(2) G. Cambiano, Filosofia e identità dell’Occidente, il Mulino.
(3) Noema. Rivista online di filosofia Insegnare l’ininsegnabile.
(4) Sull’avvenire delle nostre scuole.
(5) Cambiano ribalta il giudizio sulla felicità, comune ai Greci antichi (p.673 op.cit.)
(6) “ Il difetto della filologia era di ‘voler insinuare l’elemento umanistico’ per instillarlo nei giovani. Proprio contro ciò si ergeva la Grecia antica: L’elemento umano degli Elleni consiste nell’ ingenuità con cui presso di loro si rivelano l’uomo, lo Stato, l’arte, il vincolo sociale…” ( in Cambiano op. cit. p.700)
(7) In C. Zaltieri, doc. cit. p.12.

3 commenti:

  1. Originale e paradigmatica la combinazione con immagini ricavate da AI. Molte grazie, Rossana! Rosario 🌹🍀🤗

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  2. Grazie, Rosario. Molto interessante il tema che tratti e bello l'articolo online di Cristina Zaltieri. In particolare annoto questo passaggio, validissimo anche oggi:
    "Un’educazione sottomessa alle istanze del mercato, esige “uomini correnti” che come la moneta siano perfettamente adeguati all’economia di scambio; non permette certo la crescita di personalità originali, di menti critiche; lo stesso Socrate non avrebbe avuto alcuno spazio nella società tedesca del tempo - riflette Nietzsche – e, inoltre, nella completa subordinazione dell’educazione alla produttività, all’impresa economica, sta tutta l’innaturalità di tale sistema educativo, dunque la sua barbarie."

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